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Se l’inno di Mameli aveva aperto i Mondiali di ciclismo su pista a Roubaix, con l’oro vinto da Martina Fidanza, lo ha anche chiuso grazie ad un altro oro conquistato dal team azzurro, questa volta dall’immenso Elia Viviani, campione del mondo nell’Eliminazione.

La spedizione italiana a questi mondiali ha raccolto ben 10 medaglie: 4 d’oro, 3 d’argento e 3 di bronzo chiudendo la classifica al terzo posto alle spalle di Germania e Paesi Bassi, precedendo Francia, Gran Bretagna e Belgio.

Gli ori azzurri ai mondiali di Roubaix

Il primo oro è arrivato in apertura nello scratch femminile, grazie a Martina Fidanza: in gara, quando mancano circa 10 giri, la pistard di Ponte San Pietro se ne va in solitaria, fino al titolo Mondiale precedendo l’olandese Maike van der Duin seconda e l’americana Valente terza.

Poi è la volta dell’oro nell’inseguimento a squadre maschile. Ganna, Milan, Lamon, Consonni e Bertazzo dopo aver vinto il titolo olimpico conquistato a Tokyo, si sono ripetuti conquistando anche l’oro mondiale battendo il team francese.

Il terzo oro vede Letizia Paternoster trionfare invece nella corsa ad eliminazione (disciplina introdotta proprio in questa edizione). L’atleta di Cles, in gara è sempre rimasta tra le migliori tre, ed è riuscita a battere le quotate Jennifer Valente e Lotte Kopecky, diventando così la prima campionessa mondiale di sempre della disciplina.

Il quarto e ultimo oro azzurro, come detto arriva da una prova maiuscola di Elia Viviani che bissa il trionfo della Paternoster nella corsa ad eliminazione.

Un mondiale da protagonisti

I tre argenti provengono invece dal quartetto ad inseguimento a squadre femminile. Le ragazze sono arrivate fino alla finalissima, eliminando al 1° turno la Gran Bretagna – vice campionesse olimpiche. Contro la Germania in finale, però non c’è stato niente di fare. Nell’inseguimento individuale invece, è toccato a Jonathan Milan contendere la medaglia d’oro a Ashton Lambie, ma l’americano ha fatto valere la maggiore esperienza, imponendosi con merito sul friulano che, a soli 21 anni però, è già il secondo al mondo. Terzo argento nella Madison conquistato da Simone Consonni e Michele Scartezzini che conducono un’ottima gara anche se lo sprint decisivo se lo aggiudica la Danimarca.

Uno dei tre bronzi arriva un pò a sorpresa da Filippo Ganna. Si perché il campione di Verbania non è riuscito ad entrare nella finale per l’oro, con il suo tempo che non è stato sufficiente – in qualifica – per battere uno tra Milan e Lambie. Alla fine il nostro azzurro si è dovuto accontentare della medaglia di bronzo, andando sul podio per il sesto anno di fila.

Infine i due bronzi nell’Omnium che è una delle prove più dure, perché bisogna andare regolare su quattro gare diverse. Elisa Balsamo è stata bravissima salendo sul terzo gradino del podio, ma nulla ha potuto contro la Archibald e la Kopecky. Terzo e ultimo bronzo per Elia Viviani: la sua rimonta ha dell’incredibile nella corsa a punti finale.

Il team azzurro era arrivato a Roubaix con grandi ambizioni: gli uomini volevano confermare quanto di buono fatto alle ultime Olimpiadi, dall’altra le donne che invece cercavano il riscatto dopo la delusione di Tokyo.

Missione compiuta e obiettivo centrato a pieni voti per gli azzurri che migliorano sensibilmente il numero di medaglie conquistato nella passata edizione a Berlino: l’Italia giunse infatti quinta nel medagliere finale con 6 medaglie totali tra donne e uomini, ma con un solo oro in tasca, quello di Ganna nell’inseguimento individuale.

[Credits Foto: Getty Images]