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Tra l’11 e il 18 maggio prossimi sapremo come va a finire Juventus-Siviglia, semifinale di Europa League 2022/23. Lo scontro con la squadra andalusa segnerà anche la ventiquattresima semifinale europea per il club bianconero, considerando tutte le competizioni per club del Vecchio Continente.

Andiamo allora a vederle tutte insieme, raggruppandole per competizione. Vedremo come sono andate quelle di Coppa dei Campioni/Champions League, di Coppa delle Coppe e di Coppa delle Fiere/Coppa UEFA/Europa League.

Coppa dei Campioni/Champions League

Nel gergo del mondo anti-juventino, quello delle sette finali perse è uno storico tormentone/sfottò nei confronti dei tifosi bianconeri. Tutto fa parte del gioco, naturalmente, così come è vero che perdere le finali è doloroso. Tuttavia, solo chi non capisce nulla di calcio ignora quanto sia comunque difficile raggiungerle, le finali. Ma oggi ci occupiamo di semifinali e non solo di Champions League, anche se nel nostro racconto non possiamo che partire dalla principale competizione europea per club.

1967/68: Benfica-Juventus (2-0 e 0-1)

La prima semifinale della Juventus in Coppa dei Campioni risale a 55 anni fa. Siamo nel 1968 e la Juve di Heriberto Herrera si fa largo fino alla semifinale, ma sbatte sul Benfica di Eusebio. La leggenda del calcio lusitano timbra sia nel 2-0 casalingo dell’andata, sia al ritorno segnando il gol-partita nello 0-1 a Torino. Il Benfica perderà poi la finale 4-1 con il Manchester United di George Best e Bobby Charlton.

1972/73: Juventus-Derby County (3-1 e 0-0)

Il possibile riscatto arriva nel 1972/73, edizione che però passa alla storia non solo per la dolorosa sconfitta in finale contro l’Ajax, 0-1 con gol di Johnny Rep. In semifinale c’era stata la sfida con il Derby County di Brian Clough, che era esploso dopo il 3-1 subito all’andata denunciando un arbitraggio a senso unico. Il ritorno termina 0-0, ma viene fuori che l’arbitro portoghese Marques Lobo aveva denunciato un tentativo di corruzione da parte di un faccendiere ungherese. Quest’ultimo verrà squalificato a vita mentre la Juve, che aveva da subito collaborato alle indagini, ne esce completamente pulita.

1977/78: Juventus-Bruges (1-0 e 2-0 dts)

La Juve del Trap sembra lanciata verso la finale, dovendo affrontare il Bruges che è insidioso ma inferiore. A Torino finisce 1-0 con gol di Bettega, in Belgio il ritorno termina con il medesimo risultato. Dunque si va ai supplementari, che vengono decisi da un gol di Renè Vandereycken, l’uomo di maggior classe dei belgi.

1982/83: Juventus-Widzew Lodz (2-0 e 2-2)

Passano 10 anni, perché la Juve abbia una nuova occasione di rivincita in finale. La Juventus di Platini e Boniek, guidata da Trapattoni, sembra avviata verso il trionfo, e la semifinale con il Widzew Lodz si rivela poco più che una formalità. 2-0 all’andata e 2-2 al ritorno, con appena qualche minuto di patema. La finale sarà però decisa dal tiro da fuori area di Magath, che befferà Zoff dando la coppa all’Amburgo.

1984/85: Juventus-Bordeaux (3-0 e 3-2)

Nel 1984/85 la Juve di Trap, Platini e Boniek raggiunge di nuovo la semifinale. Di fronte il Bordeaux di Aime Jacquet, che 13 anni dopo sarebbe diventato campione del mondo da CT della Francia. I girondini sono forti con Tigana, Giresse, Lacombe, ma la Juve è nettamente superiore. L’andata termina 3-0 con reti di Boniek, Briaschi e Platini. Al ritorno però la Juve stenta e va sotto dopo 25 minuti con Muller. Battiston raddoppia all’80’ e la Juve trema per gli ultimi 10, lunghissimi minuti, ma alla fine la porta a casa. Poi ci sarà la finale dell’Heysel, passata alla storia per ragioni purtroppo molto note. La Juve vince la sua prima Coppa dei Campioni per 1-0 sul Liverpool con un rigore dubbio di Platini, ma in un’atmosfera surreale per quello che era successo prima del fischio d’inizio.

