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Ci sono volute 173 mani giocate e quasi 7 ore di heads-up prima di conoscere il nome del vincitore del Main Event WSOP 2020, l’edizione più anomala di sempre, disputata in parte online e in parte dal vivo. Senza nulla togliere alla qualità della manifestazione e al risultato finale, è probabile infatti che questa edizione verrà ricordata principalmente come quella disputata “ai tempi del coronavirus”: in questo senso, il nostro augurio è che si sia trattato della prima e ultima volta.

Il testa a testa conclusivo, quello tra lo statunitense Joseph Hebert, vincitore del final table nordamericano, e l’argentino Damian Salas, primo nella selezione internazionale, si sarebbe dovuto giocare il 30 dicembre scorso, ma è stato necessario posticiparlo alle 5:00 pm ora di Las Vegas (le 2:00 di notte in Italia) del 3 gennaio 2021 poiché l’ingresso di Salas negli Stati Uniti è stato ritardato a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia.

Alla fine la vittoria è andata proprio quest’ultimo che ha così potuto alzare al cielo il famoso braccialetto, forse il premio da lui più ambito. Salas ha infatti dichiarato di giocare a poker solo per passione, visto che il suo lavoro da avvocato rimane la fonte principale di reddito. Buon per lui, dal momento che questa vittoria gli ha consegnato un milione di dollari che si vanno ad aggiungere ai $1.550.969 incassati dopo il final table di Rozvadov. 2,5 milioni in tutto, per un totale di oltre 4 milioni di dollari vinti nei tornei di poker. Damian Salas, inoltre, entra di diritto nell’elitario gruppo dei giocatori che hanno raggiunto il final table al ME WSOP più di una volta: nel 2017 si era infatti classificato al 7° posto.

Per Joseph Hebert, che di fatto è un giocatore amatoriale, rimane la soddisfazione di un grandissimo risultato e di un “argento” che vale $1.553.256, ottenuto a partire da 300 dollari investiti in un satellite online.

E così, alla fine anche il 2020 ha potuto eleggere il proprio “campione del mondo” di Texas Hold’em, come ormai da tradizione viene considerato il vincitore del Main Event alle World Series Of Poker. Ma la sfida finale è stata tutt’altro che in discesa per Damian Salas. Al contrario, la partita è stata piena di montagne russe e di colpi di scena, quelli che stiamo per raccontarvi attraverso i nostri highlights del match.

L’heads-up si è svolto nella Amazon Room del Casinò Rio di Las Vegas, sotto i riflettori e le telecamere di ESPN (l’evento verrà trasmesso prossimamente). La struttura di gioco è stata modificata ad hoc per la partita: stack iniziale di 500.000 chips, bui a partire da 500/1.000 e senza ante fino alla fine, ma con livelli di gioco ridotti a 20 minuti. In sostanza, partenza deep (500bb) ma bui che si alzano molto in fretta.

Nei primi quatto livelli di gioco non succede granché. Salas prende un po’ di vantaggio, circa 50mila gettoni, grazie forse ad una maggiore esperienza nella gestione del fase postflop. Verso la fine del livello 5 (bui 2K/4K) arriva il primo ribaltone. Hebert limpa, Salas rilancia a 13.000 e lo statunitense chiama. Il flop recita 3♦J♣2♦, ma nessuno dei due fa azione. Quando però al turn si materializza un A♦, Hebert va in check-raise fino a 29.000 chips dopo la puntata a 8K dell’argentino il quale, dopo averci pensato a lungo, decide di aggiungere nel piatto i 21.000 gettoni mancanti. Si va così al river, un 8♣: Salas fa check e Hebert lo mette subito alle strette con una puntata da 106.000 chips. Damian Salas va di nuovo in the tank, ma questa volta l’esito è un fold. La classifica si ribalta: Hebert sale a 535K, Salas scende a 465K.

