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Dalle 5:30 di questa mattina (ora italiana) il Main Event WSOP 2020 ha i suoi due finalisti. Dopo Damian Salas, già qualificato per l’heads-up conclusivo, è arrivato il nome del vincitore del tavolo finale “americano”, cioè quello riservato ai giocatori che hanno superato la selezione online su WSOP.com.

A sfidare il player argentino – già 7° al Main Event WSOP nel 2017 – sarà lo statunitense Joseph Hebert. Il giocatore proveniente dalla Louisiana ha impiegato solo quattro ore per imporsi sui 7 avversari e per staccare il ticket che vale un milione di dollari extra (cioè in più rispetto a quelli vinti questa notte) e il prestigioso braccialetto riservato al vincitore del Main Event WSOP.

Avete capito bene: 7 avversari e non 8 come previsto. Il tavolo finale è infatti iniziato con una defezione importante, quella di Upeshka De Silva. Il tre volte vincitore di un titolo alle World Series Of Poker è risultato positivo al COVID-19 e, per regolamento della manifestazione, è stato escluso dal final table, classificato d’ufficio al 9° posto e ripagato con $98.813 di premio. Una magra consolazione per il giocatore più esperto e probabilmente più forte al tavolo e una minaccia in meno per tutti gli altri, nonostante De Silva avesse il penultimo stack su 9.

A quel punto il pronostico è stato ancora più a favore di Hebert che ha iniziato la partita da chipleader, con un vantaggio di circa 7 milioni sul secondo in classifica, Shawn Stroke. Il resto lo hanno fatto le carte e i giocatori durante la partita, della quale vi proponiamo qui di seguito i momenti più significativi.

Il final table americano del ME WSOP 2020 ha preso il via al Rio Casino di Las Vegas circa alle quattro del pomeriggio di ieri (le una di notte in Italia). La partita è iniziato con il livello 33, bui 75K/150K bb ante 150K.

E in meno di un quarto d’ora è arrivata la prima eliminazione. Apre il gioco Ron Jenkins con un rilancio a 375.000 da UTG+2. Da cutoff replica Gershon Distenfeld il quale, rimasto con poco più di 10bb, va all-in con K♣J♣. All-fold fino all’original raiser che accetta la sfida forte della propria mano: Q♠Q♦. Il board scorre senza troppi sussulti, 2♥9♥3♠10♥5♥, ed elimina Distenfeld all’8° posto per $125.885, somma che il giocatore ha dichiarato di voler devolvere interamente in beneficienza. Il 44enne che di professione si occupa di finanza può infatti permettersi di giocare solo per divertimento e per il gusto della sfida, come ha raccontato a PokerNews nella video intervista che trovate qui sotto:

Dopo questa prima rapida eliminazione, per quasi due ore non succede più nulla di rilevante. Joseph Hebert mantiene inalterato il proprio vantaggio sugli inseguitori, il primo dei quali non è più Stroke ma Michael Cannon. Bisogna attendere il livello 35 (125K/250K bb ante 250K) per assistere alla seconda eliminazione: ad abbandonare la contesa è proprio Shawn Stroke.

Rimasto con solo 975.000 pezzi, il giocatore amatoriale di Long Island – 2° nell’evento WSOP #10, $365 NLH WSOP.com Online nel 2018 – decide di metterli tutti in mezzo con 3♠3♦ da UTG+1. Harrin Dobbin decide di isolarsi con una 3bet all-in da 4,2 milioni, ma trova Ron Jenkins che chiama da cutoff con gli ultimi 3,28 milioni di chips. Allo showdown Jenkins è avanti con Q♦Q♣, ma deve schivare Assi e King perché Dobbin ha A♥K♠ e un 3 che darebbe il set a Stroke. Il board gli è favorevole: 10♦2♠2♦10♥J♠. Jenkins sale al secondo posto con 8.200.000 chips, Dobin collassa in fondo al chipcount con solo un milione rimasto e Shawn Stroke lascia il final table al 7° posto, per un payout di $163.786, di gran lunga il suo miglior risultato nel poker.

Solo cinque minuti più tardi arriva il turno di Dobbin che va all-in con 5♦3♥ sull’apertura a 500.000 di Joseph Hebert. Il chipleader non può far altro che chiamare con K♥2♦. Harrison Dobbin è già drawing dead al turn K♣9♣2♥Q♣. Il river 9♠ non fa altro che sancire la sua eliminazione in 6a piazza, per $215.222.

