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Due settimane, più le giornate dedicate alle qualificazioni sia in campo femminile che maschile, sono trascorse a cavallo tra maggio e giugno per chiudere uno dei tornei più prestigiosi della stagione, il secondo Slam del 2023 che si gioca come di consueto sulla terra rossa dello Stade Roland Garros, sul cui centrale si giocherà oggi la finalissima maschile tra l’ex numero uno del mondo Novak Djokovic, che in caso di vittoria tornerebbe in testa, e uno dei due finalisti della passata edizione, Casper Ruud.

Percorso completato, invece, per Iga Swiatek, che con tanta fatica ha avuto ragione di una rinata Karolina Muchova, degna finalista, che ha costretto al terzo set la numero uno della classifica WTA, la quale ha raddrizzato una situazione che definire scabrosa è un eufemismo.

Ma noi dobbiamo per forza partire dal clou di giornata, la finalissima maschile.

Djokovic-Ruud, nulla è deciso

Due giocatori tornati ai livelli che hanno contraddistinto le loro stagioni migliori, con un ovvio favorito, fosse anche solo per l’esperienza che Novak Djokovic ha maturato in oltre un decennio di finali e di vittorie e il suo sfidante che affronta la sua seconda finale consecutiva allo Philippe Chatrier, sfidando il mostro finale dei livelli di un videogioco le cui sembianze potevano apparire ben più giovani e spensierate, come quelle dello spagnolo Carlos Alcaraz e che invece, per l’ennesima volta, somiglieranno ad un asciutto giocatore ben oltre i 35 anni sulla carta d’identità, che continua a stupire fan e detrattori.

Solidità da fondo campo, risposta migliore del circuito ormai da anni e capacità di rimandare la pallina dall’altra parte della rete anche nelle situazioni meno favorevoli: questi gli ormai conosciuti punti di forza di Djokovic, che ha messo ancora una volta con le spalle al muro tutti gli avversari incontrati fin qui e si ritrova ad un passo dal suo ennesimo titolo Slam, sarebbe il suo 23° trionfo Slam in carriera, per un totale di 35 finali giocate compresa quelle di oggi.

Con una vittoria Djokovic rimarrebbe in corsa per quell’obiettivo inseguito per tutta la sua carriera, di portare a casa il Grande Slam, firmare, cioè, tutti e 4 i major stagionali, gli Australian Open, già conquistati all’inizio dell’anno, il Roland Garros, Wimbledon ad agosto e gli US Open nella seconda parte della stagione. In caso di vittoria, per Djokovic arriverebbe il 23° titolo in un Grande Slam, staccando Rafael Nadal fermo, probabilmente per sempre, a quota 22.

Casper Ruud non è mai facile da affrontare, ma per lui comincia a diventare un ingombro piuttosto fastidioso, non riuscire a mettere mai le mani sulla vittoria di una finale, a meno che non si tratti di un ATP 250. Il norvegese ha avuto nella scorsa stagione la sua definitiva consacrazione, posizionandosi addirittura al secondo posto del ranking ATP, ma è sempre mancato, nella carriera del campione nordico, quell’acuto che serve a levare braccia e titolo prestigioso al cielo.

Per il norvegese sarebbe la terza finale ad uno Slam senza vittorie, con un avversario ancora diverso, visto che nelle precedenti occasioni perse nell’appena citata finale di Parigi dello scorso anno contro Rafael Nadal e, sempre nel 2022, in quella degli US Open sul cemento, quando fu Carlos Alcaraz a battere Ruud in 4 set.

Per quanto riguarda i precedenti, Ruud non ha mai vinto nemmeno un set contro il serbo nelle 4 occasioni in cui i due si sono affrontatati, curiosamente sempre in Italia:

  • 20.09.2020 7-5/6-3 Internazionali d’Italia
  • 15.11.2021 7-6/6-2 ATP Finals Torino
  • 14.05.2022 6-4/6-3 Internazionali d’Italia
  • 20.11.2022 7-5/6-3 ATP Finals Torino

Perché Djokovic, perché Ruud

Il match di questo pomeriggio si può inquadrare in mille modi e in altrettanti di questi lo si può immaginare, visto che le dinamiche che lo governeranno saranno infinite.

