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Il calcio mercato italiano ha segnato in modo indelebile la storia del “football” nel Bel Paese.

Colpi clamorosi, trasferimenti record, tradimenti da una rivale all’altra, meteore fatte passare come campioni e campioni arrivati in punta di piedi prima di sbocciare. Insomma una miriade di storie e fatti curiosi che si intrecciano da almeno mezzo secolo.

Accanto a questi contratti chiusi, ci sono poi i tormentoni estivi che in realtà un epilogo non lo hanno mai trovato: possibili acquisti, trasferimenti ormai in dirittura di arrivo e poi saltati sul più bello, lasciando spesso dubbi e amarezze da parte dei tifosi. Questa categoria, fra le altre trattative mai concluse, contiene al suo interno il più grande tormentone del secolo scorso.

Nicolas Anelka a soli 20 anni è la punta che tutti vogliono: siamo nell’estate del 1999 e Internet inizia ad inondare le persone di news, aggiornamenti e molto altra ancora, affiancando i classici mass media. Per tutti il transalpino sarà un giocatore della Lazio, con tanto di cifre, numeri e quanto altro.

La storia però ci dirà che l’esito di questo tormentone estivo sarà completamente differente. Vediamo cosa è successo in quei caldi giorni del vecchio millennio.

Premesse

Per affrontare il caso Nicolas Anelka, bisogna far chiarezza sulla situazione della Lazio in quegli anni e la breve ma già intensa carriera del francese. Una sorta di riassunto inevitabile, per capire bene la storia e cosa poi ha portato a far saltare tutto all’ultimo momento.

Lazio

La formazione guidata da Sven-Göran Eriksson nel maggio del 1999 ha vissuto un mese tra gioie e dolori. Quest’ultimi arrivano dal campionato, con la vittoria dello scudetto sfumata a 180 minuti dalla fine. Sorpasso del Milan alla penultima curva e nessun ribaltone negli ultimi 90 minuti: Milan campione d’Italia al Curi e tanti mea culpa biancocelesti dopo aver dilapidato un vantaggio consistente.

Vieri e compagni però si rifaranno pochi giorni dopo, vincendo l’ultima edizione della Coppa delle Coppe battendo il Maiorca di Cuper per 2-1. Un double mancato, ma con la sensazione che l’appuntamento con il secondo scudetto sia solo rimandato di 12 mesi. Squadra pazzesca quella guidata da Sven-Göran Eriksson che annovera oltre al già citato Vieri, anche Nesta, Nedved, Mancini, Boksic, Mihajlović, Salas e molti altri ancora.

Una Lazio fortissima, con il presidente Cragnotti che apre i rubinetti a più non posso per la campagna acquisti e cosi il club romano diventa appetibile anche per tanti grandi giocatori. Insomma un salto di qualità come non si era mai visto sulle sponde del Tevere. A questo aggiungiamoci la qualificazione alla Champions League 1999-2000 e si capisce come “Formello” possa diventare improvvisamente attraente per molti.

Il calcio mercato del 1999 si apre con il botto: la Lazio cede a sorpresa il bomber Christian Vieri davanti ad un’offerta irresistibile dell’Inter. A Cragnotti va la cifra record di 90 miliardi di lire, per il trasferimento più oneroso di sempre in Serie A in quel momento. La piazza mugugna, non ci sta davanti alla cessione del suo ariete, ma il presidente Laziale calma le acque e assicura che Vieri sarà sostituito con un giocatore più forte.

Intanto arrivano alla corte del tecnico svedese giocatori come Veron, Simeone, Sensini e Simone Inzaghi. Insomma, manca solo il grande nome in attacco per far proseguire il sogno.

Nicolas Anelka

Un predestinato che brucia le tappe come non mai. Nicolas Anelka, classe 1979, esordisce in Ligue 1 a 16 anni con la maglia del PSG e nella prima stagione colleziona 10 presenze e una rete. Nell’estate del 1997 il manager dell’Arsenal, Arsène Wenger lo acquista per mezzo milione di sterline e il suo passaggio a soli 18 anni in quel di Londra fa molto rumore. L’attaccate francese non delude le attese e segna al debutto in Premier League, niente meno contro il Manchester United.

