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Il sistema-poker è ancora sostenibile? La risposta è una questione di prospettive.

Il gioco su Internet, ad esempio, è cresciuto moltissimo negli ultimi due anni, anche grazie alla pandemia.

Secondo i dati forniti da H2 Gambling Capital, solo in Europa il fatturato del poker online è passato dai 752,6 milioni di dollari del 2019 ai 1.178,9 milioni del 2020, nuovo record assoluto (il precedente apparteneva al 2012, con 892 milioni di dollari). Per il 2021 il dato (ancora non ufficiale) dovrebbe essere di 1.155 milioni e gli analisti prevedono un trend in crescita anche per i prossimi tre anni. (fonte gioconews.it)

Lo stessa tendenza, invece, non sembra ipotizzabile per il poker live. Il COVID-19 ha avuto un impatto devastante sui tornei dal vivo che solo verso la fine dell’estate scorsa sono tornati nelle pokeroom. La verità, però, è che già dal 2014 in poi il live aveva imboccato la china discendente. Oggi il divario tra poker online e poker live è diventato ancora più evidente. Per quale motivo?

Pandemia a parte, i vantaggi dell’online sono vari e anche abbastanza ovvi: più comodo, più abbordabile in termini economici e disponibile a qualsiasi ora del giorno. Ma l’online è anche in grado di garantire l’anonimato a chi gioca: un vantaggio non da poco, almeno fino a che il poker live rimane meno ospitale nei confronti delle donne e dei giocatori amatoriali.

Maria Ho alle WSOP (credits PokerNews)

Il tema dell’inclusività è stato al centro di un’intervista rilasciata qualche tempo fa da Maria Ho a PokerNews. La professionista americana di origine taiwanese ha sottolineato come al tavolo live ci sia spesso “un atteggiamento intimidatorio, comprensibile come arma psicologica per avere un vantaggio, ma che può allontanare dal gioco“.

La giocatrice ha subito precisato che questa è una situazione che si vede soprattutto nei tornei con buy-in medi o in quelli che attirano field molto grandi. In queste situazioni “si percepisce ancora un po’ di misoginia al tavolo. E’ un peccato, ma una giocatrice a volte si sente come un pesce fuor d’acqua“.

Tutto questo si traduce in un problema concreto: quello di un poker live sempre meno sostenibile. Secondo Maria Ho non è il gioco in sé ad essere in crisi, quanto piuttosto il suo ecosistema che ha poco ricambio e poca “biodiversità“. Per questa ragione è necessario offrire un’immagine diversa, a cominciare da un atteggiamento al tavolo che invogli più persone ad avvicinarsi al poker dal vivo.

Naturalmente ci sono resistenze, e Maria Ho questo lo sa. “Ho sentito giocatori dire che intrattenere le persone al tavolo non fa parte del loro lavoro. Non è il loro compito essere socievoli. Eppure l’esistenza di questo gioco dipende proprio dalla capacità di attrarre nuove persone, soprattutto quelle che giocano per divertirsi“.

Abbattere il muro, cioè l’atteggiamento che allontana le persone dal poker, è il compito che ora interessa alla giocatrice. “Voglio che la community del poker sia un luogo positivo, che venga visto come tale e quindi degno di rispetto. Per me adesso conta ciò che riesco a fare tutti i giorni per far crescere il gioco e renderlo più alla portata di tutti. E’ così che intendo misurare il mio successo in questo settore“.

Tanto di cappello, perché a dirlo non è solo una grande testimonial del poker (come presentatrice e voce di famosi eventi live), ma anche una player professionista che ha vinto milioni di dollari con questo gioco.

Maria Ho (credits PokerNews)

Forse non tutti conoscono la sua storia di giocatrice, ma Maria Ho calca la scena pokeristica dal 2005, anno del suo primo risultato ufficiale. In carriera finora ha ottenuto 149 in the money, 59 dei quali li ha raggiunti alle WSOP/WSOPE, compresi 6 final table.

I suoi piazzamenti più importanti sono il 6° posto al ME WSOPE 2017 ($203K), il 2° nel $5.000 NLH alle WSOP 2011 ($540K) e il 38° al ME WSOP 2007 ($238K). Le sue vincite live ammontano oggi a più di 4 milioni di dollari.

Il fatto che Maria Ho sia tutto sommato poco considerata per i suoi risultati al tavolo conferma l’atteggiamento ancora un po’ troppo maschilista che permea il poker.

Va anche detto che il suo stile di gioco è “classico”, molto prudente o, per dirla in gergo pokeristico, piuttosto nitty. Insomma, è una giocatrice che inventa poco e che quindi risulta poco spettacolare.

Ma giocare chiusi, affidarsi alle premium hands e saper foldare per non correre rischi, sono anche le armi che consentono di andare avanti in un torneo di poker. Magari si vince di meno, ma si arriva ITM più spesso.

La coppia nel gioco e nella vita composta da Reiner Kempe e Maria Ho (credits PokerNews)

Vi proponiamo allora una sua action di qualche anno fa che ha fatto il giro del mondo.

L’azione si svolge al Day4 del Main Event WSOPE edizione 2017. In gara ci sono ancora 21 giocatori e Maria Ho si trova al tavolo con alcuni dei migliori: il tedesco Rainer Kempe (suo compagno nella vita), l’estroso scozzese Niall Farrell (vincitore di un braccialetto WSOPE proprio quell’anno e dell’EPT di Malta nel 2015), la canadese Kristen Bicknell (3a giocatrice al mondo per vincite) e l’inglese Michael Zhang.

I bui sono 8K/16K ante 2K quando Kempe (95bb) rilancia 34.000 chips da hijack con 9♥9♣. Kristen Bicknell (53bb) chiama dal bottone con A♠J♠, mentre Niall Farrel (74bb) decide di 3-bettare a 152.000 dallo small blind. Lo scozzese ha in mano A♥K♣. Il BB è invece occupato da Maria Ho (58bb) che spilla 10♣10♥. La taiwanese ci pensa un po’ e poi opta per il call. Lo stesso fanno Kempe e la Bicknell.

Il flop si gioca quindi a 4 e promette spettacolo presentando subito tre carte super connesse: 10♥7♥J♥. Ci sono possibilità di scala e di colore, ma al momento chi sta meglio è proprio Maria Ho che ha settato. Anche Farrell non è messo male con i suoi progetti di colore e scala nuts, oltre a due overcard (in realtà inutili contro il set della Ho). Lo scozzese parla per primo e decide quindi di andare all-in per 1.042.000 chips (circa 65bb).

L’azione passa a Maria Ho che va in the think-tank. A carte scoperte verrebbe da dire “è un easy call”, come conferma anche l’analisi matematica che dà alla giocatrice il 54% di equity nella mano. Invece lei ci pensa a lungo. Finché, dopo quasi tre minuti, Maria Ho decide di foldare la mano migliore!

Foldano poi anche gli altri e Niall Farrell incassa così il piatto uncontested.

Quello della Ho è un fold che ha fatto discutere molto. La giocatrice molto probabilmente sa di essere in vantaggio, ma il push di Farrell la costringe a decide se giocarsi il torneo in quella action. E’ un bivio anche di tipo esistenziale: giocare per i massimi prendendo qualche rischio subito o essere più attendista?

Maria Ho decide per la via della prudenza.

Alla fine arriverà 6a, come abbiamo già detto, preceduta di una posizione da Farrell. A vincere sarà lo spagnolo Torres, davanti al nostro Gianluca Speranza.

Immagine di testa credits PokerGO