Nole ha dalla sua maggiore esperienza e una testa che non lo abbandona praticamente mai, con meccanismi ben oliati e una straordinaria capacità di affrontare i momenti in cui i suoi avversari riescono a prendergli tempo e campo, per poi rimettere quasi sempre la partita nei binari a lui congeniali.

Problemi di testa non ne ha quasi mai avuti nemmeno Ruud, straordinario interprete di un tennis moderno, ma molto solido, spesso esente da errori e da atteggiamenti fuori dalle righe, tutte cose che gli permettono di mantenere calma e fiducia durante il corso dei match che il campione scandinavo gioca in stagione.

Il più grosso problema di Ruud in vista del match di questo pomeriggio, è che il gioco che predilige non farà né caldo né freddo al giocatore serbo: allungare lo scambio, tenere un ritmo non esagerato, liftare la palla con colpi alla ricerca dell’intersezione delle linee, scendendo a rete e aggredendo in rarissime circostanze, “difendendo”, come invece sa fare dieci volte meglio Djokovic, sono tutte strategie comuni alle partite di Ruud, che ha ben poche chance di vittoria se non cambia il suo canovaccio tattico in vista del match di finale.

Al norvegese servirebbe una sorta di shock strategico per battere Djokovic, visto che il gioco dell’attuale numero 4 del mondo può andare bene con la stragrande maggioranza del field del tennis moderno, ma con gente come Nadal ed Alcaraz, guarda caso proprio i due giocatori che lo hanno battuto nelle due precedenti finali di Slam, hai bisogno di qualcosa di diverso e con Djokovic il problema si ripresenterà corroborato da tutta una serie di fattori che Ruud non può permettersi di fronteggiare.

Giocare alla pari con il campione serbo, significa sperare che Djokovic scenda sulla Terra e commetta un numero di errori maggiore rispetto al suo solito, magari commettendo qualche passo falso in sede di risposta.

Ecco. Il servizio e le prime in campo di Ruud potrebbero essere il vero e proprio punto focale del match, perché se la prima palla di Ruud entrerà con una certa efficacia nel quarto di campo riservato al punto di rimbalzo della palla sul servizio, allora si potrà assistere ad un match nel quale Ruud potrà quanto meno dire la sua.

Inoltre, fatto salvo il conosciutissimo enunciato che Djokovic possiede uno dei rovesci difensivi più performanti del mondo, probabilmente il migliore, ma non vogliamo fare arrabbiare nessuno e che Ruud è abituato a giocare il suo dritto sul rovescio di un avversario “normale”, questa caratteristica dovrà cambiare con frequenza, perché l’assenza di varietà da parte di un avversario qualsiasi del serbo, è esattamente il posto verso cui Djokovic vuole fare addormentare le proprie partite.

Il dritto di Ruud, quindi, contro il rovescio di Djokovic, il quale ha, oltretutto, una maggiore quantità di rovesci vincenti esplosi durante il suo cammino di Parigi e, soprattutto, si presenta a rete con maggiore frequenza rispetto al suo avversario, combinazione, lo capirete, devastante per chi dovrebbe cambiare la propria tattica di gioco.

Swiatek regina di Francia

Pronostici rispettati in campo femminile, dove Iga Swiatek ha portato a casa il titolo al termine di una finale piuttosto combattuta e piena di capovolgimenti di fronte e di parziali, condotta in porto contro l’ostica avversaria ceca Karolina Muchova, con il punteggio di 6-2/5-7/6-4.

La finale di oggi

Per gli appassionati di tennis, l’appuntamento con la finalissima maschile è fissato per questo pomeriggio alle ore 15,00, quando Ruud e Djokovic saranno pronti per dare il via ad uno dei match più attesi dell’anno.

Da casa si potrà godere dell’evento in diretta su Eurosport 1, DAZN e TIM Vision.