Nella prima stagione, pur facendo spola tra prima squadra e formazione riserve, il transalpino vince con i gunners il campionato e la FA Cup. Un double storico. Nella stagione seguente l’impiego di Anelka aumenta sensibilmente: in due anni sono 72 presenze con la prima squadra, a cui si aggiungono 17 gettoni con la squadra riserve, per un totale complessivo di 30 reti. Niente male per un ragazzo che ancora deve spegnere le 20 candeline sulla torta.

Sé le cose vanno a gonfie vele in terra inglese, lo stesso si può dire con la nazionale. Nel 1998 Nicolas Anleka si trova in poche settimane da indossare la maglia dell’Under 20 a quella della selezione maggiore che si appresta ad ospitare il Mondiale 1998 in casa. L’attaccante dei gunners debutta con la squadra del CT Aimé Jacquet, il 21 aprile 1998 contro la Svezia. Finisce nella lista dei 40 pre-convocati nel mese di maggio, ma poi resta fuori dalla lista dei 23 che alzeranno la coppa del mondo poche settimane dopo.

Nonostante il taglio, su Anelka ci sono tante aspettative e molte squadre sono pronte a trattare con l’Arsenal per il suo acquisto. Wenger si trincera dietro ad infiniti no, ma in cuor suo è consapevole che davanti ad una super offerta per il cartellino del suo attaccante sarebbe quasi impossibile trattenerlo a Londra. In molti sono pronti a scommettere su un’asta infinita da parte dei maggiori club europei per assicurarsi Nicolas e tutto lascia presagire che l’estate del 1999 sarà quella decisiva per vederlo salutare Londra.

La trattativa: quasi preso

Come detto la Lazio ha ceduto Vieri all’Inter e dunque serve un sostituto all’altezza per coprire la casella in attacco. Nello Governato, direttore sportivo in quegli anni ruggenti della truppa romana, ha ovviamente il nome di Nicolas Anelka sul suo taccuino. I biancocelesti non sembrano inizialmente in prima fila per l’acquisto del Francese, con le sirene Madrilene che paiono richiamare l’attenzione di Nicolas.

Il giocatore però affida la gestione del suo cartellino al fratello e dunque chiunque voglia trattare l’acquisto del francese, oltre che con l’Arsenal deve parlare con il fratello/agente. La Lazio partita a fari spenti sul francese, improvvisamente si trova a superare club più blasonati e nel giro di pochi giorni il lavoro della dirigenza biancoceleste arriva sotto le luci dei riflettori.

La data chiave sembra essere il 19 giugno del 1999. Il DS Governato ha ottenuto l’Ok definitivo da parte di Cragnotti per andare a prendere Anelka. Una sorta di blitz che brucia, almeno sulla carta, le speranze delle altre squadre. Gioca d’anticipo la Lazio che ha un tesoretto da spendere dopo la cessione di Vieri e c’è da mettere a tacere una piazza che ancora non ha digerito la cessione del numero 32.

A Nizza, Governato incontra in gran segreto il fratello/agente di Nicolas, dopo aver avuto anche il benestare dell’Arsenal e mette sul piatto cifre pazzesche per il calcio di fine secolo. Al club inglese la Lazio è pronta a versare 65 miliardi di lire per il cartellino del giocatore, mentre per l’attaccante è pronto un contratto di 5 anni per uno stipendio netto complessivo da 30 miliardi di lire: vale a dire 6 miliardi all’anno nelle tasche di Anelka.

Cifre incredibili e mai viste prima, soprattutto per un giocatore che ha soli 20 anni. L’Arsenal accetta immediatamente e anche il fratello/agente fa capire che la trattiva è vicina alla fumata bianca. Manca solo il sì di Nicolas che è ancora in vacanza, ma per tutti l’affare è chiuso.