1995/96: Juventus-Nantes (2-0 e 3-2)

Passano altri 11 anni, la Coppa dei Campioni è nel frattempo diventata Champions League e la Juve, dopo anni bui, ha trovato un nuovo ciclo vincente con Marcello Lippi. In semifinale la Vecchia Signora è attesa dai gialloverdi del Nantes di Ouedec, messi KO all’andata da un 2-0 firmato Vialli e Jugovic. Il compianto bomber timbra anche al ritorno, insieme a Paulo Sousa che segna il momentaneo 1-2 al 50′, di fatto archiviando la pratica qualificazione. Il Nantes segnerà poi due gol, vincendo per 3-2, ma in finale ci andrà la Juve.

1996/97: Ajax-Juventus (1-2 e 4-1)

La Juve torna in semifinale l’anno seguente, nel 1997 e proprio contro l’Ajax che aveva sconfitto in finale. I lancieri sperano in una rivincita ma non hanno speranze, nonostante Van Gaal possa contare su elementi del calibro di Litmanen, Overmars, Babangida, Van Der Sar, Blind e i fratelli De Boer. La Juve è semplicemente troppo forte, e vince già l’andata ad Amsterdam con Vieri e Amoruso (1-2), per poi dilagare al ritorno: 4-1, con reti ancora di Vieri e Amoruso, insieme a Lombardo e Zidane. Poi arriverà la sconfitta forse più inattesa di tutte, quella con il Borussia Dortmund in finale. Un 3-1 che nessuno si aspettava, da parte di una delle Juventus più forti di sempre.

1997/98: Juventus-Monaco (4-1 e 3-2)

Nel 1997/98 la Juve arriva nuovamente in fondo, a testimonianza ulteriore di un ciclo fortissimo e che avrebbe meritato qualcosa di più. In semifinale l’ostacolo si chiama stavolta Monaco, è guidato da Jean Tigana e sfoggia una giovane coppia di attaccanti destinata a lasciare il segno un po’ ovunque: Thierry Henry e David Trezeguet. La Juve è però di altra categoria e ipoteca la qualificazione già all’andata: 4-1 con tripletta di Del Piero e gol di Zidane. Nel ritorno la Juve passa anche in vantaggio con Amoruso, poi Henry lancia la platonica rimonta per una gara che finirà 3-2. In finale ci sarà un altro dispiacere, 0-1 con il Real Madrid firmato da un gol di Mijatovic in più che sospetto fuorigioco.

1998/99: Manchester United-Juventus (1-1 e 2-3)

La semifinale arriverà pure l’anno seguente, la quarta consecutiva. Sulla panchina della Juve è giunto Carlo Ancelotti, ma ha dovuto affrontare un’accoglienza a dir poco ostile di una parte della tifoseria, e soprattutto il macigno del grave infortunio ad Alessandro Del Piero, che si rompe il crociato a novembre e non è più disponibile per tutta la stagione. In semifinale di Champions League si sente la sua mancanza contro il grande Manchester United di Alex Ferguson, ma la Juve tiene testa e rischia anche di vincere l’andata, con gol di Antonio Conte pareggiato solo nel recupero da Giggs. Il ritorno è amarissimo, perché al Delle Alpi la Juve va subito avanti 2-0 con doppietta di Inzaghi, ma la rimonta firmata da Keane, Yorke e Cole manda in finale lo United.

2002/03: Real Madrid-Juventus (2-1 e 3-1)

Si arriva al 2002/03, anno della finale di Old Trafford tutta italiana, poi vinta dal Milan ai rigori. La Juve ci era arrivata battendo in semifinale il Real Madrid. Le Merengues vincono 2-1 l’andata al Bernabeu (Trezeguet per la Juve), ma soccombono 3-1 nel ritorno. Di Del Piero, Trezeguet e Nedved le reti, mentre Zidane accorcia per i Blancos. La nota stonata è l’ammonizione a Nedved, costretto a saltare la finale contro il Milan.

2014/15: Juventus-Real Madrid (2-1 e 1-1)

Altro salto in avanti di 11 anni, nel mezzo dei quali c’è il ciclo di Capello, Calciopoli, la B, la rinascita e gli scudetti con Antonio Conte, il suo improvviso addio e la sostituzione con Allegri. In semifinale c’è ancora il Real Madrid, sulla cui panchina siede Carlo Ancelotti. L’andata a Torino termina 2-1 con gol di Morata, pareggio di Cristiano Ronaldo e rigore decisivo di Tevez. Al ritorno Sempre CR7 firma il vantaggio, impattato da Morata. Non succede più nulla e in finale ci va la Juve, che poi soccomberà 1-3 contro il Barcellona.

