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La Serie A del campionato 1987-1988 è stata testimone di un’epoca che volgeva al termine. Un’atmosfera nostalgica avvolgeva l’86ª edizione del torneo. In quella stagione, il Milan, guidato dall’imprenditore Silvio Berlusconi, si aggiudicò l’ambito scudetto, ponendo fine a un periodo di attesa. Fu il primo titolo per Berlusconi come presidente e l’11° trionfo storico per la compagine rossonera.

Un campionato di svolta

Fatto storico di quell’anno, fu l’ultima volta che il campionato si disputò a 16 squadre, poiché a partire dalla stagione seguente il formato fu modificato per accogliere 18 squadre. Di conseguenza, solo due club avrebbero affrontato la retrocessione in quell’anno, uno stravolgimento rispetto alla norma prevista dal cambiamento imminente.

Uno scandalo turbò l’Estate del calcio italiano: l’Empoli fu travolto da accuse legate a partite combinate. Sebbene il club toscano fosse salito alla ribalta della Serie A grazie alle penalizzazioni inflitte ad altri club coinvolti in precedenti scandali, questa volta toccò a loro subire una penalizzazione, cinque punti in meno per le loro connessioni con il mondo delle partite truccate.

La lotta tra Napoli e Milan

In questo contesto, il Napoli ebbe un avvio fulminante, ma la sua corsa venne controllata dalla Sampdoria che, pur con un buon slancio, non riuscì a impensierirlo seriamente. Fu proprio un gol di Maradona a decidere il destino della corsa al titolo in uno scontro con la Sampdoria.

Dietro faticano le grandi degli anni’80 come Roma e Juventus, con i bianconeri alle prese con il traumatico post Platini, incarnato dal grigio apporto di Ian Rush. Non trova continuità neanche l’Inter del Trap, che perde già alla prima contro lo sbarazzino Pescara di Galeone. Altalenante nelle prime fasi anche il Milan di Sacchi, che deve trovare i giusti automatismi per la rivoluzione tattica imposta dal mister di Fusignano.

Ma domenica dopo domenica i rossoneri si mettono all’inseguimento del Napoli che appare imbattibile: primo punto di svolta lo scontro diretto del Meazza, in cui per la prima volta si vede il sacchismo applicato al Milan. Il Napoli che viene schiantato con un 4-1 che non ammette repliche.

Insomma, nonostante l’infortunio di van Basten nelle fasi iniziali, il Milan affidò il proprio destino a una solida difesa a zona, subendo un esiguo numero di gol e all’esuberanza fisica di un Ruud Gullit praticamente inarrestabile: sarà proprio del n° 10 rossonero il gol, pesantissimo, che sancirà la vittoria rossonera al comunale di Torino contro la Juve, permettendo agli uomini di Sacchi di rimanere in scia di un Napoli che inizia ad apparire stanco, preoccupato e nervoso.

Il campionato vide il Milan riemergere come forza dominante dopo anni meno fortunati, sopravanzando le aspettative iniziali che favorivano il Napoli, trascinato dal virtuosismo di Maradona e arricchito dall’arrivo di Careca. Nonostante l’infortunio di van Basten nelle fasi iniziali, il Milan affidò il proprio destino a una solida difesa a zona, subendo un esiguo numero di gol.

Il duello finale

Si arriva quindi al rendez vous finale, in programma allo stadio San Paolo, il 1 Maggio 1988: Napoli primo che ospita il Milan secondo staccato di appena 1 punto.

Qui esplode in tutto il suo fragore il malessere strisciante del Napoli e la bellezza del Milan di Sacchi: eroe della giornata è Virdis, autore di una doppietta, ma va a segno anche il rientrante Van Basten. Non bastano Maradona e Careca per il Napoli. Vince il Milan 3-2 per la partita che segna il simbolico passaggio di consegne dello scudetto. I rossoneri concretizzano quindi il sorpasso a due giornate dal termine e festeggiano a Como il loro 11° scudetto, il primo dell’era Berlusconi.

Nell’annata della ribalta milanista e dei sogni spezzati a Napoli, il talento di Maradona brillò con quindici reti, battendo avversari di alto calibro nella classifica marcatori. Mentre il Milan celebrava il successo, Napoli e le sue stelle – il tridente MaGiCa di Maradona, Careca e Giordano – riflettevano su un’opportunità mancata, nonostante un attacco di notevole impatto.

La sorprendente Sampdoria

La Sampdoria fu la rivelazione della stagione 1987-1988. Guidata da Vujadin Boskov, raggiunse non solo un rispettabile piazzamento in campionato ma primeggiò anche nella Coppa Italia.

Gianluca Vialli, il migliore realizzatore della squadra, guidò la Sampdoria a eguagliare i migliori risultati precedenti, preludio di alcune delle migliori stagioni che il club avrebbe vissuto nei decenni seguenti. Ma la formazione blucerchiata non fu solo Vialli: ovviamente Mancini si consacrò come uno dei talenti più fulgidi della sua generazioni e la squadra tutta ebbe una crescita esponenziale che la porterà a dare seguito anche nella stagione successiva ai buoni risultati avuti, tanto da giungere fino alla finale di Coppa delle Coppe contro il Barcellona a Berna.