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I primi fighting games – o “picchiaduro” in italiano – debuttano nei floppy disk degli home computers anni ’80, come ad esempio il Commodore 64, per poi diventare vere e proprie star del mondo arcade. Il successo ottenuto nelle sale giochi all’inizio degli anni ’90 fa sì che qualcuno ne individui le potenzialità in vista dell’imminente svolta competitiva.

Il merito va soprattutto a Tom Cannon che nel 1996 inventa le Evolution Championship Series (EVO), una delle prime kermesse videoludiche della storia e la prima in assoluto dedicata solo ai fighting games. Nel lotto dei videogiochi scelti entrano progressivamente Street Fighter, la serie dei “Marvel” targati Capcom, Guilty Gear e Tekken. Questi giochi caratterizzano la prima generazione di eSports picchiaduro.

Siamo tra la fine del secolo scorso e l’inizio degli anni Duemila. Da allora è passato tanto tempo, eppure i fighting games hanno retto all’usura. La loro endurance è dimostrata dai publisher che continuano a pubblicare capitoli nuovi dei titoli più famosi e dal seguito di appassionati che non diminuisce. In questo senso fanno testo le EVO 2023, il cui inizio è fra pochi giorni, che hanno già stabilito nuovi record di partecipazione.

Ma endurance è anche la parola che descrive meglio il più grande esporter di questo genere: Daigo Umehara. “The Beast“, questo il suo soprannome, oggi ha 42 anni. Nonostante dal 2022 abbia molto ridotto il ruolo di esporter per dedicarsi all’aspetto mediatico dei giochi, Umehara rimane un’icona mondiale dei videogame competitivi. La sua storia è un viaggio affascinante attraverso il mondo dei fighting games e degli eSports che merita di essere raccontata.

Daigo “The Beast” Umehara (credits YouTube/Redbull)

LA NASCITA DELL’ESPORTER

Nato il 19 maggio 1981 a Aomori, Giappone, Daigo Umehara sviluppa fin da giovane un interesse per joystick, tasti e schermo. Inizia quando ha solo 10 anni, in una sala di videogame arcade. I primi titoli ai quali si dedica sono Fatal Fury: King of Fighters e Street Fighter II, ma è con il secondo che lancia le prime sfide. A 13 anni vira verso Vampire Hunter, gioco con il quale stabilisce un primato assoluto: vince 286 partite di fila. La 287ma non arriva solo perché la sala arcade deve chiudere. E’ con questo videogame che debutta nel competitivo e nel 1995 vince il suo primo torneo.

Un anno più tardi, l’allora 15enne partecipa a un evento di Street Fighter Alpha e, nonostante sia un debuttante, si fa subito notare per le sue abilità eccezionali. In particolare da uno dei pionieri dei giochi di combattimento, Tomo Ohira, che diventa il suo mentore e lo aiuta a migliorarsi.

Nel 1998 vince le finali nazionali di Street Fighter Zero battendo il suo rivale di allora, “Onuki”. La vittoria consente a Daigo di sfidare il campione USA Alex Valle. I due si incontrano nel Grand Championship di San Francisco ed è la prima volta che Daigo si reca negli States. La partita Bo5 viene raccontata dalla tv giapponese in un report di 50 minuti: Daigo va sotto 1-2 ma poi recupera e si aggiudica il titolo. A questo punto The Beast diventa il nickname di un vero esporter, la cui popolarità a livello mondiale è dietro l’angolo.

RISING STAR

Gli anni che trasformano davvero il player giapponese in una stella dei picchiaduro sono il 2003 e il 2004. Daigo vince la prima Battle Arena con Super Street Fighter II Turbo e poi vola in California per partecipare alle EVO. Vince due titoli (Super Street Fighter Turbo e Guilty Gear) e chiude secondo nelle finali di Street Fighter III: 3rd Strike e Campcom vs SNK 2. Nel 2004 si ripete con 2 ori (SSF II Turbo e Guilty Gear) e un argento (SFT III: 3rd Strike). Completa il quadro dell’annata la vittoria nell’evento Absolution.

