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Corsa scudetto a due? Non è detta l’ultima parola.

A dirlo è stata la 13ª giornata di Serie A, con due vittorie che sanno di speranza e due sconfitte che hanno rallentato la corsa delle prime.

Torna il campionato dopo la due giorni di coppe, con il Milan che in Europa ha subito rialzato la testa: punito nell’ultimo turno da un’ottima Fiorentina – che ha approfittato dei troppi errori rossoneri – la grande notte contro l’Atletico può dare una spinta in più a un gruppo che nell’ultimo anno si è dimostrato continuo e maturo.

La corsa dei ragazzi di Pioli riprende dal Sassuolo, quella del Napoli invece ricomincia dalla Lazio dopo lo stop contro l’Inter. La nota più stonata della serata di San Siro è stata il grave infortunio di Osimhen: Spalletti perde il suo attaccante per tre mesi, esattamente nello stesso periodo in cui si fece male anche un anno fa. Allora l’assenza del nigeriano fu determinante e proprio la partita contro l’Inter segnò un cambio di rotta che ribaltò equilibri e stagione. In Europa è arrivato un altro stop, se davvero questa squadra è pronta per restare al top e consapevole dei propri mezzi è il momento di dimostrarlo, con orgoglio e carattere.

Non sorridono le capoliste ma può farlo l’Inter, a quattro punti dalla vetta. Subito dietro ci sono gli altri nerazzurri dell’Atalanta:  entrambe in questo momento sembrano incontenibili, almeno dal punto di vista offensivo. Tra le ottime cose che la squadra di Gasperini ha mostrato, c’è la capacità di venire fuori alla grandissima nella seconda parte di stagione dopo una partenza diesel. Se dovesse ripetersi anche quest’anno, è difficile pensare a un’Atalanta tagliata fuori dalla corsa scudetto. Le energie spese in Europa e la determinazione nel dimostrare di poter fare il definitivo salto di qualità faranno la differenza.

E la Juve? Alti e bassi, zero continuità. Pochi giorni dopo aver sconfitto la Lazio, i bianconeri sono stati asfaltati a Stamford Bridge e il ko contro il Chelsea può lasciare strascichi anche a livello mentale. È vero che la rosa non è inferiore a quelle che le stanno davanti in classifica ed è anche vero che questa Juventus c’entra poco con quella che sei anni fa si mise in testa di recuperare e vinse il 5° scudetto di fila. 

I bianconeri faticano dal punto di vista fisico e psicologico: tatticamente non si vede un’idea valida e poi c’è un rendimento altalenante, una partita da riscatto e poi nuovi crolli. Se l’ultimo successo all’Olimpico sarà soltanto un’altra illusione lo dirà già l’appuntamento di sabato, quando allo Stadium arriverà l’Atalanta.

Per uno scontro diretto tra due squadre che per valori e ambizioni possono sentirsi in corsa per la Champions più che per lo scudetto, ma che per il momento – sul campo – sono condannate a inseguire e a sperare in nuovi passi falsi di chi le precede.

Una settimana tra le più significative della stagione. Ma mancano ancora 7 mesi. E c’è ancora tanto calcio da vedere e tanto tempo per cambiare le cose.