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Se sentite qualcuno dire “sei un giocatore da Badugi“, state tranquilli perché non si tratta di un’offesa. Anzi potrebbe essere considerato un complimento.

Il Badugi è infatti una variante di poker americano piuttosto interessante dal momento che utilizza regole provenienti da altri giochi alle quale aggiunge elementi esclusivi.

Ma prima di addentrarci nelle regole, parliamo brevemente delle origini e del nome. Il secondo sembra derivi dal coreano baduk or badug che indica uno schema di colori bianco-nero. In coreano un cane “pezzato” bianco e nero – tipo il dalmata – è definito badugi. Il gioco del GO, che utilizza pedine bianche e nere, è invece chiamato baduk.

Per quanto concerne le origini, esistono più storie. Naturalmente c’è quella che colloca la nascita del Badugi in Corea del Sud, all’inizio degli anni ’80. Altri sostengono che, nello stesso periodo, il gioco sarebbe stato concepito a Winnipeg (Canada) sotto il nome di Off Suit Lowball e praticato nei club di biliardo o di poker. C’è infine una terza via secondo la quale il Badugi corrisponde all’Airborne, un poker molto diffuso nelle carceri degli Stati Uniti del Sud, in particolare in quelli della Florida. A livello di diffusione negli States a partire dai primi anni 2000 e successivamente nel mondo, tutti sono invece concordi nel riconoscere a Paul “Eskimo” Clark questo merito (fonte di riferimento pagat.com).

Immagine credits PokerNews

Il nome della versione “Winnipeg” è quella che ci offre un primo dettaglio su come funziona questo gioco. Il Badugi è infatti un poker lowball, dove cioè il punto vincente è quello più basso, come succede ad esempio nell’Ace-to-Five o nell’Omaha High-Low (in questo secondo caso si applica solo a metà del piatto).

Nel Badugi, però, il punto è formato da 4 carte tutte diverse tra loro sia per valore che per seme. Chi ci riesce, realizza appunto un “badugi”. Non è detto però che si tratti del badugi vincente perché il piatto va a chi possiede la combinazione più bassa di carte, dove l’Asso ha il valore minimo.

Il confronto tra le mani avviene solo in caso di showdown. Prima di arrivarci ci sono 3 round di cambio delle carte e 4 di puntate.

Il Badugi è quindi anche un draw poker (come il 5 card draw, da noi “poker all’italiana”). Significa che i giocatori possono scartare un certo numero delle proprie hole cards e riceverne altrettante dal mazziere (draw). Le carte scartate non vengono reinserite nel mazzo.

Si comincia con la distribuzione delle prime quattro carte. I giocatori le controllano e danno vita al primo giro di puntate. A questo punto, chi è ancora in gioco può cambiare da 1 a 4 carte (o anche nessuna). La stessa meccanica si ripete nel secondo e nel terzo round. Quest’ultimo conclude la fase dei draw e lascia il posto al quarto round di puntate e all’eventuale showdown.

Immagine credits PokerNews

Servono poche mani per assimilare il meccanismo. Un po’ di più, invece, per comprendere la strategia che si basa su probabilità diverse rispetto a quell dei giochi che utilizzano 5 carte. Ad esempio, una mano iniziale A♣2♠3♦3♥ è molto buona perché offre chance superiori al 50% di chiudere un badugi vincente al quarto round: si può quindi tentare il bluff nelle street precedenti!

Nonostante il Badugi di solito utilizzi il sistema di puntate a limite fisso, il bluff è un’arma utilizzabile dal momento che non ci hole cards scoperte (come nello Stud) né community cards (Texas Hold’em e Omaha). Come in generale in tutte le forme del poker, anche la posizione al tavolo – che comprende bottone, Small Blind e Big Blind – rimane un elemento chiave.

Infine, uno sguardo alle competizioni. Il Badugi è prima di tutto un gioco da cash game, ma è usato anche in forma torneistica, soprattutto negli States. Anche se alle WSOP per ora non c’è ancora un braccialetto dedicato, il Badugi è presente in due tipologie di Mixed Game: il Dealer’s Choice e il Mixed Triple Draw Lowball.

Immagine di testa: Dominick Sarle, vincitore nel 2022 del titolo WSOP $2,500 Mixed Triple Draw (credits WSOP/Pokernews)