Il 2004 è anche l’anno della grande rivalità con l’americano Justin Wong. I due si incontrano per la prima volta all’EVO nella finale del Loser Bracket: vince Umehara – poi sconfitto da Kenji Obata nella finalissima – che in quella occasione regala agli spettatori una tecnica diventata famosissima e che ha preso il suo nome. Ne parleremo a breve.

Justin Wong (a sx) e Daigo Umehara (a dx) (credits YouTube)

LA CONSACRAZIONE

Alla fine del 2004, Daigo Umehara si prende un periodo di pausa piuttosto lungo dalle competizioni: quattro anni.

Il motivo non è uno solo, ma di sicuro l’esporter nipponico ha molti altri interessi oltre ai tornei. Scrive di videogame per alcune riviste, sta lavorando a un libro, compare in svariati documentari sugli eSports e in trasmissioni televisive, tiene conferenze nelle scuole. Insomma, è diventato a tutti gli effetti un personaggio pubblico e in Giappone è ormai un’icona giovanile vera e propria.

Ma nel 2008 esce Street Fighter IV e il nuovo titolo stuzzica la curiosità di Umehara. Il ritorno di The Beast è celebrato da un magazine nipponico che pubblica un dvd sul nuovo gioco: all’interno c’è un capitolo dedicando al campione dal titolo molto esplicativo, “The God has returned“.

Sempre quell’anno, Daigo Umehara vince un torneo ad invito organizzato da GameStop e si qualifica all’EVO. In semifinale trova di nuovo Wong che è battuto per la seconda volta, ma l’americano recupera attraverso il Loser Bracket e si ripresenta alla finalissima per sfidare The Beast. I due rivali se le danno di santa ragione, fino all’ultimo match vinto in extremis dal player giapponese. E’ il 5° titolo EVO per Daigo Umehara. Il (record tuttora imbattuto) e ultimo arriverà un anno dopo, sempre con Street Fighter IV.

Nel 2010 si ripete la sfida con Wong al Capcom’s Super Street Fighter IV di Los Angeles, dove viene organizzato un “Fight Club” con 12 partecipanti. Wong e Umehara si incontrano nell’ultimo round: la partita si conclude con un doppio KO che lascia Umehara imbattuto. Alla fine dell’evento, il nipponico viene ingaggiato dall’organizzazione Mad Catz.

Nonostante abbia 29 anni, un’età non indifferente per qualsiasi esporter e in particolare per chi si dedica a giochi dove i riflessi sono fondamentali, Umehara si sente ancora competitivo. E ha ragione perché tra il 2011 e il 2015 vince ancora tantissimo. Il picco lo raggiunge nel 2015, quando incassa poco meno di 112mila dollari con 8 in the money. Il più prezioso è il secondo posto nella Capcom Cup dietro a “Kazunoko” che da solo vale 60mila dollari: Umehara li devolverà alla Evo Scholarship della New York University, un corso di studi dedicato al game design.

Dal 2016 in poi la carriera di esporter inizia a passare in secondo piano, tante sono le sue attività collaterali. Tuttavia ancora nel 2018 sarà uno dei protagonisti della stagione con altri 8 piazzamenti a premio e 36mila dollari vinti. L’ultimo risultato ufficiale è datato 7 agosto 2022, un quarto di finale al torneo di SF V delle EVO. Il computo delle sue vincite ammonta oggi a 260.374 dollari ottenuti con 60 risultati.

LE GRANDI GIOCATE

Diego Umehara non è stato solo un giocatore molto dotato dal punto di vista naturale, grazie a riflessi nettamente sopra la media. Dietro alle sue vittorie c’è una grande attenzione alla strategia, molto studio dei personaggi da utilizzare e una straordinaria forza psicologica.

