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Da almeno tre anni il competitivo europeo per organizzazioni di “seconda fascia” di League of Legends parla francese.

Il riferimento è agli EU Masters, il torneo che si svolge due volte l’anno (Spring e Summer) e che funge da trampolino verso la zona professionistica rappresentata dal LoL European Championship (LEC). Ebbene, i numeri degli EU Masters più recenti parlano chiaro per quanto riguarda il dominio transalpino.

Le ultime tre edizioni del torneo sono state vinte da Karmine Corporation. Addirittura la finale dello Spring di quest’anno è stata tutta transalpina con LDLC, l’organizzazione eSports della società francese di calcio Olympique Lyonnaise, nel ruolo di runner-up. Nel 2020 proprio LDLC ha vinto l’edizione Spring che invece nel 2019 era finita nella mani dei Misfits Premier, un’organizzazione americana ma con sede in Francia.

E negli EU Masters Summer di quest’anno la storia potrebbe ripetersi, visto che su 8 squadre qualificate per il Knockout Stage 4 sono francesi.

Non c’è dubbio che al momento la lega francese di League of Legends (LFL) abbia una marcia in più, ma qual è il segreto per produrre così tanta qualità?

I Karmine Corp di LOL edizione 2022 (Esports1maniacos)

E’ una domanda alla quale ha cercato di rispondere Laure Valée, consulente eSport di Franceinfo, in un’intervista riportata dal sito msn.com.

Alla base di tutto c’è una generazione di player di alto livello. “Se abbiamo i migliori risultati, vuol dire che abbiamo anche i migliori giocatori” ha spiegato la Valée che ha poi aggiunto: “La LFL è un terreno ideale per progredire e brillare. E’ molto seguita e questa visibilità consente ai giocatori di farsi notare per poi passare a squadre internazionali, in particolare quelle che competono al più alto livello europeo, il LEC.”

Voilà. Nessuna magia, quindi, ma la ricetta più vecchia del mondo quando si tratta di far crescere un settore sportivo/esportivo: dargli visibilità e fare in modo che il “vivaio” diventi appetibile per il circuito maggiore.

Su questo punto è arrivato il commento di Nicolas Borri, direttore marketing di GameWard (uno dei 4 team attualmente in corsa per gli EU Masters Summer): “I player vogliono partecipare alle competizioni più interessanti e più intense. E queste si ottengono creando un forte seguito di pubblico.”

Insomma, è il circolo virtuoso tra crescita del livello dei giocatori e visibilità che però deve essere innescato da qualcosa. La miccia rancese ha due nomi: investimenti (pubblici e/o privati) e politica, dove quest’ultima è rappresentata da Emmanuel Macron. Il Presidente della Repubblica non ha mai nascosto il proprio interesse per gli eSports ed è persino arrivato a dire, nella recente campagna elettore, di voler fare della Francia il “paese dei videogiochi“. In questo momento il suo cavallo di battaglia esportivo è la presenza dei videogame competitivi alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Il presidente francese Emmanuel Macron (credits Benjamin Girette/Bloomberg via Getty Images)

Le intenzioni sono quindi molto buone. Ma quanto può durare il modello vincente delle LFL?

Su questo Laure Valée ha dimostrato di essere molto fiduciosa. “Siamo sempre stati bravi a portare alla luce i giovani talenti e a metterli nell’ambiente migliore in modo che possano crescere. Ciò ha contribuito in primo luogo al successo del campionato. Poi, nel tempo, abbiamo visto molti grandi giocatori europei unirsi al campionato per dare nuova vita alle loro carriere e sfruttare l’entusiasmo che circonda la LFL.

Borri, da buon dirigente di un team, ha invece sottolineato che serve anche un po’ di cautela. “Sappiamo di essere osservati, perché nel corso della stagione riceviamo molti contatti da parte di agenti e manager di società. E vorremmo tenere i giocatori più talentuosi nella nostra rosa, ma a volte le offerte superano le motivazioni del giocatore o della società a continuare la collaborazione.”

D’altra parte, se i soldi che entrano nelle società di eSports sono reinvestiti saggiamente, il circolo virtuoso può continuare.