Il successo di Insomniac Games oggi è legato soprattutto alla serie di Marvel’s Spiderman. Ad originarlo sono state però due grandi “saghe” videoludiche iniziate negli anni ’90 del secolo scorso. Una è Ratchet & Clank, della quale abbiamo già parlato. Poco prima di questa, la software house californiana ha dato vita a un personaggio destinato ad entrare nei cuori di molti e ad affiancarsi a Crash Bandicoot come mascotte Sony. Si chiama Spyro The Dragon.

SPYRO THE DRAGON: LA NASCITA DI UN’ICONA
Spyro the Dragon è un videogioco platform sviluppato da Insomniac Games e coprodotto da Sony e da Universal Interactive Studios. E’ uscito in Europa su PlayStation nel 1998 e l’anno successivo in Giappone.
Ispirato a Dragonheart (il film del 1996 diretto da Rob Cohen), e con in mezzo una parentesi cartoon per i limiti tecnici delle console dell’epoca, Spyro the Dragon arriva su PlayStation con l’obiettivo di diventare il Super Mario di Sony. Il nome, però, omaggia la band americana Spyro Gyra.
Il platform sviluppato da Insomniac Games porta nei negozi un videogioco con un protagonista simpatico e carismatico, immerso in un’avventura semplice ma coinvolgente. Spyro the Dragon affronta nemici buffi con un set di mosse intuitivo ma divertente, esplorando mondi e livelli ben distinti e caratterizzati. In breve tempo, il titolo conquista il pubblico e si afferma come una delle icone di PlayStation.
UN SEQUEL PERFETTO – SPYRO 2: LA FURIA DI RIPTO
Universal, dopo il successo del primo capitolo, decide di investire maggiormente sul progetto e amplia il team di sviluppo di Insomniac. Allo sviluppatore viene richiesto un secondo capitolo delle avventure del simpatico draghetto.
Nel 1999, a distanza di un solo anno dal primo gioco, su PlayStation esce quindi Spyro 2: La furia di Ripto. Il videogioco è una consacrazione dei canoni stabiliti dal predecessore ma porta anche molte novità. Ci sono infatti nuovi personaggi che affiancano Spyro, nuovi nemici e un gameplay migliorato da nuove mosse: ad esempio, la possibilità di nuotare o arrampicarsi lungo alcune sezioni. Il tutto condito da un motore grafico migliorato e più cutscenes.
In breve, il secondo capitolo supera in qualità il predecessore perché è tecnicamente migliore, più vario e più longevo, e lo batte anche a livello di vendite.
L’ULTIMO CAPITOLO FIRMATO INSOMNIAC – SPYRO 3: YEAR OF THE DRAGON
In maniera abbastanza prevedibile, i produttori premono per avere il prima possibile un nuovo videogioco della serie. Così, alla fine del 2000, esce Spyro 3: Year of the Dragon.
Il terzo capitolo in tre anni aggiunge un hub centrale che conduce ai vari mondi attraverso portali. In Spyro 3 ci sono livelli speciali dedicati agli amici del protagonista e sezioni giocabili a bordo di veicoli. Questo conferma come, ancora una volta, Insomniac Games non si limiti ad offrire ai giocatori un semplice more of the same, ma intenda arricchire l’esperienza con spunti innovativi.
Ciononostante, il malcontento interno dovuto ai ritmi di sviluppo serrati, unito al desiderio di esplorare nuovi progetti, spinge la software house ad abbandonare il suo iconico draghetto. Universal mantiene i diritti della serie che, da quel momento, inizierà un inesorabile declino.
SPYRO: ENTER THE DRAGONFLY
Spyro: Enter the Dragonfly è il primo capitolo della serie (per console casalinghe) a non essere sviluppato da Insomniac Games. I sostituti sono Equinox Digital Entertainment e Check Six Studios.
Nel 2002, Universal Interactive Studios lo pubblica per PlayStation 2 e Nintendo Gamecube, ma il risultato è disastroso. La mano dei creatori non è più la stessa, e il publisher decide di abbandonare i progetti per Xboc e PC.
