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A oltre un anno di distanza dall’inizio della disputa legale tra Epic Games e Apple, è arrivato il verdetto della corte. Ad emetterlo è stata unicamente la giudice Yvonne Gonzalez-Rogers, che dal settembre 2020 ha in mano il caso. Entrambe le parti hanno infatti optato per un “bench trial”, ovvero un ricorso in tribunale ma senza giuria.

Del caso Epic Games vs Apple abbiamo parlato più volte. Ma per chiarezza facciamo un rapido riassunto. Al centro della contesa c’è il videogame Fortnite, non più raggiungibile sull’Apple Store dall’agosto 2020. Il blocco è avvenuto dopo che Epic ha cercato di bypassare la percentuale dovuta all’azienda di Cupertino. Per tutto risposta il publisher ha fatto causa a Apple accusandola di posizione monopolistica.

Questa, in estrema sintesi, la situazione di fronte alla quale la giudice Yvonne Gonzalez-Rogers ha emesso una “permanent injuction“, ovvero una sentenza esecutiva ma con possibilità di ricorso. Al momento non è certo se le parti si avvarranno di questa opzione, perché in effetti entrambe hanno un po’ vinto e un po’ perso. Vediamo perché.

A favore di Epic c’è l’ingiunzione permanente che obbliga Apple a consentire sul proprio store la visibilità di forme di pagamento di terze parti. In altre parole, all’interno dei loro prodotti gli sviluppatori potranno inserire sistemi diretti di pagamento (“In-App”) o link e informazioni (“metadata buttons, external links, or other calls to action”) a siti dove è possibile fare acquisti esternamente allo store Apple. L’azienda della “Mela” ha 90 giorni per adeguarsi alla decisione della Gonzalez-Rodger, salvo fare ricorso ad una corte di livello superiore.

Su questo fronte è uno a zero per Epic. Ciononostante l’imposizione potrebbe non essere un problema insormontabile per Apple. Di recente il colosso creato da Steve Jobs & friends ha infatti annunciato la possibilità per gli sviluppatori di applicazioni “Reader” di collegare gli acquisti e gli abbonamenti in-app a un sito Web esterno (fonte iphoneitalia.it). Inoltre la fee dell’azienda è scesa dal 30% al 15% per gli sviluppatori che non superano il milione di fatturato.

Il raddoppio a favore del publisher di Fortnite è invece mancato sul fronte della posizione monopolistica imputata a Apple. La giudice ha infatti sentenziato che l’azienda non detiene il monopolio nel settore di riferimento: “the court cannot ultimately conclude that Apple is a monopolist under either federal or state antitrust laws”.

Il concetto di settore di riferimento è risultato fondamentale per la decisione. Per la corte in ballo ci sono solo le transazioni di giochi digitali e non altro (“The relevant market here is digital mobile gaming transactions”), ragione sufficiente per scagionare Apple dall’accusa di monopolio. Tutt’al più, l’azienda sta attuando una strategia anticoncorrenziale ai sensi delle leggi sulla concorrenza della California.

Così si legge nel testo ufficiale: “the court cannot ultimately conclude that Apple is a monopolist under either federal or state antitrust laws. Nonetheless, the trial did show that Apple is engaging in anti-competitive conduct under California’s competition laws”.

Un punto decisivo a favore di Apple perché, se viene meno l’accuso di monopolio, Epic Games è rea di non aver rispettato il contratto dell’App Store. E infatti la giudice Yvonne Gonzalez-Rogers ha stabilito che l’azienda diretta da Tim Sweeney dovrà pagare un bel po’ di dollari all’avversario: più di 3,5 milioni di dollari. La cifra è il 30% di quanto realizzato ($12.167.719) da Epic dopo l’introduzione dei sistemi di pagamento all’interno di Fortnite.

Alla fine, chi ha vinto? Come dicevamo all’inizio, probabilmente nessuno dei due. Da un lato Apple è costretta a concedere più spazio alla concorrenza; dall’altro Epic non è riuscita nell’intento principale di scalzare completamente il sistema degli store (una causa simile è in corso con quello di Google). Di sicuro hanno perso gli utenti iOS che, almeno per ora, non potranno giocare all’ultima versione di Fortnite.

In effetti, stando alle dichiarazioni nel post-sentenza, le lamentale arrivano soprattutto da Tim Sweeney che non ha nascosto il proprio disappunto per la decisione della giudice. Il CEO di EPIC ha parlato di sconfitta per sviluppatori e utenti (iOS), dal momento che questi ultimi per ora non potranno giocare all’ultima versione di Fortnite. Senza contare il danno nei confronti di una “più giusta concorrenza”. In separata sede, Sweeney ha poi dichiarato che l’azienda sta valutando di ricorrere in appello.

Sull’altro fronte, per l’avvocato di Apple Kate Adams si tratta di una “grande vittoria” per l’azienda. “Oggi la Corte ha affermato quello che sappiamo da sempre: l’App Store non viola la legge antitrust. Come ha riconosciuto la Corte, il successo non è illegale“.