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Tra meno di un settimana a Barcellona torna l’European Poker Tour Stagione 2023. Nell’attesa di poter raccontare – in diretta dalle sale del casinò – la tappa catalana, facciamo un salto nel passato del più importante circuito continentale di poker.

Nel precedente articolo dedicato alla storia del tour ci eravamo fermati alla Season 3, la stagione dei record. L’annata successiva, quella che si svolge tra il 2007 e il 2008, non è da meno in termini di risultati e di seguito.

Anche nella Season 4, infatti, il tour continua a crescere sotto ogni aspetto. Il numero delle tappe sale a 11, nonostante l’aumento medio dell’iscrizione al Main Event che in molte location passa da 5.000 a 8.000 euro. I giocatori non sembrano però risentirne. In fondo a buy-in incrementati corrispondono anche payout più ricchi e questo incentiva la partecipazione. Ma ancora più evidente è la voglia di poker che impazza ormai in tutta Europa. Questo mix consente al Grand Final di Montecarlo di stabilire il nuovo primato di iscritti ad un Main event: ben 842 che pagano 10.600 euro pur di giocarlo.

Anche i confini geografici del tour si allargano. Tra le new entry della nuova stagione, oltre a Praga e Sanremo, ci sono anche le Bahamas. Di fatto la PCA esisteva già dal 2004, ma era sempre rimasta un torneo a sé stante. Nel gennaio 2008 l’appuntamento caraibico entra ufficialmente a far parte dell’EPT.

Ad inaugurare la nuova stagione è però l’ormai consolidata Barcellona. Si gioca dal 28 agosto al primo di settembre 2007 e i partecipanti al Main Event sono 543, nonostante il “raise” del buy-in che viene portato a €7.700+300. In sala ci sono volti di giocatori già molto famosi ma nuovi per l’EPT, quali ad esempio Daniel Negreanu e Bryn Kenney. Ma la storia più interessante legata alla tappa spagnola riguarda proprio l’heads-up finale.

Se lo contendono due amici che condividono anche la stessa stanza di hotel a Barcellona. Uno è il danese Sander Lylloff, professionista non solo di poker ma anche di backgammon. L’altro è l’inglese Mark Teltscher, già vincitore di un ME EPT a Londra nel 2005. C’è quindi la possibilità della prima doppietta allo European Poker Tour, ma il sogno di Teltscher viene infranto da Lylloff che batte l’amico e incassa oltre un milione di euro di prima moneta.

Un giovane Sander Lyloff al final table dell’EPT di Barcellona nel 2007 (credits RIHL)

Nel corso della Season 4, il “chi sarà il primo a vincerne due” diventa il tormentone tra gli addetti ai lavori. A Londra (25-29 settembre) gli occhi sono puntati su Victoria Coren che l’anno precedente aveva vinto proprio davanti al pubblico amico. La sua vittoria sarebbe stata una storia eccezionale: quella del primo back-to-back all’EPT tra l’altro realizzato da una giocatrice. Ma il bis non arriva. Vince il libanese Joseph Mouawad per un altro premio a 7 cifre, davanti al tedesco Florian Langmann.

Così come a Barcellona e Londra, anche a Baden (Austria, 7-10 ottobre) si gioca pagando 8.000 euro di buy-in, ma in questo caso i numeri un po’ ne risentono con solo 282 scritti. C’è comunque da divertirsi. Nel Day1 il pubblico può assistere allo show di Dario Minieri che sarà tra i protagonisti di questa stagione. Il giovane pro incanta con giocate spettacolari che gli consentono di ammassare uno stack enorme. Ma nel corso della giornata successiva dilapida tutto, all’insegna di quello che si affermerà come il “Minieri style” anche negli anni successivi. Il brivido è allora offerto dai giocatori ancora in grado di conquistare il secondo titolo: Ram Vaswani, Pascal Perrault, Thang Nguyen, Noah Boeken, Sander Lyloff, Andreas Hoivold e Patrik Antonius. Purtroppo per loro, nessuno centra lo storico bis. A Baden vince infatti il britannico Julian Thew che si porta a casa €670.800.

I numeri di Dublino (30 ottobre-7 novembre) ricalcano più o meno quelli di Baden (8.000 euro di ingresso e 221 iscritti). Qui, però, l’attenzione è calamitata da Annette Obrestad. La norvegese, che a soli 19 anni vanta il braccialetto del Main Event WSOPE conquistato due mesi prima a Londra, stupisce per il suo gioco aggressivo, costruito soprattutto nell’arena del poker online.

All’EPT di Dublino la Obrestad è pronta a mettere le mani sul trofeo, quando la strada le viene sbarrata in heads-up dallo sconosciuto statunitense Reuben Peters. Annette Obrestad non riuscirà più ad andare così vicina al titolo EPT, nonostante i numerosi piazzamenti a premio e chiuderà (almeno per ora) la sua carriera di giocatrice nel 2018 con 3,9 milioni di dollari all’attivo.

