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Come potrete facilmente intuire, in questa speciale classifica non potevano mancare Shai Gilgeous Alexander e Nikola Jokić, i due autentici mattatori della stagione regolare e in gara fin dal primo giorno per il titolo di Mvp. Nel ruolo di ala grande abbiamo deciso di premiare Giannis Antetokounmpo per la costanza di rendimento, mentre nello spot di guardia e ala piccola Donovan Mitchell e Jayson Tatum hanno vinto il nostro ballottaggio finale.

Shai Gilgeous-Alexander (Thunder)

Il papabile Mvp della Regular Season ha guidato I suoi Thunder ad una stagione sfavillante: 68 vittorie e solo 14 sconfitte è il record con cui OKC si presenta in bello stile ai playoff, con un obiettivo ben chiaro in mente. Shai ha chiuso la stagione regolare a quota 32.7 punti di media (miglior marcatore dell’intera lega), facendo registrare 20+ punti in più di 70 occasioni e 30+ punti per ben 49 volte: una vera e propria macchina da canestri, leader indiscusso di una squadra giovane e di belle speranze.

Donovan Mitchell (Cavaliers)

Alzi la mano chi si sarebbe aspettato una stagione da 64 vittorie da parte dei Cavaliers. Eppure, Cleveland ha smentito tutti, dominando in lungo e in largo la Regular Season, grazie ad un team profondo, ben amalgamato e soprattutto guidato dalla propria stella: Donovan Mitchell. L’ex Utah Jazz è risultato decisivo nei frangenti caldi delle partite, mettendo insieme cifre di tutto rispetto, ovvero 24 punti, 4.5 rimbalzi, 5 assist e 1.3 rubate a partita. Sicuramente, l’andamento della sua squadra nel corso dell’annata lo ha aiutato ad entrare in questa top5, anche se il posto è più che meritato.

Jayson Tatum (Celtics)

Quando si parla di Boston Celtics si tende sempre, anche giustamente, a sottolineare la forza del gruppo. D’altro canto, però, ci si “dimentica” troppo spesso di quanta strada stia facendo “JT”, anche lui quasi sempre nella top5 della corsa all’Mvp e leader dei biancoverdi. Le sue statistiche dicono 26.8 punti, 8.7 rimbalzi, 6 assist e 1.1 rubate ad allacciata di scarpa (in 36 minuti sul parquet): i Celtics hanno vinto 61 partite in stagione regolare, secondo miglior record ad Est e, grazie alla sua guida e ad una squadra completa in ogni reparto, hanno le possibilità e la faccia giusta per poter raggiungere il back to back.

Giannis Antetokounmpo (Bucks)

Rimanere costantemente nella top3 della corsa all’Mvp non è impresa facile, specie se si considerano le prestazioni offerte da Shai e Jokić. E invece, Antetokounmpo, pur con qualche infortunio lungo il suo percorso (67 gare giocate), ha disputato un’altra grande Regular Season, chiusa a 30.4 punti, 11.9 rimbalzi e 6.5 assist di media. Come nel caso di Jokić, anche il greco ha preso per mano i suoi compagni e li ha guidati al quinto posto finale (48-34) in una Eastern Conference comunque meno competitiva del “selvaggio West”. Attenzione, però, a sottovalutare i Bucks, i quali, dopo una partenza ad handicap (2-8 nelle prime 10) e una serie di montagne russe, hanno salutato la stagione regolare in crescendo, anche perché Antetokounmpo è salito in cattedra – miglior marcatore dei suoi in ben 52 partite.

Nikola Jokić (Nuggets)

Chi ha disputato un’annata clamorosa è sicuramente il Joker, anche lui in lizza per quello che sarebbe l’ennesimo titolo di Mvp della sua carriera. 29.8 punti, 12.8 rimbalzi e 10.2 assist ad allacciata di scarpa sono i dati con cui ha concluso la RS: il centro serbo è entrato nell’élite di coloro che sono riusciti a realizzare una tripla-doppia di media in una singola stagione. In tutto questo, Jokić ha letteralmente trascinato Denver ad un posto alla post-season, senza nemmeno passare dal Play-In, un vero e proprio capolavoro per come si stava mettendo la stagione dei Nuggets.

Menzioni speciali: Stephen Curry e Lebron James

Siamo stati indecisi fino all’ultimo se inserire uno tra Curry e James all’interno del miglior quintetto stagionale. Steph e LBJ stanno dispensando ancora pallacanestro, dopo rispettivamente 16 e 22 annate nella massima lega cestistica americana.

Curry ha trascinato i suoi Warriors al Play-In, anche grazie all’aiuto provvidenziale di Jimmy Butler, giunto da Miami a febbraio. I numeri del playmaker di Golden State rimangono di spessore (24.5 punti, 4.4 rimbalzi, 6 assist) e la sua percentuale al tiro da oltre l’arco (39.7%) è clamorosa se si considera quanto le difese pongano l’attenzione su di lui e se si pensa alle complicate conclusioni che è costretto a prendersi. Le oltre 300 triple segnate in questa RS (l’ennesima volta che succede) sono un segnale che con lo “Chef” non si può scherzare, per quanto i Warriors debbano ancora superare un Play-In storicamente difficile per loro (0-3 il record).

Per quanto riguarda Lebron, ha fatto notizia la sua media stagionale per punti realizzati: 24.4, per la prima volta dal suo anno da rookie sotto i 25. Onestamente poco importa, dato che il “Re” ha aggiunto 7.8 rimbalzi e 8.2 assist a 40 anni suonati, portando i Lakers (insieme a Doncic e ad una squadra valida) al terzo posto ad Ovest. Il primo turno contro i Timberwolves sarà da leccarsi i baffi, nel frattempo giù il cappello per questi due mostri sacri della palla a spicchi.