L’argentino è però un osso duro. Gli basta infatti solo un livello per tornare al comando, 557K vs 443K, e la mano con cui ci riesce è una prova di forza preflop. Il livello è il 6° (2.500/5.000) quando Hebert limpa, per poi tribettare fino a 42.000 le 13.000 chips rilanciate da Salas. La “palla” torna a quest’ultimo che, dopo quasi due minuti di pensata, non si tira indietro e piazza una forbet da 106.000 pezzi che obbliga Hebert al fold.

Il livello 7 (3K/6K) inizia con Salas ancora sugli scudi, ma finisce con un nuovo capovolgimento di chiplead. Il player argentino domina la prima parte mettendo in mostra una buona dose di aggressività, come si vede da questa mano. Apre Salas a 15.000 e Hebert chiama, per veder scendere questo flop: 5♠4♥A♥. C-bet da 12.000 chips dell’argentino e nuovo call del giocatore americano. Il turn è un 6♣, sul quale Hebert check-calla ancora, questa volta per 35.000 gettoni. Al river scende un 4♦: ultimo check di Hebert, Salas piazza la “terza pallottola” da 106.000 che induce il suo avversario al fold. All’ultima mano del livello, però, Jospeh Hebert torna avanti. Lo statunitense apre a 15K e Salas chiama. Il flop è di quelli che promettono azione: K♥6♥A♠. Salas infatti va in check-call per 8.000 chips. La stessa azione si ripete al turn, un 2♦, questa volta per 22.000 chips. L’azione si sposta così sull’ultima carta del board, un 10♥ potenzialmente intrigante. Damian Salas esce infatti puntando 38.000, seguito dallo snap-call di Hebert che mette sul tavolo 9♥8♥, colore chiuso al river. Salas è costretto a muckare la propria mano. Il livello finisce con Hebert a 528.000 e Salas a 472.000.

Nuovo livello, l’ottavo, ma il trend favorevole a Hebert non cambia. Anzi, ad un certo punto, l’heads-up sembra prendere una piega decisiva a suo favore. La mano chiave è la numero 71 che inizia con l’apertura di Hebert a 20.000 (i bui sono adesso 4K/8k) e il call di Salas. Al flop, K♥Q♦K♠, l’original raiser mette pressione con altre 10.000 chips in mezzo che tuttavia il suo avversario porta a 28.000 con un check-raise. Il successivo call del giocatore della Louisiana fa scendere un 5♦. Salas insiste, questa volta puntando 52.000, ma Hebert chiaramente ha qualcosa in mano e chiama. L’ultima carta del board è un 7♣. L’avvocato argentino ci pensa un po’ prima di mettere in mezzo 139.000 chips che Hebert chiama con facilità: lo statunitense ha infatti trips con K♦4♦ mentre della mano di Salas si vede solo una [Qx], per un doppia coppia floppata. Poche mani dopo, la maggior parte favorevoli a Joseph Hebert, il livello si chiude con quest’ultimo avanti 828.000 a 172.000.

La partita entra nel livello 9 (5.000/10.000) e Damian Salas si trova sempre di più nella zona a rischio. Hebert incassa subito un big pot, ancora una volta grazie a un “Kappa debole” (K♠2♦) che il flop K♣K♣2♣ trasforma in fullhouse. Salas lo paga su due street e scende a 102.000 chips, che equivalgono ad appena 10 bb. Il primo “all-in call” della giornata è inevitabile. Salas mette tutto con A♦2♣ e Hebert risponde con K♦5♥. Il board mantiene il vantaggio di Damien Salas che risale a 204.000 chips.

I successivi 30 minuti confermano la chiplead di Hebert che chiude il livello 10 con 866.000 chips, mentre Salas annaspa a quota 134.000. E’ ormai chiaro che per l’argentino la partita è entrata nella fase decisiva, quella del cosiddetto “push-fold“. Alla terza mano del livello 11 (8K/16K) Damian Salas è all-in con 10♠10♥, chiamato da Joseph Hebert che mostra K♦9♠. Il board scorre 6♠4♣A♠7♣7♥ e permette all’argentino un altro fondamentale double-up. Nelle mani successive la musica non cambia e Salas, dopo aver pagato un altro flush all’avversario, è costretto a forzare il gioco con numerosi shove preflop. Gli va bene che il suo avversario non sia mai equipaggiato per un call, consentendogli di incassare una serie di piatti uncontested e di risalire un po’.

