Molto spesso, chi si avvicina al Pot Limit Omaha lo fa portandosi dietro il background del Texas Hold’em. Questo può diventare un problema perché, pur essendo entrambi community cards games, Hold’em e Omaha sono giochi che richiedono un approccio tecnico differente.
Nei precedenti articoli abbiamo parlato di concetti base del PLO, di selezione delle mani e di alcuni numeri. Adesso puntiamo il dito su cinque errori da evitare quando si gioca a Pot Limit Omaha.
ERRORE #1: giocare troppe mani non connesse e/o con carte basse
Se nel TH una top pair è sufficiente per aggiudicarsi il piatto – a volta basta anche meno! -, nel PLO è un caso davvero raro. Perfino una doppia coppia è un punto che non dà grandi garanzie. Si comincia a ragionare dal set (un tris realizzato con una coppia in mano e una carta del board) in su, perché anche il trips (tris con una carta in mano e due del board) non dà altrettanta sicurezza: con tante hole cards in circolazione, un avversario potrebbe avere chiuso trips con un kicker più alto o addirittura un fullhouse!
L’ideale è avere mani di partenza che consentano di realizzare punti molto alti (scala, colore, full etc), magari con una doppia opzione. Ad esempio, A♠K♦Q♦J♠ è una starting hand fortissima, perché offre la doppia opzione di colore e la possibilità di chiudere scala alta. A♠10♣10♥3♣ diventa invece marginale e da giocare con prudenza perché il colore di fiori è basso, mentre la scala wheel (da Asso a 5) usa board rischiosi, cioè utili per le scale più alte. Il punto migliore in questo caso è probabilmente un set floppato, da bettare forte per non correre rischi al turn.
ERRORE #2: sopravvalutare le coppie minori e puntare solo su draw bassi
Lo abbiamo anticipato, ma lo ribadiamo qui: le coppie basse sono pericolose. Bisogna ricordare che, in media, nel PLO il 50% dei giocatori al tavolo trova una coppia tra le quattro carte di partenza: una probabilità 9 volte superiore rispetto al Texas Hold’em.
Prendiamo una starting hand come K♥9♠4♦4♥. E’ marginale perché un eventuale set di 4 al flop potrebbe facilmente “schiantarsi” su un set superiore. Il colore di cuori non è nuts e il 9♠ è quasi un dangler, cioè una carta che non lega con le altre: raramente chiude scala K-9 con Q-J-T sul board, ma anche in quel caso un avversario con AK in mano avrebbe la scala superiore (Broadway).
6♥5♥4♣3♣ è giocabile, ma non bisogna entusiasmarsi. Il rischio è quello già indicato: chiudiamo scala o colore, ma sempre dal “lato basso”.
ERRORE #3: fare troppo slow play
Slow play no pay, dice un vecchio adagio nel poker. Ovvero, tenere nascosta una mano forte puntando poco spesso non paga.
E se questo vale nel Texas Hold’em, figuriamoci nel PLO, dove il sorpasso al turn o al river è molto più probabile e dove i piatti sono quasi sempre contesi da più giocatori (multiway). E non c’è solo questo. Nel PLO aumenta anche la probabilità che un avversario abbia una draw importante proprio quando siamo noi ad avere il punto nuts! In questo caso, conviene puntare sempre per massimizzare l’incasso.
Quindi è meglio evitare lo slow play nell’Omaha. Puntiamo per proteggere la mano o per aumentare la dimensione del piatto (pot building) e massimizzare il valore contro giocatori che hanno mani forti ma inferiori alla nostra.
ERRORE #4: evitare il gioco fuori posizione
Vale un po’ per tutti i community cards games, ma nel Pot Limit Omaha questa regola diventa ancora più importante.
Il motivo è semplice. La possibilità di controllare il piatto (pot control) è uno degli elementi chiave dei giochi con puntata limitata. Quando però si agisce da fuori posizione, si concede a chi agisce dopo di dettare la dimensione del piatto. L’esempio più classico è il limp preflop da early, che molti giocatori adottano nel PLO: così facendo, consentono agli avversari di avere un pot-raise superiore, perché il piatto iniziale è stato ingrossato dal/dai limp. Ulteriori call andranno ad ingrossare ulteriormente il piatto e così i limper/caller giocheranno al flop con mani probabilmente marginali, fuori posizione e sicuramente con tante chips già nel pot.
ERRORE #5: giocare short stack
Questo errore riguarda soprattutto il cash game, perché tanti giocatori di TH che passano al PLO iniziano investendo poco per fare pratica. Il concetto è giusto, ma vale soprattutto quando si f una transizione di livello all’interno del TH.
Nel PLO, invece, non si adatta altrettanto bene. Innanzitutto, la mancanza di chips toglie la possibilità di bluffare o di costringere gli avversari a rinunciare alla loro equity. Inoltre, i piatti crescono rapidamente nel PLO, quindi il rischio di andare all-in con una mano mediocre diventa troppo alto.
Nel caso dei tornei, il consiglio è di scegliere quelli con strutture sufficientemente profonde (deep). In caso contrario, la fase degli all-in preflop arriva troppo presto, trasformando un gioco di pazienza e costruzione del piatto in una tombola!
Immagine di testa credits RIHL