Le montagne al Tour de France, una delle chiavi storiche della corsa, anche per questo 2025 naturalmente. Quali saranno le tappe con le salite più decisive? Lì si deciderà la Grande Boucle.
Pirenei e Alpi, Alpi e Pirenei, per quest’anno il percorso avrà come ring principale delle tappe in altura i due leggendari gruppi di montagna della Francia, con un antipasto sul Puy-de-Dome.
Andiamo a vedere comunque quali saranno le tappe più adatte agli scalatori del Tour de France 2025.
Tour de France 2025, inizio al rallentatore
Come già detto in altre occasioni, l’inizio della corsa di quest’anno non si può dire che sarà soft, ma certamente la prima montagna arriverà solo alla decima tappa.
Tutto il contrario dell’anno scorso quando al pronti-via vennero scollinati gli Appennini, nella tappa da Firenze a Rimini.
Al Tour de France 2025 fuochi d’artificio sicuri alla decima frazione appunto, che cade il 14 luglio, giorno di festa nazionale in Francia.
Sarà il primo vero arrivo in salita, nel Massiccio Centrale, nella zona dei “Puy”, queste montagne di origine vulcanica tra Lione e Clermont Ferrand: una frazione molto nervosa, con continui su e giù fino alla salita definitiva al Puy de Sancy.
Dopodiché giorno di riposo e si ripartirà dai Pirenei.
Lo spauracchio cronoscalata
Due giorni dopo il riposo a Tolouse ecco la prima bordata pirenaica del Tour de France 2025: si arriva a Hautacam, traguardo storico del Tour de France e dall’alto valore simbolico.
Vedremo Pogacar alzare le braccia da trionfatore sulla montagna che domina la valle di Lourdes? Chissà. Di certo c’è che il giorno dopo, alla tappa numero 13, il programma prevede la cronoscalata Loudenvielle-Peyragudes.
Non sono tanti chilometri, 11 scarsi, ma praticamente tutti in verticale. Niente gioco di squadra, solo gambe e testa a livello individuale. Una specialità che nel 2020 vide Roglic buttare via il Tour a La Planche des Belles Filles, e che nel 2023 vide dominare Vingegaard su un percorso simile a Combloux.
Pirenei che saranno protagonisti della seconda settimana del Tour de France 2025 con il classico tappone iconico da 5mila metri di dislivello: Tourmalet, Aspin, Peyresourde, con ultima salita “Hors Categorie” verso Luchon-Superbagnères, nella frazione 14, sabato 19 luglio.
Col de la Loze, l’incubo di Pogacar
Terza settimana e nuove montagne: le Alpi. Tour de France 2025 molto squadrato, da questo punto di vista. Del resto il Grand Départ a Lille ha obbligato a prendere una strada chiara, piuttosto che un’altra.
Alpi, dunque, e due salite molto importanti, quantomeno a livello di ricordi. Una è il Mont Ventoux, che il gruppo affronterà nella tappa numero 16 al termine di un percorso particolare, quasi tutto piatto prima di iniziare le rampe verso la montagna tanto amata dal poeta Francesco Petrarca nel Medioevo.
Poco da dire su questa zona unica nel suo genere, quasi lunare, una salita che non finisce mai in mezzo al nulla, con il rischio di prendere un colpo di sole mica da ridere, come successo tragicamente a Tom Simpson al Tour de France del 1967.
L’altra montagna decisiva nel tratto alpino sarà senza dubbio il Col de la Loze, alla 18esima tappa, punto più alto del Tour de France 2025 con i suoi 2304 metri.
Qui nel 2023 Tadej Pogacar disse alla sua ammiraglia il celebre “I’m dead”, “Sono morto”, nel senso che aveva finito la benzina. Crollo netto rispetto a Pogacar (6 minuti) mentre Felix Gall andava a vincere.
E non finirà la fatica in montagna per i ciclisti, con il Col de la Loze al Tour de France 2025. Terz’ultima tappa, brevissima, 130 chilometri scarsi, ma infernale da Albertville a La Plagne, con gli ultimi 20 chilometri dalla pendenza media del 7.2%.