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Julian Alaphilippe ha vinto alla grande la dodicesima tappa del Giro d’Italia con arrivo a Fano.

L’ha fatto alla sua maniera, entrando in una fuga da lontano e poi effettuando la stoccata vincente a una quindicina di chilometri dal traguardo.

Alla sua prima apparizione alla Corsa Rosa il francese dopo vari tentativi è riuscito a mettere il suo nome nell’albo d’oro, entrando così a far parte del ristretto club dei ciclisti capaci di vincere una tappa in ciascuno dei grandi giri.

Con l’Italia comunque il rapporto di Alaphilippe è a dir poco positivo, sportivamente parlando. Ora vediamo i motivi.

Alaphilippe e quel 2019 indimenticabile

Il francese nelle ultime due stagioni è apparso in netto calo, ma in questo Giro d’Italia è letteralmente rinato. Certo, è difficile che possa toccare le vette di rendimento del 2019, quando in poche settimane completò una doppietta inedita: Strade Bianche + Milano – Sanremo.

In mezzo a quei due successi Alaphilippe riuscì anche a piazzare, così come contorno, due tappe alla Tirreno – Adriatico. Quello fu senza dubbio il suo anno migliore, quando al Tour de France si accaparrò la Maglia Gialla per poi perderla e terminare quinto, tra gli applausi, in classifica generale.

Certo, tra le strade della Toscana, la volata di Sanremo e i due successi alla Tirreno (Pomarance e Jesi, di nuovo quest’ultima nelle Marche) non si può certo dire che Julian si sia trovato male in territorio italiano.

Grande allo sprint della Milano – Sanremo, di fatto per distacco alle Strade Bianche: quell’Alaphilippe era il corridore più incisivo nelle gare di un giorno, visto che mise in tasca anche la Freccia-Vallone. Ma con l’Italia, un rapporto davvero speciale.

Il mondiale di Imola

Julian “Lulù” Alaphilippe è un fuoriclasse, un corridore per cui non si paga il biglietto solo perché il ciclismo in generale è uno sport gratuito per lo spettatore. Altrimenti ogni sua partecipazione meriterebbe di essere vista da vicino.

Come dimenticare, e lì purtroppo il pubblico non c’era, la sua vittoria al mondiale in Italia, a Imola, nel silenzio della pandemia di Covid? Un attacco da lontano, sbarazzandosi di un gruppetto di altri fenomeni come Van Aert o Roglic, su Cima Gallinella, e il trionfo all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari.

Sono gli altri corridori che riconoscono il valore di Alaphilippe, uno che in gruppo fa sempre piacere avere. Anche Pogacar dopo la vittoria di Fano lo ha salutato a distanza nelle dichiarazioni con molto piacere. Sono questi i campioni che rendono grandi le corse, a tutti i livelli, adesso pure al Giro d’Italia.