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Il protagonista che non ti aspetti. Nelle querelle tra Lewis Hamilton e Max Verstappen, spunta un terzo incomodo a prendersi la vetrina del weekend messicano: parliamo di Valtteri Bottas, capace di prendersi la copertina al sabato… e anche alla domenica.

Prima costruendo un’impresa straordinaria, poi distruggendo il tutto offrendo un assist clamoroso alla già fortissima Red Bull.

Bottas, cosa fai?

Il finlandese di Mercedes, infatti, nella giornata di sabato aveva estratto il coniglio dal cilindro trovando una pole position clamorosa, su una pista in cui Red Bull era nettamente più veloce. Non solo: con il secondo posto di Lewis Hamilton in griglia, le premesse per provare ad assestare un contro-break a Red Bull dopo la vittoria di Verstappen ad Austin sembravano esserci tutte.

Sarebbe bastato partire bene e tenere le Mercedes nelle prime due posizioni, per poi gestire una gara che sarebbe stata tutta in discesa.

Bottas, invece, (che sa già che a fine stagione verrà dirottato in Alfa Romeo) decide per un vero e proprio harakiri: parte bene e chiude Hamilton, aprendo un metaforico portone in cui un incredulo Verstappen non può che buttarsi a capofitto.

La gara, a quel punto, è già finita. Verstappen vola verso la vittoria, e verso un titolo mondiale che appare sempre più vicino, con 19 punti di margine a quattro gare dal termine.

Perfezione Verstappen e Red Bull

Max Verstappen, presa la testa della gara con una staccata per la verità eccezionale al termine del primo rettilineo, ha poi portato a termine una delle gare più semplici dell’anno, aiutato da una vettura perfetta che – come già si sapeva – nell’altura messicana non avrebbe perdonato, nonostante le incertezze della qualifica. Come del resto da lui stesso candidamente affermato nel post gara:

“Una volta salito al comando mi sono dovuto concentrare solo su me stesso. La vettura aveva un passo incredibile e sono riuscito a vincere la gara”.

Ora arriva il Brasile, altra pista graditissima al fuoriclasse olandese e alla sua Red Bull, ormai sempre più vicina al titolo piloti.

Ma non solo: la scuderia di Milton Keynes, dopo la gara di Città del Messico, ha riaperto tutto anche nel Campionato Costruttori: quella che sembrava un’esclusività di Mercedes ora è seriamente nel mirino di Red Bull, con un solo punto di differenza – per ora a favore della scuderia tedesca.

Hamilton, il talento non basta

Lewis Hamilton, dal canto suo, ha fatto davvero il possibile: ostacolato dal proprio compagno di squadra in partenza, con una macchina inferiore è riuscito almeno a non farsi sopraffare dal nervosismo, portando a casa il massimo possibile. Ovvero un secondo posto, grazie al disinnesco dell’idolo di casa Perez, che più volte aveva provato ad infiammare il suo pubblico provando un sorpasso al pluricampione del mondo, che però non è arrivato.

Ora, il sette volte Campione del Mondo ha bisogno davvero di un miracolo, perchè recuperare 19 punti a questo Max Verstappen (e a questa Red Bull), con un Bottas che sembra non essere più in grado di aiutare la causa del fuoriclasse inglese, al momento sembra quasi una chimera.

Ferrari, Messico dolceamaro

A Maranello, attendevano con ansia la gara del Messico. E in effetti, nel circuito dedicato ai fratelli Rodriguez, la Ferrari ha concluso con un ottimo quarto e quinto posto, davanti alle McLaren decima e dodicesima. Bottino di tappa, quindi, positivo, in un circuito che doveva esaltare le caratteristiche della rossa.

Da rivedere, però, la strategia utilizzata: la Ferrari ha chiesto ad un Sainz molto più veloce di lasciar strada al compagno Leclerc, col monegasco però incapace di prendere Gasly al quarto posto. Quindi, bene per i punti guadagnati su McLaren; meno bene, perchè si poteva fare meglio.

Ora si va in Brasile, dove si otterranno molte risposte: il terzo posto nei costruttori (unico obiettivo realistico per il Cavallino) sembra davvero alla portata.