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Nel dicembre 2007 debutta Praga (10-14 dicembre) che da quel momento in avanti non lascerà più il tour. Tra i motivi principali c’è di sicuro l’ottima location che già in quella prima occasione attira 555 giocatori, tra i quali anche numerosi italiani. Uno di questi raggiunge il testa-a-testa finale: è Gino Alacqua, indimenticato pioniere del poker nel nostro Paese, scomparso prematuramente nel 2016 all’età di 55 anni. “El Diablo” si arrende al francese Arnaud Mattern (€708.400) nel futuro del quale ci saranno altri due tavoli finali EPT.

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Come anticipato, nella stagione 4 dell’European Poker Tour viene inserita per la prima volta anche la PCA. Si gioca dal 5 al 10 gennaio 2008 e la combinazione tra field americano ed europeo la rende subito un grande successo. I numeri parlano chiaro: 1.136 giocatori che pagano 8.000 dollari per partecipare al Main Event. Al tavolo finale arrivano 6 statunitensi e tre europei. Tra questi ultimi, due in particolare conoscono bene l’emozione di un final table EPT: lo svedese William Thorson, 3° a Londra nel 2006, e il francese Bertrand “Elky” Grospellier che un anno prima ha perso l’heads-up finale a Copenhagen. Sarà proprio Grospellier ad alzare il trofeo alle Bahamas e ad incassare un assegno da 2 milioni di dollari.

La tappa di Dortmund (29 gennaio-2 febbraio) passa invece alla storia come quella che rivela al mondo il talento di Mike McDonald. Il giovane canadese si impone su 410 avversari e si porta a casa una prima moneta di poco inferiore al milione. Sarà l’inizio di una sfavillante carriera che porterà altre due volte il canadese a sedersi al tavolo finale di un EPT.

A Copenhagen (19-23 febbraio) vince lo statunitense Tim Vance per 1,2 milioni di euro, dopo aver superato la concorrenza di 459 avversari, tra i quali Luca Pagano (27°) e Gino Alacqua (19°). A Varsavia (11-15 marzo) è invece il tedesco Michael Schulze che torna a casa con il titolo e l’assegno da 926.220 dollari. Archiviata la tappa polacca, la Season 4 dell’EPT entra nella fase finale. Ci sono ancora due appuntamenti, due tappe vicine nel tempo e nello spazio.

A Sanremo, che rappresenta “la prima volta” di un EPT disputato in Italia, si gioca dall’1 al 5 aprile 2008. L’esordio del tour nel Belpaese non potrebbe essere migliore. Al casinò della cittadina rivierasca giungono infatti in 701 per giocare il Main Event da 5.000 euro. Tra i più famosi della nutrita compagine “azzurra” ci sono i pro Luca Pagano (coinvolto anche nell’organizzazione dell’evento) e Dario Minieri. Insieme a loro, spiccano giocatori italiani di livello europeo, come ad esempio il già citato Gino Alacqua, Dario Alioto, Alessio Isaia e Andrea Benelli.

Al final table di italiani ce ne sono due. Uno è di nuovo Minieri, autore di un torneo spettacolare che gli regala la chiplead nell’ultima giornata. L’altro è Gregory Genovese che alla fine chiuderà 5° davanti all’onnipresente William Thorson. Minieri invece raggiunge la fase di gioco a tre, in compagnia dell’allora sconosciuto statunitense Jason Mercier e del francese Anthony Lellouche. A quel punto, Mercier e Minieri si scontrano su un piatto che potrebbe valere il titolo. L’americano va in check-raise all-in con A♦4♦ sul flop 2♥7♦8♦. Minieri chiama con coppia di Q. Il turn 4♥ mantiene il vantaggio dell’italiano, ma il river è un 3♦ che regala colore a Mercier ed elimina Minieri al 3° posto. Jason Mercier batterà poi Anthony Lellouche in HU, per una vittoria da 869.000 euro. Sanremo apre al player USA le porte della stardom internazionale.

Il capitolo finale è quello di Montecarlo. Il Grand Final della Season 4 inizia il 12 aprile e si conclude 5 giorni dopo. Ormai non c’è più dubbio che l’ultimo torneo della stagione sia anche il più gettonato dai player di tutto il mondo. Ci sono infatti 842 giocatori che pagano 10.600 euro di buy-in per un montepremi record di €8.420.000. Tra i final 9 più accreditati per la vittoria finale, che vale €2.020.000, ci sono i professionisti a stelle e strisce Antonio Esfandiari e Isaac Baron e l’azzurro Luca Pagano.

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Dopo la chance avuta da Minieri a Sanremo, tocca adesso al giocatore trevigiano puntare al primo titolo per l’Italia del poker, ma sulla sua strada si frappone l’ungherese Denes Kalo. Dopo aver raggiunto la terza posizione nel chipcount a 6 left, il pro italiano si accorcia con un coin-flip andato male: J♥J♦ vs A♦K♣ di Maxime Villemure e A♣ al flop che consegna il mega pot al canadese. Poco dopo Pagano decide di rilanciare all-in con A♥J♠ sull’apertura di Kalo: l’ungherese chiama e con Q♠Q♥ e board liscio elimina l’avversario al 6° posto. L’italiano si consola con un payout di valore e mette sul proprio curriculum il terzo final table EPT e il 9° ITM in 4 stagioni (quest’ultimo è un nuovo primato).

Il final table si conclude con il trionfo del 22enne canadese Glen Chorny, che supera proprio Kalo in heads-up.

Foto di testa: Jason Mercier (credits Pokernews)