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Con l’entusiasmante ritorno di Walter Mazzarri come tecnico del Napoli, ritornano alla ribalta non solo le attese sportive, ma anche un’anomalia curiosa caratteristica del suo stile: l’arte di formulare giustificazioni originali e singolari dopo una prestazione sottotono della sua squadra.

In passato, durante i suoi incarichi, da Napoli a Inter, attraverso Cagliari e Torino, Mazzarri si è guadagnato una certa fama per le sue spiegazioni inusuali, talvolta strappando un sorriso tra i sostenitori e gli osservatori del calcio nazionale.

Con l’annuncio del suo ritorno alla guida della squadra napoletana, in sostituzione del tanto odiato Rudi Garcia, il web si è riempito nuovamente di commenti e clip che riportano le più inverosimili spiegazioni fornite dall’allenatore di Livorno in seguito ad incontri poco fortunati.

Il palcoscenico post-partita: il repertorio di alibi di Walter Mazzarri

Walter Mazzarri, più di un allenatore di calcio, è un vero artista delle parole.

Ha trasformato le conferenze post-partita in veri e propri palcoscenici dove le sue scuse diventano performance attese dai tifosi e dagli osservatori del calcio con una miscela di anticipazione e curiosità, una spiegazione per ogni situazione, che si tratti di una prestazione deludente o di una vittoria sofferta.

Questioni di pancia

L’unica attenuante è che mezza squadra è influenzata, 4-5 giocatori hanno avuto la febbre e uno addirittura ha giocato con la diarrea

Mazzarri dopo un 2-4 subito dal Ravenna nella stagione di
B del 98/99

Nella Serie B del 1998/99, Mazzarri, allora vice di Renzo Ulivieri al Napoli, si distinse per un alibi particolarmente curioso. Dopo una sconfitta per 2-4 in casa contro il Ravenna, spiegò che parte della squadra era influenzata, con alcuni giocatori febbricitanti e uno addirittura in campo nonostante avesse la diarrea. Questa scusa, seppur seria, ha colpito per la sua sincerità e ha suscitato sorrisi tra i tifosi e gli addetti ai lavori. [RIVEDILO QUI]

La famosa pioggia

Effettivamente quando siamo rimasti in 10 abbiamo sofferto, non ci scordiamo che siamo in emergenza, era prevedibile che i ragazzi calassero… poi ha cominciato anche a piovere…

Mazzarri dopo la sua ultima partita alla guida dell’Inter contro il Verona

Durante la sua esperienza all’Inter, Mazzarri si è spesso affidato al clima come giustificazione per le prestazioni non all’altezza. In una partita casalinga contro il Verona che si concluse 2-2 e gli costò l’esonero, citò la pioggia come un fattore che aveva influito negativamente sulla squadra. [RIVEDILO QUI]

L’escursione termica

Giovedì faceva molto freddo, qui invece abbiamo trovato un clima estivo

Mazzarri dopo un Palermo-Inter 1-1

Cugina di primo grado della pioggia anche l’escursione termica si mette di traverso tra Mazzarri e la vittoria. Ne parla dopo due opache prestazioni della sua Inter, una nella trasferta a temperature siberiane contro il Dnipro e una nella tropicale Palermo pochi giorni dopo.

Il compleanno di Cavani

Il San Paolo di solito è caldo, ci spinge ad iniziare bene, ma oggi è il compleanno di Cavani e c’era un clima soporifero, credo si sia sottovalutato l’impegno

Mazzarri dopo l’eliminazione patita dal suo Napoli contro il Viktoria Plzen

Nel 2013, nel giorno di San Valentino, Napoli venne eliminato dall’Europa League dopo una sconfitta interna contro il Viktoria Plzen. Mazzarri, in quell’occasione, mise in discussione l’atmosfera del San Paolo, normalmente calda e stimolante, che quel giorno era influenzata dal compleanno di Cavani, creando un clima “soporifero” che aveva sottovalutato l’impegno della squadra.

Se c’erano le regole del campetto…

Bisognerebbe cambiare un po’ le regole, ogni tot angoli battuti, ogni tot pali, fosse assegnato un gol. Ma questo vuol dire che la squadra gioca, produce…

Mazzarri dopo una partita alla guida dell’Inter stagione 13/14

Una delle proposte più originali di Mazzarri è emersa durante la sua gestione dell’Inter nella stagione 2013/14, dove suggerì una modifica delle regole del calcio: assegnare un gol ogni tot angoli battuti o pali colpiti, una proposta che, secondo lui, avrebbe premiato le squadre che giocano e producono azioni.

Stanno tutti male!

Per assurdo, prima dell’infortunio dell’arbitro e poi di Lovato eravamo in partita, poco cattivi e leziosi ma eravamo partiti bene

Mazzarri dopo Empoli-Cagliari

Le sue peculiari interpretazioni si spingono fino al suo periodo meno felice al Cagliari, dove, in una delle sue ultime partite, contraddistinte dal pareggio contro l’Empoli, il tecnico attribuì il magro risultato a un insieme di cause improbabili, tra cui problemi fisici degli arbitri e dei giocatori.

Non parlo di arbitri

Parlo a livello statistico: è possibile che quando gli episodi sono contro di noi si vedono e quando sono a nostro favore invece non si vedono mai?

Mazzarri dopo una gara disputata a Udine

Tutti gli allenatori diranno almeno una volta nella vita che non parlano mai delle decisioni arbitrali. Tutti però prima o dopo chiameranno in causa il direttore di gara per abbellire delle prestazioni non proprio brillanti. Almeno su questo Walterone è in buona compagnia.

Percezione pubblica e leggenda

Queste spiegazioni, a volte bizzarre, a volte quasi poetiche, hanno plasmato l’immagine pubblica di Mazzarri.

Ogni nuova conferenza è un capitolo aggiunto a una saga che ha reso Mazzarri un personaggio quasi mitico nel mondo del calcio. Le sue scuse sono diventate un simbolo di un calcio che va oltre il campo, un gioco di parole e percezioni, che hanno contribuito a creare tonnellate di meme calcistici.

Sicuramente, sotto questo profilo non possiamo che annoverare Mazzarri tra i personaggi più amati del panorama calcistico, di cui non vanno però dimenticate le qualità tecniche (ricordate la clamorosa salvezza della Reggina?).

Un approccio costruttivo?

Nonostante le critiche e gli scherzi, c’è da dire che Mazzarri ha sempre cercato di comunicare il suo punto di vista in modo chiaro, anche se a volte eccessivamente creativo. Le sue scuse, se così possiamo chiamarle, riflettono un tentativo di proteggere la sua squadra e di spostare l’attenzione dai singoli errori.

Si tratta di una scelta probabilmente consapevole, che tende alla protezione (a volte goffa) del gruppo squadra. Non è da escludere che talvolta sia lo stesso Mazzarri a mettere in atto scientificamente questo atteggiamento, un po’ come vediamo spesso fare a Mourinho, che incendia violente polemiche solo per distogliere l’attenzione dalle magagne della propria formazione, o per proteggere qualche giocatore specifico creando specchietti per le allodole, che non lo lascino solo dentro il fuoco incrociato della stampa.

Un personaggio che ci mancava

Mazzarri rimane una figura indimenticabile nel calcio italiano, non solo per le sue competenze tattiche, ma anche per il suo inconfondibile stile comunicativo. Le sue scuse sono diventate parte integrante del suo personaggio, e il calcio, come sempre, si arricchisce di queste storie che lo rendono non solo uno sport, ma anche un racconto in continuo divenire.