A meno di una settimana dalla conclusione, possiamo dire che l’edizione 2025 delle World Series Of Poker ha confermato il trend positivo post pandemia per quanto riguarda i numeri generali.
È vero che il Main Event ha registrato meno iscritti (9.735) rispetto alle due edizioni precedenti (10.043 nel 2023 e 10.112 nel 2024), ma rimane comunque il terzo più affollato nella storia di questa kermesse. Dall’altro lato, però, c’è il record registrato dal $1.000 Mystery Millions: 19.654 entry, il field più ampio in assoluto visto quest’anno. E ancora, 11.996 registrazioni nel Millionaire Maker: davvero tantissime.
Più in generale, le WSOP 2025 hanno stabilito otto primati, stando a quanto è riportato sul sito dell’organizzazione:
- 246.960 entries – Il maggior numero di iscrizioni nella storia di una singola edizione delle WSOP
- $481.761.879 – Il montepremi totale più alto mai assegnato nella storia delle WSOP
- 37.311 premi pagati – Il numero più alto di payout unici nella storia della serie
- 43 – Il numero di premi da oltre 1 milione di dollari vinti durante l’edizione 2025
- Evento #53: Millionaire Maker No-Limit Hold’em ha attirato 11.996 entry, stabilendo un nuovo record per il field più grande di sempre in un torneo live con buy-in da $1.500
- Evento #89: Mid-Stakes Championship No-Limit Hold’em ha registrato 3.797 iscrizioni, diventando il field più grande mai visto per un torneo con buy-in da $3.000
- Evento #86: Mystery Bounty Pot-Limit Omaha ha contato 5.284 iscrizioni, diventando il torneo live di PLO più grande di sempre
- 57 eventi hanno superato i 2 milioni di dollari di montepremi – Record assoluto per la serie
- 9 eventi hanno superato i 10 milioni di dollari di montepremi – Altro record assoluto per la serie
C’è però anche un segno meno: quello dei giocatori non residenti negli States. E’ possibile che a questo decremento abbiano contribuito alcune incertezze sulle regole di ingresso e uscita dal Paese, stabilite dalla nuova amministrazione, o forse qualche problema fiscale. Non è chiaro, ma di sicuro ci sono stati meno stranieri alle WSOP 2025, compresi i pochi italiani. Il loro numero è stato compensato soprattutto dai giocatori amatoriali statunitensi.
A proposito di giocatori: come in ogni edizione ci sono stati quelli che hanno regalato grandi emozioni e quelli che hanno invece deluso, per un motivo o per l’altro. Ecco le nostre classifiche dei migliori e peggiori 5 alle World Series Of Poker 2025.

I MIGLIORI 5
1 – Michael Mizrachi. Impossibile non assegnare a lui il primo posto dei migliori. The Grinder ha vinto per la quarta volta (nuovo record) il $50.000 Poker Players Championship, il secondo torneo più blasonato delle WSOP; pochi giorni dopo ha conquistato il braccialetto del Main Event, dimostrando di essere ancora uno dei più forti giocatori al mondo, nonostante abbia da tempo deciso di ridurre l’impegno competitivo. Questi risultati, le sue giocate spettacolari e l’introduzione a “furor di popolo” nella Hall Of Fame del poker, fanno di lui il protagonista non solo delle WSOP ma dell’intera annata.
2 – Leo Margets. La pro player spagnola, già vincitrice alle WSOP dell’evento The Closer nel 2021 e seconda nel Double Stack 2018, è arrivata 7a nel Main Event di quest’anno per 1,5 milioni di dollari, superando i 352mila ottenuti con il 27° posto nell’edizione 2009. Non solo, ma ha anche infranto un’astinenza che durava da 30 anni: quella di una presenza femminile al final table del ME WSOP. Ci era riuscita per la prima volta Barbara Enright, 5a nel 1995 su 273 iscritti. Quest’anno, Leo Margets si è confrontata con un field di 9.735 giocatori.
3 – Benny Glaser. L’edizione 2025 delle World Series Of Poker ha registrato una fantastica tripletta di braccialetti. La performance porta il nome di Benny Glaser. Il fortissimo “variantista” britannico, forse il migliore al mondo, ha vinto il $1.500 Mixed Games: Dealers Choice 6-Handed, il $1.500 Mixed Omaha 8 or Better 7-Handed e il $2.500 Mixed Limit Triple Draw Lowball, per un totale di 8 titoli WSOP in carriera. Glaser è il settimo giocatore nella storia delle WSOP a realizzare una tris di titoli live nella stessa edizione: si trova in compagnia di Walter “Puggy” Pearson (1973), Ted Forrest (1993), Phil Hellmuth (1993), Phil Ivey (2002), Jeff Lisandro (2009) e Scott Seiver (2024).
