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Alla vigilia dell’ultima giornata di andata di Serie A tutti avevano previsto un Roma-Atalanta ad alta intensità. Mai come nel posticipo della diciannovesima giornata, pronostico è stato più azzeccato. Tanti falli, contrasti duri dove nessuno ha voluto tirare indietro il piede come dimostrano anche il numero di ammonizioni che sono state ben sette. La posta in palio era molto alta dato che tutte le squadre che lottano per la zona Champions (eccezione fatta per la Lazio) non hanno vinto, da qui si evinceva l’importanza di questo match.

Un altro indice che racconta di come la gara è stata “bollente” è stato l’episodio tra Dybala e Koopmeiners. Infatti, durante l’assegnazione del calcio di rigore, il centrocampista atalantino era andato a togliere il pallone dal dischetto facendo innervosire la Joya. L’attaccante argentino non ha gradito e, dopo aver siglato il pareggio, ha deciso di vendicarsi. Una volta avvicinatosi a centrocampo, Paulo è passato vicino al centrocampista bergamasco e lo ha colpito sulla schiena con il pallone. Un piccolo episodio che racconta di quanta tensione c’era in campo.

Nessun vinto, nessun vincitore

L’inizio è subito scoppiettante, con Carnesecchi che salva su Lukaku e Koopmeiners che insacca di testa un cross al bacio di Miranchuk. Dal lato opposto Lukaku ci riprova ma Carnesecchi è ancora perfetto, mentre Rui Patricio dall’altra parte salva la Roma su De Ketelaere. Insomma, il possesso palla nerazzurro sembra avere la meglio, ma dalla mezzora in poi cambia il copione della partita. I giallorossi che costruiscono tre nitide palle gol in tre minuti: prima Dybala cicca a porta vuota, poi Carnesecchi salva ancora su Bove e infine Djimsiti salva sulla linea su Karsdorp. Nello sviluppo della stessa azione, però, Ruggeri colpisce l’olandese (in stile taekwondo), rigore concesso con il Var e pareggio di Dybala. La Joya disegna calcio dall’inizio alla fine e Kolasinac in due occasioni è costretto alle maniere forti per non farlo andare in porta.

A inizio ripresa Mou decide allora di togliere Llorente e di rischiare Huijsen, che ha subito un buon impatto sulla partita. Scamacca, entrato per De Ketelaere, segna (annullato per fallo su Zalewski), Ederson ci va vicinissimo, dall’altra parte come al solito a creare pericoli è Dybala. Quando arriva la palla giusta, Lukaku la calcia alle stelle. Finisce con l’ennesimo rosso a Mourinho per proteste (fallo di Hien su Lukaku) e con un 1 a 1 che alla fine non fa felice nessuna delle due contendenti.

“Ah, come gioca Dybala”

Ciò che è stato lampante, soprattutto contro l’Atalanta è che questa Roma, con Paulo Dybala in mezzo al campo, è molto più propositiva rispetto a quando la Joya non c’è. Nel posticipo della diciannovesima giornata il numero 21 giallorosso ha disegnato calcio con dribbling, stop, passaggi e cross. Uno spettacolo per gli occhi, uno di quei giocatori che è proprio bello da vedere in mezzo al campo. Con lui la squadra giallorossa ha più certezze ma, soprattutto, non ha paura di giocare. Dunque, esiste una Roma con Dybala e una senza e, a certificare questo, sono anche i numeri. Infatti, i 12 gol e 7 assist nella sua prima annata nella capitale hanno permesso alla Roma di arrivare lontano. Fin qui, invece, ha realizzato 5 goal e 6 passaggi vincenti. A questi vanno aggiunti i sei centri nelle coppe. Nonostante gli infortuni subiti nel corso di questa prima parte di stagione, le statistiche rimangono da capogiro.

La Roma senza Dybala

Lo scorso anno Dybala ha saltato 13 partite di campionato e la squadra giallorossa ha portato a casa 4 sconfitte, 5 pareggi e 4 vittorie. Il 30% del bottino pieno è un numero che non può accontentare i tifosi giallorossi e, soprattutto, una squadra che ha l’ambizione di arrivare in Champions League. Infatti, lo scorso anno il cammino della Roma si è fermato al sesto posto, complice le 13 partite in cui Paulo non è sceso in campo.

In questa stagione la musica sembra non esser cambiata. La prima partita che salta la Joya è proprio la prima di campionato per squalifica  (somma di gialli derivanti dal campionato passato). La Roma non va oltre il pareggio. Il primo settembre, complice un problema agli adduttori che ha costretto Paulo a saltare il primo big match stagionale contro il Milan, i giallorossi perdono malamente contro la squadra di Pioli per 2 a 1. A fine ottobre arriva un altro stop per l’argentino. L’infortunio del legamento collaterale che, per fortuna dei giallorossi, non ha inciso nella sfida contro i brianzoli, infatti, a risolverla è il gol di un giocatore entrato dalla panchina, El shaarawy. 1 a 0 e Monza a casa. Nello scontro diretto contro l’Inter a San Siro la sua ‘luce’ è mancata, e non poco. Senza il suo numero 21, la Roma è riuscita a costruire poco e niente in attacco, optando per una gara difensiva, ma finendo per soccombere nel finale sulla rete di Thuram che ha regalato i tre punti ai nerazzurri. Poi è arrivato l’ultimo infortunio che lo ha costretto a saltare le gare contro Bologna e Napoli. Rispettivamente una sconfitta e una vittoria.

Quindi su sei gare di campionato saltate, i giallorossi hanno portato a casa 2 vittorie, 3 sconfitte e un pareggio. Quest’anno la Roma senza Dybala ha raccolto solo il 33% di vittorie. Si, è maggiore rispetto allo scorso anno (anche se di poco), ma è insufficiente per una squadra che ambisce a palcoscenici ben diversi da quelli che poi, puntualmente ottiene.

Una Roma con Dybala

Sono 55 le partite giocate da Paulo in maglia giallorossa (in tutte le competizioni) e il tabellino recita 28 vittorie, 11 pareggi e 16 sconfitte. Media punti di 1,75 e una percentuale di vittorie pari al 50%. Ben altri numeri rispetto ala sua mancanza dentro il rettangolo da gioco. José Mourinho enfatizza continuamente che c’è una Roma con Dybala e una senza di lui. Questo perché il fantasista argentino porta qualità, fantasia e imprevedibilità alla squadra, ed è stato un punto di riferimento in momenti difficili.

Inoltre, l’allenatore portoghese ha anche sottolineato come Dybala sia fondamentale per l’attacco della squadra, definendolo il “barometro” dell’attacco. Senza di lui, mancano fantasia e creatività, è la figura che crea connessioni nel gioco ed è, in sintesi, il collante che tiene insieme la squadra.

Il talento e l’importanza di Paulo Dybala sono indiscutibili, è il faro in un mare in burrasca. Quando è presente diventa salvezza per i compagni, allenatore e tifosi che tanto amano il fuoriclasse argentino.