I giornali italiani prima e poi quelli stranieri titolano a caratteri cubitali che Nicolas Anelka è un giocatore della Lazio. Il blitz di Nello Governato ha dato i suoi frutti, trovando il consenso di Arsenal e procuratore. La firma è attesa a giorni e i tifosi attendono impazienti l’arrivo del francese a Fiumicino per andare ad accoglierlo.

C’è però, un Ma grande come una casa, in questa storia e che sarà decisivo.

L’Epilogo: il tormentone Anelka finisce a Madrid

Nicolas Anelka dalla Grecia dove si trova in vacanza appare intenzionato ad accettare la proposta della Lazio: sia sotto l’aspetto meramente economico che rappresenta un totale salto di qualità per lui e sotto il profilo sportivo, con la possibilità di giocare in Serie A (in quel momento il più importante campionato al Mondo), in una squadra ambiziosa e piena di campioni. Insomma è un Sì quasi certo anche il suo.

Succede però che il Real Madrid gioca la carta della disperazione. I blancos stanno seguendo da almeno un anno il francese e sono convinti che assicurandosi le sue prestazioni, la squadra diventi ancora più forte di quello che è. Già a marzo 1999 si vocifera da più parti che il Bernabeu sarà la nuova casa di Nicolas e dunque il sorpasso laziale ha sorpreso tutti. Soprattutto la società madrilena che non può accettare di subire un’onta del genere.

Così due emissari del Real Madrid raggiungono il giocatore in vacanza e iniziano un martellamento continuo. Chiaramente davanti alla parola Real Madrid il francese inizia a vacillare. Il primo approccio delle Merengues ha avuto l’effetto sperato. Anelka tramite il suo agente fa sapere alla Lazio che vuol prendersi ancora qualche giorno per pensare all’offerta dei biancocelesti.

I giorni diventano settimane e l’entusiasmo iniziale dell’ambiente, lascia il posto a forte preoccupazione che l’affare non vada in porto, mentre il caso diventa un mistero. Il giocatore non rilascia alcuna dichiarazione e non si presenta nemmeno al primo giorno di raduno dell’Arsenal. Qualcosa bolle in pentola e quel qualcosa è ovviamente il Real che lavora sotto traccia.

40 giorni dopo quel “sì” virtuale, la Lazio il 29 luglio si tira fuori dall’affare Anelka e prende dal Bologna Kennet Andersson. Lo svedese è un attaccante di peso e forte nel gioco aereo come lo era Vieri, ma per il popolo laziale è una doccia fredda davanti al mancato arrivo del francese. Quest’ultimo, il 2 agosto 1999 viene ufficializzato dal Real Madrid che versa 22.3 milioni di sterline all’Arsenal: vale a dire poco meno di 70 miliardi di lire, ovvero la cifra che la Lazio aveva messo a sua volta nel piatto.

La storia di quella stagione la conosciamo bene: la Lazio, pur senza il sostituto ufficiale di Vieri (con Andersson rispedito al Bologna a Gennaio dopo 4 presenze), vince il suo secondo scudetto. Il Curi questa volta, 12 mesi dopo la beffa, si fa perdonare e con Calori nel diluvio Perugino arriva la rete che condanna al Ko la Juventus. La Lazio superando la Reggina 3-0, piazza il sorpasso e si prende lo scudetto nella maniera più incredibile, alzando anche la Coppa Italia.

L’annata di Anelka al Real Madrid invece è di quelle che segnano in negativo la carriera del giocatore. Problemi caratteriali, uniti a comportamenti poco ortodossi lo vedono scendere in campo solo 19 volte e con appena 2 reti.

Meno di un anno dopo il suo inaspettato arrivo, il francese saluta Madrid e torna al PSG. Ma la sua parabola discendente ha già inizio e in molti si chiedono ancora, come sarebbe stata la carriera di Nicolas sé il suo passaggio alla Lazio si fosse concluso nella calda estate del 1999.