LA TRILOGIA PER GAME BOY ADVANCE
Spyro: Season of Ice (2001) e Spyro 2: Season of Flame (2002), sviluppati da Digital Eclipse, sono i primi episodi della serie ad abbandonare PlayStation per sbarcare su Game Boy Advance.
I due giochi risultano quasi identici fra loro e adattano la formula originale di Spyro alla console portatile Nintendo. Tuttavia, la grafica 2D e la visuale isometrica rendono spesso difficoltose sia le sezioni di platforming che quelle in cui si affrontano i nemici. Nel 2003 esce Spyro Adventure, sempre per opera di Digital Eclipse: un titolo che ricicla completamente l’impianto dei due per Nintendo Advance, aggiundendo più cura alla grafica e un gameplay più votato all’esplorazione e all’avventura che al combattimento.
SPYRO: A HERO’S TAIL
Spyro: A Hero’s Tail, soprannominato Spyro 5, è il secondo capitolo per PlayStation 2 dopo Enter the Dragonfly. Lo ha sviluppato Eurocom, con pubblicazione di Universal Interactive Studios nel 2004.
Nonostante il calo di qualità post Insomniac Games, A Hero’s Tail è considerato l’ultimo capitolo della serie originale di Spyro per console. Il videogioco si rivela un more of the same, ma confezionato decisamente meglio del predecessore. Pur non raggiungendo la qualità della trilogia originale, questo videogame prova timidamente a portare un minimo di innovazione inserendo alcuni minigiochi.
UNA NUOVA PARENTESI MOBILE – SPYRO: SHADOW LEGACY
Con questo capitolo, il draghetto sbarca sulla nuova console Nintendo. Spyro: Shadow Legacy, sviluppato da Amaze Entertainment, viene pubblicato da Vivendi Universal Games e Sierra Entertainment su Nintendo DS nel 2005.
Il gioco, nonostante le capacità del DS, viene realizzato in 2D e con visuale isometrica: mutua quindi dai capitoli per Game Boy Advance tutte le difficoltà nel gameplay dovuti a questa scelta. Il titolo però porta qualche innovazione nelle mosse di Spyro ed un sistema a livelli e punti vita che ricordano il mondo dei GDR, rendendo il gioco stranamente divertente.
UNA NUOVA TRILOGIA
La nuova serie, intitolata The Legend of Spyro ed aperta dal titolo Un nuovo inizio (2006), rinnega l’identità della trilogia originale. Inserisce infatti forti elementi hack’n’slash e picchiaduro a scorrimento, in una serie di livelli con tunnel senza però grande varietà e possibilità di esplorazione.
Il secondo episodio, The Legend of Spyro: La notte eterna, esce solo un anno dopo (2007) senza grosse modifiche, se non l’abilità di rallentare il tempo per facilitare i combattimenti.
Terzo ed ultimo episodio della nuova trilogia, The Legend of Spyro: L’alba del drago, pubblicato nel 2008, pur forte delle potenzialità delle nuove console come PlayStation 3 e Xbox 360, rimane un more of the same dei due precedenti. L’unica aggiunta è la (pessima) modalità multigiocatore in locale.
REIGNITED TRILOGY
Per rivedere una nuova incarnazione del draghetto viola, bisogna aspettare il 2018, quando su PlayStation 4 e Xbox One esce Spyro: Reignited Trilogy, sviluppato da Toys for Bob e pubblicato da Activision. Il gioco è un remake dei primi tre capitoli della serie. Contiene infatti versioni uguali nel contenuto ma completamente ricostruite a livello grafico di Spyro the Dragon (1998), Spyro 2: La furia di Ripto (1999) e Spyro: L’Anno del Drago (2000).
L’operazione di reboot è accolta in modo favorevole dalla critica e va ben oltre le aspettative di vendita iniziali, tanto da dare speranza per un nuovo capitolo della serie ispirato alla trilogia originale. Purtroppo sono passati ormai sette anni e, per quanto riguarda il draghetto viola, tutto tace. A differenza di Crash Bandicoot che, dopo la N’Sane Trilogy, ha avuto un sequel: Crash Bandicoot 4.