La situazione a 5 left vede sempre al comando Hebert con 17,9 milioni, seguito da Ron Jenkins a quota 9,2, Michael Cannon a 6,6, Ryan Hagerty a 3,7 e Tony Yuan a 2,8. Il chipleader deve però guardarsi le spalle da Jenkins che, pur non essendo un professionista, è tra gli inseguitori quello vanta i maggiori successi nel poker live, con poco meno di 400.000 dollari incassati. L’altro pericolo è rappresentato da Hagerty il quale è a tutti gli effetti un professionista, anche se specializzato nell’online (oltre 3 milioni di dollari vinti su internet).

Pochi minuti prima della fine del livello il field si assottiglia ancora. Tony Yuan va all-in da small blind per 2,83 milioni di chips ma trova il call di Joseph Hebert. Showdown: Yuan mostra A♥10♥, Hebert gira sul tavolo 4♥4♦. Il board scorre 5♥3♦3♠7♦[9] ed elimina Tony Yuan in 5a posizione. Ad attendere in cassa il giovane studente di statistica c’è un assegno di 286.963 dollari.

In 4 entrano così nel livello 36 (150K/300K bb ante 300K). C’è subito una mano che risulterà importante per lo sviluppo della partita, anche se non rappresenta un’eliminazione. Al contrario, si tratta di un salvataggio abbastanza clamoroso. Il giovane appassionato di eSports (di lui parleremo ancora in futuro) Michael Cannon va all-in con A♠Q♦ e trova il call di Ryan Hagerty che lo domina con A♣K♠. Il piatto però si trasforma in uno split pot, con scala sul board: 6♥7♠4♦5♥3♥.

Una mano importante dicevamo, perché di fatto segna il destino di Hagerty. 20 minuti dopo, infatti, il professionista dell’online è player out. Ron Jenkins mette tutto in mezzo da small blind e Ryan Hagerty chiama con le ultime 2.650.000 chips, solo per trovarsi dominato A♠J♦ vs A♥8♦. Al flop scendono sia un J♠ che un 8♠, ma i giochi sono sostanzialmente fatti: le ultime due carte sono ininfluenti e Ryan Hagerty termina il suo torneo al 4° posto per $387.130 di payout (una cifra che dovrà dividere al 50% con i suoi finanziatori).

La fase 3-handed inizia con Hebert che mette pressione gli avversari dall’alto del suo stack e dei bui che ormai pesano molto sull’action. E infatti quella che rimane è davvero breve. Un uno-due impietoso.

Il chipleader apre a 600mila da bottone. Michael Cannon pusha i resti (4,8 milioni) da small blind, ottenendo il fold di Jenkins ma non quello di Joseph Hebert. Si va allo showdown: Cannon ha K♣Q♦ ma è quasi già condannato contro A♣A♥ di Hebert. Il board è super liscio e Michael Cannon si ferma sul gradino più basso del podio, per $529.258.

L’heads-up tra Joseph Hebert (26,8 milioni) e Ron Jenkins (13,3) è servito. Ed è anche consumato in fretta. Alla prima mano dopo i 15 minuti di pausa, i due finiscono ai resti preflop. Jenkins mostra Q♦Q♣, Hebert ha A♣Q♠. Potrebbe essere la mano che riapre la partita ma le carte hanno un programma diverso. Il flop K♦7♣A♦ porta in vantaggio Hebert, il quale ci resta sia al turn, un 4♥, che al river 8♣. Le donne questa volta non aiutano Jenkins che si deve accontentare (si fa per dire, naturalmente) di un “argento” del valore di $1.002.340.

Un emozionato Joseph Hebert vince così il tavolo finale americano per $1.553.256 e dedica il risultato alla madre Linda, morta a causa di un’embolia polmonare questa estate senza che il figlio potesse esserle accanto.

Hebert adesso si prepara per la finalissima, quella che lo vedrà contrapposto a Damian Salas. Ha solo 5 giorni per farlo: l’appuntamento con l’ultimo heads-up è fissato per domenica 3 gennaio 2021, con inizio alle 5 del pomeriggio ora locale, sempre al Rio Casino di Las Vegas.

Quello con PokerStarsnews.it è invece per il giorno successivo, quando vi potremo raccontare chi è il nuovo campione del Main Event WSOP 2020, l’edizione più anomala nell’era moderna del poker.

Stay tuned!

 

Foto di testa: il final table americano. Joseph Hebert è il secondo da destra (courtesy PokerNews)

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