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C’è qualcosa di epico e inevitabile quando Marc Marquez corre ad Aragon. Sembra che l’asfalto spagnolo riconosca le sue traiettorie, che il tracciato assecondi ogni sua mossa, che il Motorland sia un’estensione naturale del suo talento. E infatti, il weekend appena trascorso ha rispettato il copione delle grandi imprese: Marquez vince, domina, detta legge. Dal primo all’ultimo giro. Un successo netto, chirurgico, il primo in MotoGP dal ritorno a pieno regime dopo gli infortuni, e che sa tanto di rivincita personale quanto di messaggio al paddock: Marc c’è, eccome se c’è.

Il trionfo è reso ancora più iconico dalla doppietta in famiglia: Alex Marquez chiude secondo, completando un weekend da sogno. Alle loro spalle, un Pecco Bagnaia finalmente più solido, più combattivo, più “campione”: dopo una sprint disastrosa, il piemontese reagisce con grinta, resiste agli attacchi di un indemoniato Pedro Acosta e prova, nel finale, persino ad avvicinarsi al fratello minore di Marc. Il podio lo premia con il sorriso e con un segnale importante in vista della parte calda della stagione.

A dare manforte alla spedizione italiana ci pensa un buon Franco Morbidelli, che artiglia un quinto posto prezioso e sudatissimo, difendendosi fino all’ultimo metro dagli attacchi del rookie Aldeguer. Ma la rimonta più spettacolare la firma Marco Bezzecchi: ventesimo in griglia, ottavo al traguardo. Un’impresa da veterano, condita da sorpassi, intelligenza e fame. Lo sfortunato Binder scivola via mentre navigava in top 6, stessa sorte per Vinales e Quartararo, incapaci di concretizzare quanto di buono mostrato a tratti.

La gara è stata anche un inno al duello: quello rusticano tra Bagnaia e Acosta, tra tecnica e nervi, ma anche quello strategico tra i fratelli Marquez, con Marc che prende il largo solo nel finale dopo aver faticato a scrollarsi di dosso Alex. Una bandiera gialla ha spezzato l’equilibrio, la caduta di Zarco ha ricompattato il gruppo, ma non ha cambiato l’inerzia: Marc era semplicemente troppo forte per tutti.

Con otto vittorie ad Aragon, Marquez consolida un dominio quasi mistico su questo circuito. Ma forse, soprattutto, riapre un capitolo che molti credevano chiuso. Il re è tornato. E questa volta, sembra deciso a rimanere.

Le pagelle del GP di Aragon

Marc Marquez – 10

Il fine settimana perfetto. Pole, ritmo gara insostenibile, gestione da campione. Non sbaglia nulla e torna a vincere là dove aveva sempre dominato. Aragon è il suo regno. Il feeling con la moto è tornato quello dei giorni migliori, e la lucidità nei momenti chiave fa la differenza.
Non ha mai dato l’impressione di essere sotto pressione, nemmeno quando Alex provava a restargli incollato. Questo successo vale più di una vittoria: è un manifesto del ritorno di Marc ai vertici.

Alex Marquez – 9

Il fratello minore tiene botta per gran parte della gara, obbligando Marc a tirare fuori il massimo. Secondo posto meritatissimo, mai realmente impensierito da Bagnaia. Gestisce con grande maturità il vantaggio, senza mai esagerare o esporsi al rischio. È una delle sue prove più convincenti in MotoGP: solido, rapido e finalmente continuo.

Pecco Bagnaia – 7,5

Dopo una sprint da dimenticare, si riscatta con un gran premio solido. Lotta con Acosta, tenta il recupero su Alex Marquez e blinda un podio importante per fiducia e classifica. Non ha ancora il passo per insidiare i Marquez, ma dimostra testa e determinazione. Se trova continuità, può tornare a essere protagonista nella corsa al titolo.

Pedro Acosta – 7

Aggressivo, spettacolare, ma ancora un po’ incostante. Il talento c’è tutto, ma qualche sbavatura lo allontana dal podio. È comunque tra i protagonisti. Il duello con Bagnaia è acceso e divertente, ma nel corpo a corpo manca ancora di lucidità. Serve un pizzico di esperienza in più per trasformare la velocità in risultati concreti.

Franco Morbidelli – 6,5

Una gara di carattere. Si difende alla grande da Aldeguer, mostra finalmente un passo competitivo e chiude con un buon quinto posto. In crescita. Tiene duro anche nei momenti più delicati, senza commettere errori gravi. Se continuerà così, potrà ritagliarsi uno spazio importante nella seconda metà di stagione.

Marco Bezzecchi – 8

L’impresa della domenica: dalla 20esima posizione all’ottava, con una rimonta spettacolare e pochi errori. Il Bezzecchi che ci si aspettava, finalmente. Aggressivo nei sorpassi, pulito nella guida, sempre lucido nella gestione. Un’iniezione di fiducia fondamentale dopo weekend complicati e sfortunati.

Fermín Aldeguer – 6,5

Rookie coraggioso e veloce. Sfiora la top 5 e tiene testa a Morbidelli. Si sta costruendo una reputazione.

Brad Binder – 6

Era in lotta per la sesta piazza quando cade. Peccato, la sua gara era in crescendo. Sfortunato.

Johann Zarco – 5

Scivola senza lasciare traccia. Weekend da dimenticare, al netto dell’esperienza che ormai non basta più.

Maverick Vinales – 5,5

Qualche guizzo, ma manca la continuità. La caduta finale rovina tutto, come troppo spesso accade.

Fabio Quartararo – 5

Una delle stagioni più complicate della sua carriera continua. Era tra i migliori nella prima parte di gara, ma ancora una volta cade sul più bello.

Fabio Di Giannantonio – 5,5

Alti e bassi, battagliere ma poco incisivo nel finale. Superato da Mir e poi da altri, soffre un po’ il degrado gomme.