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Un po’ vecchio ma ancora valido: un concetto, quello di “sempreverde”, che si adatta bene a Caesar III.

Per chi non conoscesse questo videogame storico (in tutti i sensi), specifichiamo subito che Caesar III è uno strategico in tempo reale, del tipo city building management e per giocatore unico. E’ uscito nel 1998 per Windows e nel 1999 per Mac OS.

Caesar III si colloca sulla stessa linea di altri giochi strategici come ad esempio SimCity e Settlers II, dai quali però si differenzia per la maggiore complessità, una grafica accattivante e un gameplay molto più evoluto.

Screenshot Caesar III (credits Activision Blizzard/YouTube)

LA SERIE E LACCOGLIENZA

Caesar III fa parte di una serie di videogiochi RTS creati da Impression Games e distribuiti da Sierra On-Line (o Entertainment) a partire dal 1993, anno di uscita di Caesar. Visto il buon risultato – più di 400mila copie vendute in tre anni – il publisher nel 1995 ha pubblicato Caesar II, con lo scopo di migliorare la grafica del gioco e risolvere i bugs presenti nel primo titolo. Questa operazione è stata raggiunta in maniera più completa con Caesar III (1998) sul quale sono stati poi costruiti tre spin-off per altrettante ambientazioni storiche: Faraon nel 1999 (Antico Egitto), Zeus nel 2001 (Antica Grecia con infiltrazioni mitologiche) e Emperor nel 2002 (Antica Cina).

L’accoglienza del pubblico è stata molto buona per tutti i titoli Caesar che nel 1997 sono stati inseriti a PC Gamer al 96º posto tra i migliori videogiochi di sempre per computer. Secondo quanto dichiarato da Sierra nell’aprile 1999, l’intera serie ha venduto più di un milione di copie a quella data. Di queste, la metà riguardano Caesar III. Nel 2013 la cifra complessiva è arrivata a 2,5 milioni di copie vendute. (fonte wikipedia).

I successivi titoli hanno perso un po’ di appeal tra il pubblico, a causa della ripetitività del gameplay e della concorrenza di RTS più dinamici come Warcraft II-III, StarCraft e dal più articolato Age of Empires. Faraon è l’unico che si è distinto grazie a un buon risultato di vendite e valutazioni positive della critica.

Nel 2006 è uscito Caesar IV, per mano dello sviluppatore Tilted Mill Entertainment e distribuito da Vivendi Universal Games, azienda nella quale era nel frattempo confluita Sierra Entertainment. La successiva (2007) fusione di Vivendi con Activision ha dato vita ad Activision Blizzard che dal 2008 incorpora anche Sierra.

Caesar IV è stato il primo titolo della serie ad essere sviluppato con un motore grafico 3D ma l’accoglienza del pubblico è stata tiepida. Nonostante questo la serie non si è conclusa lì. E’ soltanto andata in stand-by per 17 anni, fino al febbraio 2023 quando è uscito il remake di Faraon, con il titolo Pharaoh: A New Era.

Pharaoh: A New Era

IL GAMEPLAY

Il concetto che sta alla base di tutta la serie è abbastanza semplice. Il giocatore deve gestire una città dell’Impero Romano. L’imperatore ha dato l’incarico di ingrandirla, farla prosperare e difenderla dai nemici. Il tutto mantenendo un buon rapporto con le divinità romane che sono piuttosto sensibili.

La città all’inizio non c’è, esiste soltanto il territorio dove farla sorgere. Si comincia quindi con la costruzione di strade e case per attirare le persone. Si prosegue poi con strutture idriche, sanitarie, produttive per arrivare ai luoghi di culto e alle forme di intrattenimento. Solo mantenendo alta la qualità della vita le persone restano, altrimenti inizia l’esodo che rende difficile il completamento della missione.

Cesare pretende infatti che il governatore raggiunga un certo numero di target cittadini, tra i quali il numero di abitanti, la quantità di denaro pubblico, la felicità delle persone oltre a una serie di adempimenti speciali (invio di doni, benevolenza degli dei etc). Una volta raggiunti questi, il livello è superato e il giocatore può scegliere tra due nuove città da creare: una più pacifica ma più problematica dal punto di vista delle risorse, l’altra più esposta agli attacchi nemici.