2016/17: Monaco-Juventus (0-2 e 2-1)

L’ultima presenza in semifinale di Champions League della Juventus è datata primavera 2017, quando il destino mette di fronte alla Vecchia Signora ancora una volta il Monaco. Sulla panchina dei monegaschi siede Jardim, che schiera in attacco Falcao e il giovanissimo Mbappe. La Juve ipoteca il passaggio del turno già all’andata, con la doppietta di Higuain allo Stade Louis II per lo 0-2. A Torino terminerà poi 2-1 con reti di Mandzukic e Dani Alves. Per il Monaco segna Mbappé, alla sua ultima rete in Champions prima di passare al PSG.

Coppa delle Coppe

Attiva dal 1960 al 1999, la Coppa delle Coppe è stata la competizione UEFA riservata alle squadre vincitrici delle coppe nazionali. Dal 1999/2000 è stata cancellata e le squadre aventi diritto sono confluite nella Coppa UEFA.

1979/80: Arsenal-Juventus (2-1 e 1-1)

Nel 1980 la Juventus avanza fino alla semifinale di Coppa delle Coppe, trovando l’Arsenal di Terry Neill. Dopo l’1-1 di Highbury la strada sembra leggermente in discesa, ma allo scadere del match di ritorno Zoff sbaglia piazzamento su un cross lungo di Rix e Vaessen insacca di testa a porta vuota. Curiosità: il regista di quell’Arsenal era il 24enne irlandese Liam Brady, che da lì a qualche mese sarebbe diventato il primo straniero ingaggiato dalla Juventus, alla riapertura delle frontiere.

1983-84: Manchester United-Juventus (1-1 e 2-1)

Il 1984 è l’anno in cui la Juventus mette le mani sul secondo trofeo internazionale della sua storia, la Coppa delle Coppe alzata al cielo dopo aver battuto il Porto per 2-1 a Basilea. A quella finale, la squadra di Trapattoni con Paolo Rossi, Platini e Boniek era giunta dopo aver eliminato il Manchester United. A Old Trafford finì 1-1 grazie a un’autorete su tiro di Rossi, mentre al Comunale fu proprio Pablito a evitare i supplementari, con un gol al novantesimo che fissò il risultato sul 2-1, dopo le reti di Boniek e Whiteside.

1990/91: Barcellona-Juventus (3-1 e 1-0)

Il primo anno di Roberto Baggio alla Juventus va molto male in campionato, con Gigi Maifredi in panchina che prova a raddrizzare l’annata con una coppa europea, ma in semifinale c’è il Barcellona di Johan Crujff. Al Camp Nou finisce 3-1 per i blaugrana, con l’iniziale vantaggio di Gigi Casiraghi rimontato dalla doppietta di un attaccante bulgaro appena arrivato in Catalunya: Hristo Stoichkov. Il terzo gol di Goikoetxea sarà fondamentale per il passaggio del turno, perché il ritorno a Torino finirà 1-0 con gol di Roby Baggio.

Coppa delle Fiere/Coppa UEFA/Europa League

1964/65: Atletico Madrid-Juventus (3-1 e 3-1, spareggio 3-1 Juve)

Nel 1965 la Juve centra la sua prima finale europea, che perderà contro gli ungheresi del Ferencvaros. In semifinale i bianconeri di Heriberto Herrera devono sudare le classiche sette camicie per liberarsi dell’Atletico Madrid. I colchoneros vincono 3-1 l’andata con tripletta di Luis Aragonés, e al Comunale la Juve va sul 3-0 con gol di Menichelli, Bercellino e un’autorete, ma il solito Aragonés sul finale fissa il risultato sul 3-1. Si va dunque allo spareggio, che viene giocato qualche giorno dopo sempre a Torino e finisce…ancora 3-1! L’eroe è il difensore Sandro Salvadore, autore di una doppietta.

1970/71: Colonia-Juventus (1-1 e 2-0)

Nel 1971 si tiene l’ultima edizione della Coppa delle Fiere, che dall’anno seguente sarebbe stata sostituita dalla Coppa UEFA. La Juve, allenata da Cestmir Vycpalek, schiera gente come Fabio Capello e un giovanissimo Bettega. Proprio Bobby-gol va a segno nell’1-1 dell’andata di semifinale a Colonia, mentre il 2-0 del ritorno è deciso da Capello e da Pietrino Anastasi. Nella doppia finale, poi, la Juventus pareggiò due volte con il Leeds United, perdendo però il trofeo per via della regola dei gol fuori casa.

1974/75: Twente-Juventus (3-1 e 1-0)

La Juve parte favorita nella semifinale contro il Twente, ma perde in maniera disastrosa l’andata in Olanda per 3-1. Non solo, perché anche al ritorno vincono anche a Torino per 1-0 con gol di Zuidema. Per la Juve di Carlo Parola, piena di talenti come Zoff, Gentile, Scirea, Capello, Bettega, Causio e Anastasi, è una clamorosa debacle.

