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Si è concluso il Giro d’Italia 2024 nel modo più pronosticabile possibile, del resto è andata esattamente come prevedevamo a inizio maggio: Pogacar in trionfo con quasi 10 minuti sul secondo, Daniel Felipe Martinez.

Bravo anche Geraint Thomas, al secondo podio consecutivo, mentre spiragli di positività dai nostri ciclisti come Tiberi e Pellizzari, miglior giovane e secondo miglior scalatore.

Ecco dunque le pagelle di questo Giro d’Italia 2024, con i promossi e i bocciati.

Giro d’Italia 2024, un migliore.. troppo migliore: Pogacar

Era dai tempi di Petacchi che un corridore non vinceva così tante tappe in una singola edizione del Giro d’Italia: 6 per Pogacar che non è uno sprinter a differenza di Ale-Jet, dominatore nel 2004 con 9 successi. Sei vittorie che potevano essere 8 se Narvaez non l’avesse spuntata a Torino in volata e Ganna nella cronometro di Desenzano del Garda. Dieci minuti sul secondo, un dominio affievolito dai tanti momenti di relax regalati al Giro d’Italia 2024 dal marziano sloveno. Ora sotto con il Tour.

Jonathan Milan – Voto 8,5

In questo momento è forse il miglior sprinter al mondo. Oltre ad essere campione olimpico, naturalmente, in pista. Al Giro d’Italia 2024 è stato lui l’uomo da marcare nelle volate, in cui ha prevalso 3 volte finendo due volte secondo. Maglia Ciclamino per il secondo anno di fila e per un classe 2001 non è affatto male.

Antonio Tiberi – Voto 8

Sorprendente il ciociaro a questo Giro d’Italia 2024. In realtà si sapeva che veniva con le spalle larghe e l’obiettivo della top 5 in classifica generale sembrava alla portata. Poi tra il dire e il fare c’è sempre il proverbiale mare, certo; però con sicurezza ha messo in fila i suoi coetanei mettendo anche in difficoltà ogni tanto gente più esperta.

AG2R – Decathlon – Voto 8

La vittoria nella classifica a squadra sorprende ma non troppo. Il team francese è tutto l’anno che sta andando forte, ha vinto due tappa al Giro d’Italia 2024 con Valentin Paret-Peintre e Vendrame e ha piazzato O’Connor ai piedi del podio. Notevolissima prestazione.

Daniel Felipe Martinez – Voto 7,5

Una bella rivincita dopo qualche anno grigio. Da gregarione di lusso a uomo di classifica il colombiano ha compiuto la sua evoluzione. Certo, 9 minuti e 56 secondi di distacco da Pogacar sono tanti: con una differenza simile l’anno scorso sarebbe finito fuori dalla top 10 della generale.

Julian Alaphilippe – Voto 7,5

Un Giro d’Italia 2024 da vero leone quello del francese, per 8 volte in fuga e vincitore alla grande dopo una stoccata negli ultimi 15 chilometri nella bella tappa di Fano. Sembrava in decadimento, forse abbiamo ritrovato un campione.

Giulio Pellizzari – Voto 7,5

Come già analizzato a parte, la grande rivelazione dell’ultima settimana del Giro. Giovanissimo e interessantissimo scalatore marchigiano, dietro al capitano Pozzovivo (20° nella generale) due quasi-vittorie sfumate solo perché Pogacar è di un altro pianeta per chiunque, non solo per lui.

Filippo Ganna – Voto 7

Aveva due tappe da vincere, una l’ha portata a casa e l’altra l’ha persa: le due crono, naturalmente. Molto giù di morale dopo Perugia, felice dopo Desenzano del Garda. Buone sensazioni comunque, non è poco.

Jhonathan Narvaez – Voto 7

Potrà raccontare ai nipoti di aver battuto Pogacar al Giro d’Italia 2024 in una tappa in linea, e in volata. Che colpo a Torino, in Maglia Rosa per un giorno prima di abdicare, inevitabilmente.

Geraint Thomas – Voto 6,5

Terzo posto e secondo podio consecutivo al Giro, a 38 anni. In sé niente male, ma la sua corsa è stata totalmente all’insegna dell’anonimato, tutto il tempo a ruota cercando di limitare i danni e senza mai provare mezzo attacco. Il fatto che nessuno a parte Pogacar e in qualche occasione Martinez l’abbia mandato in crisi è abbastanza preoccupante.

Giro d’Italia 2024, i peggiori: Visma – Voto 4

Poco o nulla è cambiato rispetto alle valutazioni dopo la seconda settimana. Una squadra mal costruita per questo Giro d’Italia 2024, con le idee poco chiare e la condizione generale assolutamente insufficiente. Si spera nel miracolo-Vingegaard in vista del Tour.