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Tre promosse, tre rimandate, una bocciata.

Tempo di bilanci per le italiane d’Europa a gironi finiti. Dalla Champions alla Conference, passando per l’Europa League che accoglie l’Atalanta retrocessa dopo il ko contro il Villarreal. Due su quattro avanti in Champions, solo la Juventus prima nel girone grazie (anche) al regalo dello Zenit. Una soddisfazione inattesa dopo la batosta di Stamford Bridge. Allegri può sorridere ma il cammino dei bianconeri resta indecifrabile. Difficile chiedere di più in Europa – anche se prestazioni come quella col Malmö non basteranno per andare lontano – ma in campionato la vetta resta lontana nonostante i punti rosicchiati. La pessima partenza pesa. 

Avanti l’Inter seconda dietro al Real dopo l’occasione-sorpasso fallita nello scontro diretto. Al Bernabéu i nerazzurri non hanno demeritato, esperienza e qualità dell’avversario hanno spostato gli equilibri. A Inzaghi va comunque dato ogni merito per aver consolidato un gruppo che in estate perdeva pezzi e che torna agli ottavi dopo 10 anni senza aver lasciato per strada quasi nulla in campionato.

Lì dove riprenderà subito il duello con un Milan eliminato da tutto. La squadra di Pioli è stata agli ottavi di Champions per una manciata di minuti ma ha chiuso ultima in un girone che si era messo male sin dal sorteggio. Episodi, sfortuna, inesperienza: insegnamenti di cui fare tesoro ora che una riserva di energie – visto l’unico impegno rimasto – alla lunga potrebbe fare la differenza. 

Sognava il tris agli ottavi l’Atalanta, punita da distrazioni e dalle rimonte subite nelle scorse giornate. I bergamaschi, consapevoli della loro forza (e più che mai in corsa per lo scudetto), avranno un’altra occasione ai playoff di Europa League insieme a Lazio e Napoli che hanno chiuso seconde. Errori e poca concretezza nei momenti decisivi anche per loro, alti e bassi che lasciano il giudizio sospeso: la squadra di Sarri continua a cercare un equilibrio, il Napoli riparte dopo gli ultimi passi falsi e ha ora l’occasione di concentrarsi sulla Serie A.

Infine, avanti la Roma in Conference con un primo posto che evita due gare in più a una rosa che fatica nel doppio impegno e che in campionato sembra già destinata a un ruolo marginale. 

Tutto in bilico fino alla fine e bilancio non pienamente positivo. Il calcio italiano si mostra imperfetto, viene rimandato all’esame Europa. Ma per sei squadre il percorso continua. Equilibri cercasi, le fiammate non bastano, anche se conviene vedere il bicchiere mezzo pieno: consapevoli che le più forti sono altre, le italiane hanno tempo per continuare a costruire identità e certezze.

Senza illusioni si ripartirà da una sufficienza stiracchiata, 6 proprio come le qualificate: aspettando febbraio per capire chi potrà diventare più di una comparsa.