4 – Shaun Deeb. Nonostante la performance di Glaser, il titolo di WSOP Player of the Year è andato a Shaun Deeb. Il testa-a-testa tra i due ha visto Glaser rimanere in vantaggio fino a metà kermesse. Il 3 luglio, il pro americano si è imposto nell’evento #79: $100.000 Pot-Limit Omaha High Roller – settimo braccialetto e premio record per lui di $2.957.227 – e ha così superato in classifica il giocatore inglese. Con altri tre finale table all’attivo, Shaun Deeb ha mantenuto il risicato vantaggio fino alla fine, vincendo così l’ambito titolo che gli era sfuggito nel 2018. Daniel Negreanu, invece, rimane l’unico ad essere stato due volte Player of the Year alle WSOP: nel 2004 e nel 2013.
5 – Martin Kabrhel. Inizialmente avevamo pensato proprio a Daniel Negreanu per il quinto posto di questa classifica, considerando i suoi 4 final table che valgono al canadese la miglior annata dal 2021. Tuttavia, Martin Kabrhel ha dimostrato di essere un eccellente giocatore di TH, nonostante sia piuttosto fastidioso al tavolo per la sua logorrea verbale: provocatoria sì, ma senza mai scadere nel trash talking. Il professionista della Repubblica Ceca ha vinto il Mini Main Event WSOP, battendo un field di 10.794 entry e conquistando il suo quarto titolo WSOP (ha vinto i precedenti tre alle WSOPE di Rozvadov). Inoltre, ha raggiunto il final table in altre tre occasioni ed è arrivato terzo nella classifica PoY.

2 DISASTRI E 3 DELUSIONI
1 – William Kassouf. Se abbiamo perdonato a Kabrhel il comportamento un po’ fastidioso al tavolo, non possiamo farlo per William Kassouf. Il professionista inglese, famoso soprattutto per il suo “pesante” speech play, questa volta ha davvero superato ogni limite. A 33 left del Main Event, Kassouf è stato sanzionato per comportamento scorretto, ma si è rifiutato di lasciare il tavolo. Sono dovuti intervenire gli uomini della sicurezza per portarlo fuori. Una volta rientrato in gioco, ha proseguito con un atteggiamento sopra le righe. Ha insultato l’avversario (Kenny Hallaert) che lo ha eliminato, poi il floorman intervenuto per sanzionarlo di nuovo. Perfino durante l’uscita dalla pokeroom l’inglese non ha perso l’occasione di insultare e minacciare il pubblico che lo fischiava. Morale: bannato per un anno dalle WSOP e dai casinò Paris, Horseshoe e Venetian di Las Vegas.
2 – Jesse Yaginuma. Altra brutta storia ma molto diversa. In questo caso siamo di fronte a un caso di collusion nell’evento #53, $1.500 No Limit Hold’em – Millionaire Maker. Il runner-up del torneo, lo statunitense James Carroll, ha fatto chip dumping (cioè giocato in maniera tale da “regalare” chips all’avversario) a favore del connazionale Jesse Yaginuma. Il motivo? Un milione di dollari extra per quest’ultimo (da spartire poi con Carroll) offerto dalla promozione WPT Gold Rush Ticket, in possesso di Yaginuma. Le WSOP, dopo aver analizzato i video, hanno cancellato l’assegnazione del braccialetto e posizionato i due giocatori al secondo posto ex aequo, per il medesimo premio. Nonostante la mancata attribuzione della vittoria a Yaginuma, il WPTGold gli ha comunque assegnato il milione extra. Jesse Yaginuma, già vincitore di tre braccialetti, ora rischia l’esclusione a vita dalle WSOP.
3 – Phil Hellmuth. 11 in the money, 10 ottenuti con le varianti, e nessun final table. Il suo Main Event è terminato al Day3. Questo è il percorso dell’icona n.1 delle WSOP, 17 volte vincitore di un braccialetto, che quest’anno non è sembrato molto interessato a competere. In realtà sono mancati anche i suoi show, le sue “sparate” da Poker Brat. Si è fatto sentire a gran voce – insieme a Negreanu – solo per l’inserimento senza voto di Mizrachi nella Hall Of Fame: troppo poco per evitare “i peggiori”. Svogliato.
4 – Erik Seidel. Discorso simile per il 9 volte vincitore di un titolo WSOP live. Seidel ha centrato 8 posizioni a premio ma tutte, tranne una, lontane dal final table. Il suo migliore risultato è stato il 9° posto nel $10.000 Pot Limit Omaha Championship – 8-Handed – Freezeout.
5 – Max Pescatori. Infine, parliamo anche di Italia. Come abbiamo già detto, gli italiani a Las Vegas erano pochi, ma sono comunque arrivate alcune ottime prestazioni: la vittoria di Giuseppe Zarbo, i final table di Nicola Bracchi, Walter Treccarichi, Mario Colavita, Dario Alioto e la super deep run di Mario Perati nel Main Event WSOP. Anche Dario Sammartino e Mustapha Kanit hanno registrato qualche itm di valore. Chi invece ha performato sotto le aspettative è stato Max Pescatori, autore di 6 itm ma tutti “piccoli” e con un best da $4.864 nel $1.500 Limit Seven Card Stud (14° posto). Dal numero uno italiano alle WSOP (4 braccialetti) ci si poteva aspettare qualcosa in più.
Immagine di testa: Shaun Deeb (credits WSOP via PokerNews)