In Caesar III (così come negli altri titoli della serie) c’è infatti anche la parte bellica. Non bisogna però aspettarsi un vero wargame, anzi. Il meccanismo della battaglia si riduce alla creazione di strutture militari (accampamenti, fortificazioni etc) e poi all’attivazione dei soldati nel momento in cui arriva il nemico, annunciato da un sonoro molto esplicito. A quel punto l’azione diventa un clicca-e-punta con il quale inviare l’unità sul luogo dello scontro che viene risolto automaticamente dall’I.A. Forse questo è l’aspetto meno interessante del gioco, ma nel valitarlo bisogna tenere presente che Caesar III nasce come gioco strategico di tipo manageriale, non bellico.

CONSIGLI

Arrivare alla fine di Caesar III non è semplice. Ci sono 10 livelli (più il tutorial iniziale) che corrispondono ad altrettante cariche pubbliche romane e ad altrettante città da governare (sempre in duplice scelta). Si parte dal semplice Funzionario di Brundisium (Brindisi) per arrivare al Cesare che gestisce Massilia (Marsiglia) o Lindum (Lincoln) e la progressione implica target sempre più alti da raggiungere in città che presentano difficoltà crescenti.

Per affrontare il compito ci sono alcuni elementi chiave da tenere presente.

Sviluppare la città in maniera progressiva. E’ importante seguire i bisogni primari delle persone, cioè la casa, l’acqua e il cibo. Subito dopo servono i medici, gli addetti agli incendi e alla stabilità degli edifici.

E omogenea. Creare da subito troppi quartieri può essere un problema. Meglio concentrarsi su un paio di aree non troppo lontane tra loro e collegate. Ed è bene ricordarsi che non serve un’area super chic se nel resto della città ci sono ancora le baracche!

Evitare i labirinti. Il reticolo stradale arriva solo nella fasi avanzate dello sviluppo della città. All’inizio è meglio avere poche strade dritte, in modo da evitare ai cittadini percorsi intricati. Se la deviazione secondaria è già stata fatta, la si può sempre bloccare togliendo un pezzo di strada: in questo modo le persone tornano su quella principale.

Lasciare spazi. I quartieri hanno bisogno di spazi dietro alle case per poter inserire strutture di intrattenimento nelle fasi avanzate della partita.

Onorare le feste. Lo abbiamo già detto: in Caesar III gli dei sono permalosi e diventano vendicativi se ci si dimentica di loro. Il gioco consente di impostare un calendario con il quale attivare le celebrazioni di ciascuna divinità in maniera automatica.

Commerciare. E’ probabilmente l’elemento chiave di questo gioco. Senza il commercio le casse pubbliche si esauriscono, è quasi inevitabile. I soldi sono fondamentali, quindi già dopo le fasi iniziali del gioco va verificato se ci sono rotte commerciali aperte. Certo, per un po’ Cesare sarà disposto a metterci una pezza inviando fondi ma, se si tira troppo la corda, al posto dei soldi arriverà una legione romana per radere al suolo la città e imprigionare il suo governatore. Fine della partita.

Per ulteriori dritte potete dare un occhio qui.

CONCLUSIONI

Per quanto abbia una certa età, Caesar III rimane un gioco consigliato per chi ama gli strategici. Offre infatti una grande varietà di situazioni e di sfide da superare, molte in più rispetto ai primi due capitoli della serie.

Il livello di complessità lo rende superiore sia a SimCity che a Settlers II. Non solo, ma in Caesar III c’è un’attenzione per la grafica non comune in un videogame nato alla fine degli anni ’90 e che adotta una visuale 2D isometrica. Gli edifici sono incredibilmente dettagliati, così come le persone che camminano per le strade le cui professioni sono facilmente riconoscibili. E infine c’è il sonoro, apprezzabile anche se a volte può far sorridere, ma che rende viva e credibile la città romana.

Provatelo. E’disponibile su Steam, Amazon e altri siti di download, come ad esempio GOG.COM.

Immagine di testa: screenshot Caesar III (credits Activision Blizzard/YouTube)