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Nessuno ad oggi va come Mathieu Van der Poel nel ciclismo mondiale e la Parigi Roubaix 2024 arriva al momento giusto, con l’olandese reduce dallo spettacolare trionfo al Giro delle Fiandre.

MVDP è il re delle corse di un giorno, specie quando i suoi avversari marcano visita perché impegnati su altri fronti come Tadej Pogacar o perché infortunati, tipo il povero Wout Van Aert, il cui 2024 è compromesso dopo la tremenda caduta con fratture varie all’Attraverso le Fiandre.

La Parigi Roubaix conserva sempre quel suo fascino irripetibile e Van der Poel questa domenica ha un’occasione d’oro per entrare nella storia.

Parigi Roubaix 2024, l’incastro giusto per Van der Poel

Dominatore della stagione invernale nel ciclocross, la “sua” specialità più ancora del ciclismo su strada, dominatore al momento anche delle classiche di un giorno, MVDP ha dato spettacolo anche in quelle rare occasioni in cui non ha vinto.

Impossibile dimenticare infatti il lavoro di ricucitura alla Milano – Sanremo sull’attacco bestiale di Pogacar in cima al Poggio e in seguito in discesa quasi come gregario del compagno di squadra Philipsen, portato di peso alla vittoria allo sprint.

Dopodiché successo alla H3 Harelbeke e al Giro delle Fiandre, dando una sensazione di superiorità clamorosa, quasi imbarazzante. Specie quando al Fiandre, appunto, mentre tutti arrancavano sul tremendo Paterberg, addirittura scendendo dalla bici, lui allungava a 50 chilometri dall’arrivo per poi vincere in scioltezza.

In caso di successo alla Parigi Roubaix 2024 Van der Poel completerebbe in un colpo solo una doppia impresa: bisserebbe il successo dello scorso anno, un back-to-back riuscito in passato solo a 6 ciclisti (tra questi il nostro Francesco Moser), e l’ultima tra il 1992 e il 1993 al francese Duclos-Lassalle.

L’altro risultato clamoroso sarebbe la doppietta con il Giro delle Fiandre. L’ultimo a riuscirci è stato Fabian Cancellara nel 2013 mentre in precedenza solamente altri 7 avevano centrato la doppietta. 

Avversari ko o semplicemente non all’altezza

Questo Van der Poel non ha punti deboli, è evidente. Forgiato come detto da una stagione del ciclocross da padrone (campione del mondo nella prova élite), è come se non si fosse mai fermato, tirando dritto anche nelle corse su asfalto.

Grandi gambe, la testa leggera di chi se dovesse chiudere domani il 2024 avrebbe già ottenuto uno splendido palmarés, MVDP si è messo in modalità cannibale e l’unica strategia possibile forse dovrebbe essere un gioco di squadra da parte dei rivali che però andrebbe quantomeno organizzato.

I leader delle altre due corazzate, la Jumbo e la Uae, sono in altre faccende affaccendati, come si dice. E lo stesso Pogacar non è che fosse riuscito alla Sanremo a staccare l’olandese.

A questa Parigi Roubaix 2024 nemmeno la Jumbo ha un corridore in teoria capace di impensierire Van der Poel, perché Jorgenson e Van Baarle sono ancora un po’ troppo acerbi.

Il sogno paradossalmente viene da un’Italia che schiererà il solito Bettiol rampante delle classiche e un Ganna che alla Parigi Roubaix dell’anno scorso aveva ben impressionato. Il “Gigante di Verbania” però sembra uno che alla lunga non abbia la forza mentale per reggere certi ritmi impressi da MVDP.

Può puntare al podio, questo sì, più che altro per mancanza di alternative dietro Van der Poel in questa Parigi Roubaix 2024 che sembra davvero segnata.

La polemica della chicane

Nelle ultime ore tengono banco comunque delle polemiche sorte in seguito alla modifica del tracciato, e a fare rumore è stato il grande favorito della vigilia.

La consternazione di Mathieu Van der Poel di fronte alla rivelazione del nuovo layout di gara ha colpito il mondo del ciclismo. Con una mescolanza di incredulità e ironia, il ciclista ha espresso la sua opinione in termini inequivocabili: “Ma è uno scherzo?”.

Il punto focale di questa controversia è la nuova chicane  implementata all’entrata della Foresta di Arenberg, un tratto famigerato della classica Paris-Roubaix.

Con una dichiarazione ufficiale, Thierry Gouvenou, direttore di corsa, ha illustrato il contesto della modifica: “Grazie all’approvazione della Prefettura del Nord, la chicane gode del via libera. Questo consente di soddisfare le richieste di sicurezza avanzate dai ciclisti tramite il CPA. Ci aspettiamo che gli atleti affrontino questo segmento a velocità ridotta, attorno ai 20-25 km/h, sebbene si tratti di una misura provvisoria. È necessario, infatti, elaborare un piano più permanente.”

Il punto di vista di Van der Poel

Tornando a Van der Poel, il suo sfogo su questa decisione non è stato minimamente velato.

Il campione del mondo ha manifestato apertamente la sua preoccupazione per le potenziali conseguenze della chicane, impensierito dalla possibilità che la soluzione attuale possa rivelarsi più rischiosa della situazione originaria.

Un’opinione condivisa da molti nell’ambiente, esacerbata forse dalla visione delle clip postate dal giornalista di RaiSport, Stefano Rizzato.

Le immagini mostrano il corso alterato in modo così evidente che anche una prova a bassa velocità e con solo un ciclista sembra rivelare i pericoli.