700K vs 300K a favore di Hebert è la situazione degli stack all’inizio del livello 13 (15K/30K). In questa fase sono più i walking e gli shove che le azioni sul board. A parte una. Il giocatore statunitense apre a 60K, Salas chiama e i due giocano su questo flop 2♦10♥K♠. L’action è: check-call dell’argentino per 30mila chips. Al turn scende un J♥ che suggerisce un check-check. L’ultima carta del board è un A♠ e la stessa azione si ripete. Allo showdown Damian Salas mostra Q♠10♣, scala chiusa al river e, forse, un’occasione mancata per lui di incassare qualche gettone in più. Poco male, perché poche mani dopo è di nuovo al comando con un’altra scala chiusa al turn e pagata al river da Hebert con 80.000 chips.

Il livello 14 (20K/40K) vede quindi Damian Salas avanti con uno stack di 660.000 chips. Hebert insegue a 340.000 e ora è lui ad essere a rischio, ma con questi bui basta un colpo per rovesciare la situazione. Dopo una serie di all-in e di fold, la collisione è in vista. Alla mano 153, Hebert mette tutto con A♥7♦ e questa volta trova il call di Salas con K♥Q♦. Un A♣ è la prima carta del board, quella che sostanzialmente chiude la mano e riporta Hebert in testa, 520K a 480K.

Non succede più nulla di rilevante, fino all’inizio del 15° livello di gioco (bui 25K/50K), quando Joseph Hebert dichiara l’all-in. Damian Salas si toglie gli occhiali da sole e chiede il conteggio delle chips del suo avversario: 380.000. L’argentino dichiara il call con K♣J♣ ma si trova dominato da K♠Q♥. Il board non offre sorprese e restituisce a Joseph Hebert gran parte dello stack. Il nuovo count dice: 760.000-240.000 a favore dell’americano. Ma alla mano numero 170, Salas si rifà. All-in con A♥10♦ vs A♠8♦: altro board liscio e nuovo cambio al vertice del count.

Il finale è ormai nell’aria. Hebert si salva una volta (mano 171) con Q♣4♦ vs K♠Tc] e provvidenziale 4♣ al turn. Poi arriva la mano 173, l’ultima. All-in dell’americano con A♦Q♠ e ancora call dell’argentino con K♦J♠. Quello che le carte hanno tolto a Salas due mani prima, lo restituiscono adesso: il flop è infatti tutto a suo favore con 5♣K♠8♠. Il turn 5♦ non aiuta Hebert al quale restano solo i 3 assi ancora nel mazzo per superare l’avversario. Il river invece è un K♣ che incorona l’argentino Damian Salas campione del Main Event WSOP, il 51° nella storia di questo glorioso evento.

La nuova annata delle World Series Of Poker rimane per ora avvolta nell’incertezza legata alla pandemia di coronavirus che negli Stati Uniti sta mietendo un numero di vittime altissimo. Al momento non è dato sapere se l’edizione 2021 si giocherà quasi del tutto online, come quella appena conclusa, o ci sarà un ritorno alla normalità del live.

Per ora possiamo solo dire che grazie alla formula particolare adottata, a metà tra online e live, l’edizione 2020 è comunque riuscita ad avere un Main Event appassionante sia per chi gioca in rete che per chi ama il poker dal vivo. E ha trovato un campione degno di questo nome.

E questa è la sua intervista rilasciata a PokerNews subito dopo la vittoria:

 

Foto di testa: i due finalisti, Damian Sasal (sinistra) e Joseph Hebert (destra). Courtesy of PokerNews

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