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Oggi sarà una giornata importantissima all’ATP Montecarlo: si giocano i quarti di finale, tra cui quello tra Lorenzo Musetti e Stefanos Tsitsipas che ci riguarda da vicino. Prima, però, c’è un inedito Fils-Alcaraz che stuzzica molto l’immaginazione.

Il francese si candida seriamente a sorpresa dell’anno, dopo una prima parte di 2025 che lo ha visto emergere come “cavallo da corsa” a livello Masters 1000. Ora, la sfida a Carlos Alcaraz è per lui una sorta di esame di maturità, ma anche per lo spagnolo significa molto.

Carlos Alcaraz e l’incubo-Sinner da scacciare

Un aspetto che quasi nessuno aveva messo in conto nel momento in cui Jannik Sinner ha accettato la sospensione di tre mesi per la nota vicenda del Clostebol, è l’impatto che ciò avrebbe potuto avere sui suoi avversari. Tutti hanno iniziato a fare calcoli sui punti necessari a Sascha Zverev e Carlos Alcaraz per approfittare dell’assenza e provare a scalzarlo dal trono del numero 1 ATP, ma in pochi hanno pensato a quanto ciò potesse avere degli effetti collaterali sui due tennisti. E, puntualmente, così è stato.

Sascha Zverev è letteralmente evaporato, come dicevamo qualche giorno fa. Anche nella sconfitta contro Berrettini ha ammesso di avere un problema che da un certo punto delle partite lo blocca e non lo fa esprimere come vorrebbe. Ma anche Carlos Alcaraz ha vissuto questa esperienza e lo ha ammesso qualche giorno fa:“Non sono sorpreso di non essere diventato di nuovo numero 1, anche se molte persone si aspettano che io vinca tutto. Tanti mi chiedevano di approfittare di questo periodo di assenza di Sinner per tornare in vetta. E questa pressione probabilmente mi ha ucciso, in qualche modo.”

Lo spagnolo non è ancora uscito da alcune contraddizioni insite nel suo tennis, spettacolare ma istintivo, mentre si tratta di uno sport anche e soprattutto mentale in cui l’aspetto strategico è fondamentale. Anche ieri, c’è stato un punto pazzesco durante il secondo gioco dell’incontro con Daniel Altmaier:

Verrebbe da dire che questo punto è stato un po’ una liberazione per Carlos, che per sua stessa ammissione gioca bene quando si diverte. Eppure, stiamo parlando di un game durato circa 12 minuti e in cui, dopo questa, Alcaraz ha dovuto annullare altre 6 palle break. Da Daniel Altmaier, tedesco dal bel rovescio a una mano ma pur sempre numero 84 al mondo.

Eccola qui, tutta la difficoltà di Carlos Alcaraz. Riuscire a dare il meglio solo quando si diverte, oppure contro avversari contro i quali sale naturalmente di livello come Sinner, non è un buon viatico per diventare e rimanere il supercampione che abbiamo ammirato e ammiriamo tutt’ora. Il resto del match contro Altmaier è stato autoritario, così come lo era stata la rimonta contro Cerundolo. Fils, però, è un deciso “level up” in questo percorso.

Arthur Fils: e se il terzo incomodo fosse lui?

Se i record nel tennis contano qualcosa, quello appena centrato da Arthur Fils è da sottolineare. Battendo agevolmente Andrey Rublev, il francese è diventato il più giovane di sempre a raggiungere almeno i quarti nei primi tre Masters 1000 della stagione (Indian Wells, Miami e Montecarlo), a 20 anni e 307 giorni. Il primato precedente apparteneva a un certo Rafael Nadal, superato per una manciata di giorni (Rafa è nato il 3 giugno, Arthur il 12).

Questi record magari non cambieranno la storia del tennis, ma qualcosa la dicono. Arthur Fils, che nel 2024 aveva avuto un anno bello ma non sfavillante come il precedente in cui aveva fatto irruzione nel tennis professionistico, è un giocatore dalle potenzialità incredibilmente alte. Il carattere non deve essere di quelli facili ma la personalità, se ben incanalata, nel tennis è sempre un valore. Fino all’anno scorso c’era il dualismo con Luca Van Assche su chi sarebbe potuto diventare il numero 1 francese, ma poi Fils ha fatto il vuoto.

E poi Arthur Fils ha un “motore” italiano, perché tra i segreti della sua crescita c’è il preparatore atletico Lapo Becherini, che ha contribuito a sviluppare un fisico che Madre Natura ha modellato in maniera quasi ideale per il tennis: alto ma non altissimo (1,85 al momento), gambe muscolose ma enorme reattività e velocità.

La ciliegina sulla torta del suo salto di qualità è il coach croato Ivan Cinkus, che lo segue dallo scorso gennaio e che ha da subito lavorato sui suoi punti deboli, come il dritto a volte un po’ giornaliero e il gioco a rete. Dove possa arrivare è difficile da prevedere. Diventare un contender di Sinner e Alcaraz nel futuro dei tornei Slam è forse eccessivo, ma può sicuramente ambire a essere tra quelli immediatamente sotto i due citati, magari insieme a Jakub Mensik.

Di certo, oggi Arthur Fils è un modello di giocatore che sa fare un po’ tutto e con grande esplosività. Alcaraz è avvisato.