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Mancano ormai tre mesi scarsi al Tour de France 2024 e la situazione è abbastanza movimentata specie se pensiamo ai recenti incidenti che hanno messo fuorigioco Vingegaard, Evenepoel e in parte anche Roglic.

Tutti e tre candidati alla vittoria o quantomeno al podio, con il danese della Jumbo che in quanto bicampione uscente era già proiettato verso uno storico tris e invece ora è difficile persino che possa prendere parte alla Grande Boucle.

Detto che Pogacar è a questo punto il grande favorito non solo del Giro d’Italia ma anche del Tour, chi sono allora i candidati al podio di Nizza? Ricordiamo infatti che per la prima volta nella storia la Grande Boucle non finirà a Parigi per via delle Olimpiadi.

Tour de France 2024, il ritorno di Bernal?

Da italiani non possiamo non voler bene, ciclisticamente o no, a Egan Bernal. Un corridore che è nato e cresciuto sulle nostre strade e con le nostre squadre.

Il colombiano è in giro da talmente tanto tempo che sembra vecchio mentre invece ha solo 27 anni e in fondo nel 2019 era stato lui a vincere al Tour de France, quando la sua Ineos pareva il vero team imbattibile.

Poi sarebbero arrivati le crisi, il terribile incidente in Colombia dove davvero fu a un passo dal lasciarci la pelle (si schiantò contro un bus rimediando 20 fratture in tutto il corpo), e un 2023 da dimenticare, inevitabilmente.

A fari spenti sta tornando piano piano a fare bene nelle corse a tappe: terzo al Giro di Catalunya, settimo alla Parigi-Nizza, nelle praterie che potrebbero aprirsi dietro Pogacar al Tour de France il colombiano può ritagliarsi spazi importanti.

Kuss davanti, Roglic (a sinistra) dietro: dominio Jumbo all’ultima Vuelta. Getty

Il dilemma della Jumbo

Ve la ricordate la Jumbo-Visma, capace di vincere tutte e tre le grandi corse a tappe nel 2023 con 3 corridori diversi? Roglic il Giro d’Italia, Vingegaard il Tour de France, Kuss la Vuelta di Spagna.

Un dominio perfino imbarazzante per gli avversari, costretti ad assistere ad attacchi e contrattacchi fatti dai tre corridori in giallo alla Vuelta per esempio, con un podio di nuovo tutto Jumbo a Madrid.

Ecco, per questo 2024 le carte si sono sparigliate non poco: Roglic è andato alla Bora, Vingegaard si è quasi giocato l’osso del collo al Giro dei Paesi Baschi ed è rimasto solo Kuss, che non nasce capitano ma gregario seppur di lusso, tipico scudiero delle prime punte diventato principe alla Vuelta.

In questo momento il leader dei gialloneri è l’americano, con Jorgenson che sta facendo bene nelle classiche ma non è uomo da classifica generale. Aggiungiamo che Van Aert è reduce pure lui da una grave caduta ed ecco che l’ex corazzata di colpo si ritrova “nuda” o alla ricerca di un piano-B.

Squadre e corridori in ascesa

I francesi sperano sempre di portare qualcuno sul podio e non ci riescono da 7 anni, da quando Romain Bardet fu sorprendentemente terzo. Il volto nuovo è il giovane Lenny Martinez, che dopo il ritiro di Thibaut Pinot è visto come il migliore sulla distanza delle tre settimane.

Per il corridore della FDJ sarà il primo Tour de France, compirà 21 anni proprio durante la Grande Boucle ed è inevitabile che abbia i riflettori addosso. Per una Francia a caccia disperata quasi di nuovi talenti visto anche il calo di Alaphilippe si tratterà di un’investitura.

Come squadra invece da rimarcare la crescita esponenziale della Lidl-Trek, costruita più per le classiche o le corse a tappe di una settimana: uno come Skjelmose tuttavia non si può non tenere in considerazione visto l’ottimo 2024 che sta avendo.

Anche perché sul podio di Nizza i posti “liberi” dietro Pogacar potrebbero essere due, visto che Roglic non dovrebbe mancare, d’accordo, ma in che condizioni sarà?