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In un’epoca in cui il basket professionistico americano sta vivendo una rivoluzione che segnerà per sempre la storia di questo sport, il tiro da tre punti è diventato il focus principale rispetto al quale tutti gli staff tecnici delle squadre di NBA stanno ottimizzando la loro visione del gioco presente e futuro.

La ormai quasi completa sparizione del ruolo di centro tradizionale e il fatto che sempre più head coach si affidino a quintetti composti da atleti che fanno delle capacità eclettiche il loro mantra, il tiro da tre punti viene utilizzato con sempre maggiore frequenza dalle squadre NBA.

Con tutta una serie di record destinati a essere superati a breve.

Ma chi ha segnato il solco della specialità? Quali sono stati i giocatori che più di tutti hanno fatto del tiro oltre l’arco, il loro marchio di fabbrica?

I nomi che leggerete nei prossimi paragrafi, non sono incastonati all’interno di una graduatoria ferrea e non fanno capo ad una particolare statistica. Sono stati scelti da chi vi scrive in base ad un mix di precisione, numero di tiri tentati e realizzati, stile e utilità.

Ecco una carrellata dei migliori tiratori da tre punti.

Dirk Nowitzki

Se vogliamo pensare a uno dei giocatori che più di altri ha dimostrato al mondo intero che le “size” non devono originare, per sola concezione, determinati ruoli e caratteristiche da esporre sul parquet, la mente non può non andare a scovare il tedesco Dirk Nowitzki.

Catalogato a inizio carriera NBA come uno dei primi centri atipici che la storia di questo sport abbia mai conosciuto, la leggendaria voglia di emergere tramite il sacrificio in palestra da parte del campione europeo, si è tradotta in un allontanamento dal ferro via via sempre più funzionale al gioco dei Dallas Mavs da parte di un giocatore che, soprattutto nella serie finale contro Miami, quella del titolo del 2011, in cui venne fregiato del titolo di MVP della serie, ha dimostrato di essere uno dei tiratori da 3 più capaci di sempre.

Steve Kerr

A fine carriera, l’attuale capo allenatore dei Golden State Warriors, ha fatto registrare una percentuale dal tiro oltre l’arco pari a circa il 45%, ancora oggi un record ineguagliato da chi ha calcato il parquet dopo di lui.

Kerr è stato un giocatore che ha fatto la felicità di tutti gli allenatori che lo hanno avuto durante la sua carriera, portando al successo le proprie squadre in ben 5 occasioni, per altrettanti anelli da infilare a tutte le dita di una singola mano, i tre con i Bulls di Michael Jordan e i due a cavallo di vecchio e nuovo millennio con gli Spurs. Quattro di questi titoli, Kerr li ha centrati consecutivamente, dal 1996 al 1999.

Ed è proprio la sua capacità nel rapportarsi con l’allenatore di turno, che lo ha probabilmente a sua volta fatto diventare quel celestiale head coach che ha conquistato altri tre campionati NBA da allenatore della squadra della baia, nel 2015, 207 e 2018.

Steve Nash

Il nome di Nash è indissolubilmente legato a Mike D’Antoni, primo allenatore ad utilizzare in modo intransigente, alle volte talebano, la strategia dello “small ball“, quel tipo di schieramento in campo che prevede 4 esterni e un “big man“, le virgolette sono d’obbligo, in sostituzione di uno dei due ruoli tradizionali della NBA, l’ala grande e il centro.

Il giocatore canadese dinostrò di poter rappresentare in toto il prototipo di maggiore efficacia per un gioco costruito in quel modo.

Per una strategia di quel tipo, il tiro da tre punti diventa un target fondamentale per il successo delle squadre che lo utilizzano. Nash chiuse la sua carriera con un clamoroso 42,8% al tiro da 3 punti.

Drazen Petrovic

Una carriera spezzata fin troppo presto, non può vietarci di celebrare per l’ennesima volta uno dei giocatori più forti mai visti con il pallone a spicchi tra le mani.

Del giocatore jugoslavo prima e croato poi, abbiamo parlato in lungo e in largo in altre occasioni, ma non ne abbiamo mai cantato le lodi quando si è trattato di scrivere del suo tiro da tre punti.

In una NBA che non aveva creduto in lui al suo arrivo in quel di Portland, Petrovic ha cominciato a far parlare di sé subito dopo il passaggio ai New Jersey Nets, dove si guadagnò con merito il minutaggio mai offertogli durante la militanza nella sua squadra precedente.

Il Mozart dei canestri” è stato uno dei primi a lavorare sulla velocità del tiro da tre, tanto che non sono pochi gli osservatori che, fatte le debite proporzioni, accostano la meccanica di tiro dello scomparso Petrovic, a quella di Stephen Kerry.

Kevin Durant

In un’epoca così zeppa di campioni e di strapotere offensivo contro le difese di turno, citare KD tra i migliori di questo gesto tecnico, potrebbe sembrare un azzardo, soprattutto per chi rimane fedele ad un’epoca NBA non proprio attuale.

Eppure i dati stanno lì a dimostrarlo, anche perché non ci si dovrebbe mai dimenticare che elevarsi con quella leggiadria e velocità per evitare le difese fisiche di questo periodo storico, non è esattamente un’impresa da tutti.

