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Dagli iniziali romanzi di Andrzej Sapkowski, la saga di The Witcher è diventata molto altro. Una famosa serie tv prodotta da Netflix e oggi giunta alla terza stagione, un mare di gadget di ogni tipo e anche alcuni videogame di successo.

In quest’ultimo ambito ci sono due titoli. Il primo, sia in ordine di uscita che per diffusione, è The Witcher: un RPG action realizzato da CD Project Red nel 2007 e poi ampliato fino a The Witcher 3 (2015), arricchito con almeno 7 tra espansioni e spin-off. Ne abbiamo parlato qui.

Il secondo si chiama invece GWENT.

GWENT: THE WITCHER CARD GAME

Gwent è un gioco di carte collezionabili (gcc) creato dallo stesso studio che ha prodotto il videogame The Witcher, cioè CD Projekt Red. Il titolo è stato originariamente introdotto come un mini-gioco all’interno di The Witcher 3: Wild Hunt. In seguito ne è stata fatta la versione autonoma e free-to-play ribattezzata Gwent: The Witcher Card Game.

La prima versione è uscita per Windows, PS4 e Xbox One nel 2018. Un anno dopo è diventata disponibile quella per sistemi iOS e nel 2020 quella per Android. Si può giocare in singolo contro l’Intelligenza Artificiale oppure in modalità multiplayer.

Il gioco ha ricevuto buone critiche e anche una discreta risposta dal pubblico, nonostante la presenza sul mercato di altri gcc più consolidati (Magic: The Gathering Arena e Hearthstone su tutti). La media delle valutazioni della critica supera il punteggio di 8/10.

Al pari di altri collectible card games, GWENT utilizza mazzi di carte digitali che rappresentano personaggi, creature, elementi atmosferici, manufatti e incantesimi dell’universo di The Witcher. I giocatori devono usare le carte del proprio mazzo – che può essere potenziato con le partite a premi – per battere l’avversario in una sfida basata su strategia, pianificazione e un pizzico di fortuna.

IL GIOCO

In Gwent ogni giocatore dispone di un mazzo di carte (minimo 25) dal quale inizialmente ne pesca un determinato numero (di solito 10). C’è la possibilità di effettuare un serie di cambi, scartando alcune carte (la norma è 3) e pescandone altrettante. Dopodiché inizia il round durante il quale i giocatori si alternano (turno) nel posizionare davanti a sé una carta della propria mano.

Le carte possono essere posizionate in file di combattimento. Dal punto di vista strategico, i giocatori devono considerare le abilità delle singole carte perché queste possono influire su altre carte che vengono schierate. Questo è uno degli aspetti più interessanti del gioco, perché aggiunge un livello di previsione che è spesso decisivo. Nella versione iniziale del gioco esistevano tre file (mischia, distanza e assedio) ma l’aggiornamento Thronebreaker: The Witcher Tales le ha ridotte a due, eliminando l’assedio. Non solo, ma l’aggiornamento ha dato anche un “costo” virtuale ad ogni carta: adesso il massimo spendibile per la creazione del mazzo è 165.

Tornando alle abilità, ce ne sono alcune che modificano il valore di forza delle proprie unità, altre che penalizzano quelle nemiche. In Gwent la chiave sono proprio i punti forza: vince chi alla fine del round ne ha totalizzati di più. Un round termina in caso di esaurimento di carte nella mano di uno dei due giocatori: a quel punto si passa al conteggio dei punti e poi le carte rimaste in campo vengono collocate nel “cimitero”.

Un altro modo per terminare il round si verificano quando entrambi i giocatori decidono di non giocare carte nel proprio turno. Il “passo” è sempre possibile, magari come mossa di attesa per vedere l’azione dell’avversario o per fargli consumare le carte. Quando però sono in due a passare la mano, il round è concluso.

Una partita di Gwent di solito si svolge al meglio di tre round. Chi se ne aggiudica due è il vincitore.

In Gwent è fondamentale lpianificare su quale round è meglio investire le carte più potenti e come gestire le risorse. L’altro aspetto importante è la conoscenza delle carte e del loro uso. Nel gioco ci sono diverse fazioni, ognuna con le proprie carte e strategie uniche. Molto importante è anche la carta “comandante” che non è schierabile ma possiede bonus utilizzabili durante la partita. Ogni giocatore può avere solo una carta comandante.

LE MODALITA’ DI GIOCO E L’ESPORT

A Gwent si può giocare per puro intrattenimento contro il computer o altre persone collegate in rete. Esiste però anche una versione competitiva.

Quest’ultima comprende le partite “classificate” che creano il ranking. Alla fine del mese i migliori del ranking ricevono premi in carte o altri bonus per il gioco.

Poi c’è l’Arena dove ogni giocatore riceve un mazzo di carte casuali, suddivise per rarità in gruppi di quattro. Dopo tre sconfitte o nove vittorie, l’Arena termina e il giocatore riceve il premio, più o meno di valore in base al risultato ottenuto.

Infine Gwent vanta anche un’interessante scena esportiva, grazie ai numerosi tornei. Ci sono eventi di ogni tipo che vanno da quelli organizzati dalla community degli appassionati, ai tornei ufficiali organizzati dal publisher CD Project Red. I più importanti per livello dei giocatori e montepremi in palio sono ovviamente questi ultimi che comprendono eventi Open, Challenger e World Masters.

Il World Masters disputato online nel 2021 ha messo in palio 250.000 dollari di montepremi. Lo ha vinto il tedesco Benjamin “Kolemoen” Pfannstiel che ha incassato ben 119.000 dollari.

Stando ai dati di esportearnings.com, dal 2016 ad oggi l’eSport ufficiale di Gwent ha mandato in scena 122 tornei per un prizepool complessivo di 1,5 milioni di dollari.

Incuriositi? Se la scena competitiva di questo gioco fa per voi, tutte le informazioni sono sul sito dei Gwent Masters.