1976/77: Juventus-AEK Atene (4-1 e 0-1)

La riscossa arriva due anni dopo, con la vittoria della Coppa UEFA che è il primo trofeo internazionale per il club, guarda caso al primo anno di Giovanni Trapattoni sulla panchina. In semifinale l’AEK Atene è un ostacolo che non desta troppe preoccupazioni, infatti la Vecchia Signora vince largamente 4-1 all’andata che al ritorno in Grecia, per 1-0. Bettega è il mattatore, con doppietta all’andata e gol-partita nel ritorno.

1989/90: Juventus-Colonia (3-2 e 0-0)

Un allenatore “di emergenza” come Dino Zoff porta a casa Coppa Italia e Coppa UEFA in una stagione globalmente mediocre. In semifinale UEFA c’è ancora il Colonia come una decina di anni prima. L’andata sembra mettersi benissimo con la Juve che sale 3-0 grazie a Rui Barros, Casiraghi e Marocchi, ma negli ultimi 10 minuti i tedeschi trovano due gol con Goetz e Sturm. Al ritorno del Mungersdorfer Stadion la Juve gioca una gara di grande sacrificio e sofferenza, poiché ai tedeschi basterebbe l’1-0 per passare in finale. Al minuto 91 Stefano Tacconi compie un autentico miracolo, su tiro ravvicinato di Steiner: è finale, che la Juve vincerà nel derby italiano con la Fiorentina.

1992/93: Juventus-PSG (2-1 e 0-1)

L’anno della terza Coppa UEFA conquistata dalla Juventus è senza dubbio il migliore di Roberto Baggio in casacca bianconera, che culminerà con il Pallone D’oro. In semifinale con il PSG il Codino è veramente Divino, con una staffilata da fuori area e una punizione all’incrocio a fissare il 2-1 dopo che i parigini erano andati in vantaggio con Weah, rischiando più volte il raddoppio con uno scatenato Ginola. Poi Baggio risolve anche il ritorno con un gol da centravanti, di pura rapina, per lo 0-1 che chiude ogni discorso.

1994/95: Juventus-Borussia Dortmund (2-2 e 1-2)

L’anno del ritorno allo scudetto dopo 9 anni è anche quello della quarta Coppa UEFA sfiorata, persa in finale contro il Parma. Anche in semifinale la squadra di Lippi aveva rischiato parecchio, contro il Borussia Dortmund di Ottmar Hitzfeld. A Torino solo un gol di Jurgen Kohler al minuto 88 aveva evitato la sconfitta, chiudendo il match sul 2-2 dopo i gol di Roby Baggio e degli ex bianconeri Reuter e Moeller. Al Vestfalenstadion l’atmosfera è incandescente e i gialloneri ci sperano. Il gol di Porrini manda in vantaggio la Juve, ripresa da un altro ex come Julio Cesar. Poi è la classe di Roberto Baggio, ancora una volta, a decidere match e passaggio del turno.

2013/14: Benfica-Juventus (2-1 e 0-0)

E siamo all’ultima tappa di questo lungo viaggio, o meglio la penultima, considerando l’imminente scontro con il Siviglia. Nel 2013/14 la Juve è all’apice del suo ciclo vincente, che però ha mostrato già qualche crepa. L’uscita dalla Champions League nella fase a gironi ha lasciato il segno e l’Europa League appare a tutti come un ingombrante ripiego. Ma la location designata dalla UEFA per la finale è proprio lo Juventus Stadium, quindi c’è la possibilità di giocarsi il trofeo in casa. Nel frattempo la Juve viaggia a un ritmo alieno in campionato, che terminerà con il record – ancora imbattuto – dei 102 punti. I cattivi diranno che Conte abbia anteposto la smania per quel record alla possibilità di vincere l’Europa League, ma non ne avremo mai una prova. In semifinale c’è un Benfica sempre insidioso ma inferiore, che però vince 2-1 l’andata al Da Luz, con reti di Garay e Lima, intervallati dal momentaneo pareggio di Tevez. Il ritorno a Torino è uno di quei match maledetti: pioggia a dirotto, scivolate in quantità, Benfica che rimane in 10 per un’espulsione, ma lo 0-0 non si scolla. Sfumano così una possibile finale europea in casa e una doppietta (scudetto + Europa League), e il mese seguente Conte se ne va sbattendo la porta. Qualcuno, sia in società che tra i tifosi, non glielo ha mai perdonato.