L’altezza dell’attuale ala dei Nets, è un serio problema per gli avversari, anche in relazione alle sue percentuali da 3 punti, che, altra brutta notizia per i rivali, è sensibilmente migliorata dopo il suo passaggio a Brooklyn, 45% a fronte del 35% in carriera, anche se il risultato della passata stagione rimane influenzato dal campione delle poche partite giocate, 35.

Reggie Miller

Per i puristi del tiro in generale e in particolare di quello da tre, sarà per sempre riservato un posto tra i giganti a Reggie Miller.

L’ex giocatore di Indiana rientra a pieno titolo tra i giocatori che albergano all’interno del club dei 50-40-90, quella statistica che fa capo ai campioni che tirano dal campo con almeno il 50% e un minimo di 300 tiri, una percentuale del 40% da 3 e con almeno 82 triple e una del 90% dalla linea del tiro libero su almeno 125 tentativi.

La lunghissima carriera di Miller in NBA, lo ha portato a giocare sempre e soltanto con i Pacers, coi quali il buon Reggie ha chiuso con una percentuale dal tiro oltre l’arco che per poco non ha lambito il 40%.

Klay Thompson

Da molti considerato il tiratore che più di ogni altro ha nella pura estetica il proprio punto di forza, il primo dei due “Splash Brothers” che incontriamo in questa speciale carrellata dei tiratori da tre punti, ha dimostrato, fino a quando gli infortuni non si sono accaniti sul suo fisico, di unire alla bellezza del suo tiro, una produttività con pochi pari.

Thompson ha già vinto il titolo NBA in tre occasioni, le stesse di cui abbiamo parlato a proposito di Kerr in veste di allenatore dei Warriors e non sono in pochi a pensare che la sua assenza prolungata possa aver penalizzato Golden State anche alla luce delle deludenti stagioni degli ultimi anni.

La percentuale in carriera delle bombe realizzate da Klay Thompson, ormai fermo da un paio di anni, sfiora il 42%, accompagnata da un clamoroso 44% fatto registrare nelle 73 partite giocate nel 2017/18 e dal 41,5% realizzato, in media, ai playoff.

Rumors lo vorrebbero rientrare a breve, a fine 2021, ancor prima di Natale, sarebbe fantastico rivederlo tirare come faceva un tempo.

Larry Bird

Facciamo un salto indietro, in un’altra epoca, quando Los Angeles Lakers e Boston Celtics dominavano la scena NBA e non erano pochi i miti che ancora oggi fanno tremare i polsi.

Uno di loro è certamente Larry Bird, celestiale ala dei verdi, che mise a soqquadro intere stagioni, grazie al suo mortifero tiro da mid range che, dopo innumerevoli passaggi di consegna dei coach che lo hanno allenato, diventò devastante anche oltre l’arco.

La percentuale in carriera, il 37,6%, non sembrerà elevatissima, ma occorre tenere presente che durante il decennio abbondante in cui giocò Bird, gli allenamenti specifici per il tiro da tre punti, non erano esattamente come quelli attuali.

Inoltre la velocità e l’atletismo che oggi dominano la pallacanestro professionistica americana, non erano le stesse ed era semplicemente più semplice difendere su giocatori come Bird che, invece, da par suo, dominava, se solo voleva, in tutte le occasioni.

Ray Allen

È, ad oggi, il giocatore che ha realizzato più triple di tutti in carriera, 2.973 su 7.429 tentativi ed è il padre del tiro che a tutti gli effetti verrà ricordato per sempre come “The Shot“, quello di Gara-6 della serie finale che vide Miami battere San Antonio nel 2011.

Prima dell’avvento di Stephen Curry, Allen era considerato il miglior tiratore da tre punti di sempre.

Dotato di tecnica straordinaria, si è sempre parlato della sua tenacia nella cura del miglioramento del tiro da fuori. Si racconta che arrivasse almeno un’ora prima dell’appuntamento con i suoi compagni prima delle partite e, seppur col parere contrario di alcuni allenatori, cominciava a tirare da tutte le zone del campo per provare la sua vena realizzativa.

Il dato più indicativo della capacità di realizzazione da 3 punti da parte di Allen, è quel 40% abbondante che ha contraddistinto le sue prestazioni durante le 11 serie di playoff che ha avuto la fortuna di giocare.

Ma il primo posto per triple realizzate, vacilla…

Stephen Curry

Su chi sia il miglior realizzatore da 3 punti della storia della pallacanestro, ci sono ormai davvero pochi dubbi.

Siamo testimoni di una magia che è letteralmente esplosa in questa stagione, nella quale Steph Curry sta facendo qualcosa di assolutamente incredibile.

Il secondo degli “Splash Brothers“, orfano ormai da tempo del suo omologo Klay Thompson, sta mettendo a ferro e fuoco la NBA, mostrando a tutti la via del futuro di questo gioco, alla luce di una clamorosa velocità di esecuzione che è addirittura migliorata rispetto alle sue stagioni migliori.

Curry è ora a un tiro di schioppo dal primo posto per triple realizzate da giocatori di ogni tempo e dall’appena citato Ray Allen, in virtù di un totale di 2.918 triple realizzate, il dato è aggiornato al 22 novembre, su 6.749 tentativi, per una percentuale complessiva in carriera pari ad un irreale 43,2%.