La RedBull-Bora è la quarta squadra che vi presentiamo in ottica 2025 dopo la Uae, la Visma e la Lidl-Trek. Quarta anche perché quella è la sua posizione nel ranking del ciclismo internazionale.
Parliamo del team che ha come stella polare Primoz Roglic, che quest’anno spegnerà 36 candeline accorciando evidentemente il suo tempo all’interno del gruppo.
Naturalmente la RedBull-Bora non è solo lo sloveno, punta di diamante soprattutto nelle corse a tappe di una settimana, come andremo a vedere.
Gli obiettivi della RedBull-Bora: Giro d’Italia e qualche small tour
L’annuncio è stato dato con anticipo netto rispetto persino alla presentazione del percorso del Giro d’Italia: Roglic ci sarà con l’obiettivo di bissare il successo del 2023, quando prevalse alla penultima tappa nella leggendaria scalata di Monte Lussari.
Dopo aver vinto la quarta Vuelta, “Rogla” amerebbe molto vestirsi di Rosa e la tappa con arrivo a Nova Gorica sarà senza dubbio uno stimolo.
Con il Tour de France diventato ormai una specie di maledizione per lui ecco che il Giro d’Italia diventerà per la RedBull-Bora l’obiettivo primario, in contumacia Pogacar e Vingegaard, destinati alla Grande Boucle.
E poi, di nuovo, la grande specialità di Roglic, vera punta di diamante della squadra: gli small tour, le corse di una settimana, magari puntando su qualche sorpresa tipo Daniel Felipe Martinez o Jay Hindley.
Chi entra e chi esce
Un colpo che ha fatto abbastanza scalpore è stato quello di Maxime Van Gils, il belga che ha unilateralmente stracciato il contratto con la Lotto per accasarsi alla RedBull-Bora.
Un posto da guastatore per lui, ancora abbastanza giovane e tutto da testare come gregario nelle grandi corse a tappe. Meglio nelle classiche, senza dubbio.
In realtà c’è stato abbastanza rimescolamento di carte nella squadra, con gli arrivi del “vecchio” Jan Tratnik, connazionale di Roglic, spalla fondamentale nelle corse a tappe, oppure di Oier Lazkano, Laurence Pithie e Finn Fisher-Black.
Grossi cambi anche in uscita con gli addii di tre tedeschi, curiosamente: Kamna, Buchmann e Schachmann.
Ci azzardiamo a dire che come completezza del team la RedBull-Bora potrebbe persino lottare con la Uae.
Capitani o gregari di lusso: Martinez, Hindley e Lipowitz
Un tedesco in realtà è rimasto, di sicuro il più giovane e il più promettente: Florian Lipowitz. Esploso nel 2024 al Giro di Romandia, terzo nella generale, si è poi confermato alla Vuelta con un eccellente settimo posto.
Il futuro è lui, attenzione al contratto in scadenza con la RedBull-Bora che potrebbe attirare qualche maxi-offerta.
Daniel Felipe Martinez e Jay Hindley saranno i vice-capitani della stella Roglic, alla RedBull-Bora. Il colombiano, secondo all’ultimo Giro d’Italia, è stabile come risultati da tempo, ormai, forse uno dei migliori gregari del gruppo.
Più dubbi invece sull’australiano, che sta soffrendo invece un calo di rendimento da qualche stagione.
RedBull-Bora, ora o mai più: Aleksandr Vlasov
Eh già, perché poi ci sarebbe pure il russo, eterna promessa che rischia di entrare nella parte migliore della sua carriera a bocca ancora asciutta.
Oggettivamente non si è ancora capito cosa voglia fare da grande, Vlasov, e questo la RedBull-Bora non può lasciarlo passare liscio. Il contratto è fino al 2027, ma insomma ormai certi accordi si possono anche stracciare.
Il russo è reduce da almeno due stagioni sottotono, e non basta qualche tappa alla Parigi-Nizza per raddrizzare un bilancio deficitario.
Gli italiani: speranza Pellizzari
Buona rappresentanza azzurra, quella della RedBull-Bora, anche se limitata a gregariato vario. Giulio Pellizzari, bellissima rivelazione dell’ultimo Giro d’Italia, sarà uno dei volti nuovi insieme all’esperto Gianni Moscon.
Giovanni Aleotti e Matteo Sobrero sono gli altri due corridori italiani tesserati per il team, con l’obiettivo di strappare un posto per il Giro d’Italia e dare una mano a Roglic.