Riguardo quest’ultimo aspetto, nel 2016 ha rilasciato un’intervista alla Japanese Harvard Business Review intitolata “Colui che controlla le proprie emozioni, controlla il gioco“. Il concetto è chiaro.

In merito alla strategia e ai personaggi scelti, nei primi anni Umehara ha scelto Ryu, per la capacità del fighter di mantenere a distanza l’avversario (zoning). In seguito è passato a personaggi più adatti all’assalto, come Urien e soprattutto Guilie. Tutto questo sta ad indicare la sua attenzione al “meta” e soprattutto ai cambiamenti legati all’uscita di un nuovo capitolo del gioco.

Ma non c’è dubbio che lo spettacolo offerto da The Beast è soprattutto legato alla sua rapidità con il controller.

La giocata più famosa è la cosiddetta “Daigo Parry“, cioè una serie di parate compiute durante la semifinale contro Justin Wong nel torneo di Street Fighter III: 3rd Strike. In quel momento The Beast (che usa Ken) si trova in netto svantaggio, la “stamina” è quasi esaurita e Wong (Chun-Li) sta per assestare il colpo del KO. Incredibilmente, Umehara riesce a parare tutti e 15 i colpi scagliati da Justin, evitando così la sconfitta. Non solo, ma con una immediata risposta piazza una combo vincente che mette al tappeto Chun-Li ed elimina Wong dal torneo.

Di fronte a una giocata del genere, poco importa che poi Umehara abbia perso la finale. L’azione è catalogata come “Evo Moment #37” ed è così leggendaria che qualcuno l’ha accostata a grandi momenti dello sport quali il fuoricampo di Babe Ruth nel 1932 e la vittoria della nazionale USA di hockey su ghiaccio alle Olimpiadi del 1980 (Miracle on Ice). Da vedere e rivedere.

La Daigo Parry non è l’unica grande giocata dell’esporter nipponico. Durante la finale del Sunfest Festival 2015, Daigo Umehara ha messo a segno un’impressionante serie di 25 colpi con Evil Ryu ai danni del Ken controllato da Yusuke Momochi, primo in quel momento nel ranking Capcom di SF IV. La combo è risultata così devastante che non ha solo consegnato la vittoria finale a Umehara, ma è stata inserita dal publisher del videogame nei “Most Hype Moments” della stagione.

Infine, è impossibile non riportare tra i suoi “epic moments” la sfida lanciatagli dal rivale Hajime “Tokido” Taniguchi. Siamo nel 2018, Tokido è campione in carica di SF V all’EVO ed è convinto di poter dimostrare la propria superiorità su The Beast, ormai in fase calante. Umehara accetta la sfida e così viene organizzato uno show match con traguardo finale a 10 round. The Beast umilia con un netto 10-5 il suo avversario il quale (a dx nella foto qui di seguito) non l’ha presa benissimo:

TRIVIA

Le apparizioni di Daigo Umehara in video sono tantissime tra show tv, web e docu-film. Di quest’ultimi ne ricordiamo tre: “Umehara’s Concept Matches” che contiene il già citato capitolo “The God has returned”, “Bang the Machine” e “Living the Game“.

Nel 2001 ha pubblicato una mini-autobiografia con la descrizione delle sue partite giovanili, dal titolo “VERSUS“. Undici anni dopo è uscito il suo primo libro, “The Will to Keep Winning” che è stato in cima alle vendite tra i titoli Kindle di Amazon Japan. Tra il 2013 e il 2015 ne sono usciti altri 5 di varia caratura ma tutti dedicati al gioco e all’eSport.

Umehara FIGHTING GAMERS!” è invece un manga incentrato sulla sua storia e sulla scena competitiva di Street Fighter. Si tratta di 6 volumi pubblicati tra il 2014 e il 2017 in giapponese dall’editore Kadokawa Shoten. Solo il primo volume è uscito in inglese, nel 2017.

Daigo Umehara è nel Guiness dei Primati come “il giocatore di maggior successo nei tornei di Street Fighter”.