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Il calcio italiano ostenta nostalgia per la grandeur persa a vantaggio di altri paesi che, fino a qualche tempo fa, della Serie A e del pallone di casa nostra vedevano “la targa”. La realtà, però, dice che c’è solo un ambito in cui possiamo vantare una innegabile eccellenza ed è quello degli scandali, che sottende a un sistema di regole che non si riesce proprio a far rispettare. Il Campionato di Serie B 2023/24 è l’ultimo, fulgido esempio, forse il peggiore di sempre per la nostra cadetteria. Cerchiamo di capire meglio la situazione e i possibili scenari che ci attendono.

La situazione attuale: Serie B a 19 squadre con asterisco

A una settimana dalla fine di luglio, andando sul sito ufficiale della Lega Serie B, che per ragioni di sponsorizzazione si chiama sempre “Serie BKT”, si vedono 19 squadre più una X, dove fino al 7 luglio scorso ci sarebbe stata la Reggina. Quella X ha al momento varie candidate: la stessa Reggina, il Brescia, il Perugia e persino la SPAL, seppure con chance praticamente nulle come vedremo tra poco. Vediamo allora le varie situazioni squadra per squadra, quindi i possibili scenari.

Serie B: la situazione, squadra per squadra

Cerchiamo allora di fare un punto della situazione, analizzando la situazione delle squadre coinvolte nella bagarre della composizione del campionato di B.

Situazione Lecco

La squadra del presidente Di Nunno aveva ottenuto la promozione in Serie B per la prima volta dopo 50 anni, vincendo la finale del playoff di C contro il Foggia. Poi sono emerse difficoltà relative all’impianto sportivo.

Lo Stadio Rigamonti-Ceppi non è a norma per la Serie B e il Lecco aveva chiesto lo stadio Euganeo di Padova come impianto di riserva, da utilizzare in attesa dell’adeguamento del proprio impianto. Un ritardo nelle comunicazioni (leggi il via libera dal Prefetto di Padova) ha causato un domino burocratico-amministrativo, un corto circuito che ha travolto persino il buon senso.

La conseguente esclusione del Lecco dalla Serie B appena conquistata sul campo è stata avversata dalla pressoché totalità del popolo degli appassionati, ad esclusione probabilmente di quelli di fede perugina. Il Perugia, infatti, era retrocesso sul campo e anche con problemi accessori di cui parleremo più avanti, ma nonostante ciò la società umbra non si è mai fermata.

L’8 luglio il Consiglio Federale ha accolto il ricorso d’urgenza del club lombardo, riammettendolo in Serie B.

Il 18 luglio arriva l’ulteriore colpo di scena. Il Collegio di Garanzia del CONI ha accolto il ricorso del Perugia contro il Lecco e i suoi requisiti di iscrizione alla cadetteria, riammettendo di fatto il club umbro ai danni di quello lombardo.

Il 24 luglio, nel Consiglio Federale il presidente Gravina annuncia ricorso al TAR contro la pronuncia del Collegio di Garanzia del CONI. Dunque, di fatto, la FIGC sposa la causa del Lecco e per appoggiarla è pronta – caso unico nella storia – ad appellarsi alla giustizia ordinaria, uscendo dall’alveo di quella sportiva che pure, per l’organo che governa il calcio professionistico in Italia, è sempre stata riferimento unico.

Situazione Reggina

Il club calabrese vive invece un altro tipo di dramma, che è economico-societario e non sportivo. La gestione di Luca Gallo aveva lasciato debiti ingenti, per i quali la gestione di Felice Saladini, proprietario che era subentrato nel frattempo, aveva chiesto la ristrutturazione come previsto dalla legge per le aziende in difficoltà che ne fanno richiesta. La società ha poi proseguito con la sua gestione e la squadra ha ottenuto anche l’accesso ai playoff, perdendo però al preliminare contro il Sud Tirol.

Terminato il campionato, sono arrivati come prevedibile i ricorsi delle squadre retrocesse, nella fattispecie il Brescia di Massimo Cellino. La società lombarda aveva presentato ricorso per questa faccenda dei debiti, ma la Lega di Serie B lo aveva in prima istanza rigettato. La Reggina non ha però superato indenne la mannaia della Covisoc, che ha evidenziato ancora una volta lo strano e irrisolto rapporto fra la giustizia sportiva e quella ordinaria. La ristrutturazione del debito è infatti strumento della giustizia civile ordinaria, la Covisoc risponde invece alla giustizia sportiva.

Il tribunale aveva fissato nel 12 luglio il termine ultimo per saldare il debito pregresso di 757mila euro, debito che è stato saldato dal presidente (dimissionario) Saladini il 5 luglio. Il problema è che la Covisoc si atteneva invece alla scadenza delle pendenze fissata dalla giustizia sportiva con il 20 giugno come termine ultimo, decretando la società inadempiente e dunque non meritoria della iscrizione alla Serie B 2023/24. Difficile spiegare le ragioni per cui uno stesso debito possa avere due date di scadenza. Certo è, però, che il presidente Saladini era a conoscenza della data del 20 giugno, e se avesse pagato in tempo a quest’ora la Reggina starebbe tranquillamente pianificando la prossima stagione in cadetteria.

A complicare ancora di più il quadro c’è la cessione della società, formalizzata proprio nei giorni scorsi e che vede il 100% della Reggina passare sotto il controllo dell’imprenditore Manuele Ilari. Una cessione che è tuttavia ancora avvolta nel mistero, oltre che vincolata al salvataggio della Serie B da parte della società.

Situazione Brescia

Il Brescia è retrocesso dopo aver perso il playout con il Cosenza, in maniera peraltro drammatica con rete di Nasti al 95′. I tifosi hanno poi devastato il “Rigamonti” per protesta, elemento questo su cui spingerà più tardi il presidente Gravina per esprimere il suo disappunto riguardo alla situazione dell’attuale Serie B. “Pensare che ogni volta gli sconfitti attendano riammissioni o ripescaggi va contro lo sport e quei valori che vogliamo portare avanti anche per riavvicinare le famiglie allo stadio e al calcio. Faccio appello anche al buonsenso e alla collaborazione dei presidenti. Abbiamo chiuso il campionato a giugno con due immagini: una società che vince il campionato, il Lecco, ed una che saccheggia lo stadio perché retrocessa”.

Il riferimento è ovviamente al Brescia, e il presidente lo esplicita poco dopo: “Immagine strana: oggi il Lecco è in Terza categoria ed il Brescia in B: dico che è stato lanciato un messaggio che è contrario ai valori dello sport”. A margine di queste dichiarazioni, Gravina ha dunque annunciato il ricorso al TAR da parte di FIGC, come abbiamo raccontato più sopra.

Ad oggi, il Brescia è in prima posizione nella graduatoria delle eventuali ripescate in Serie B 2023/24, davanti al Perugia.

Situazione Perugia

Altra squadra retrocessa sul campo, altra squadra che accampa pretese di riammissione. Il Perugia è stata la prima società a ricorrere contro il Lecco, approfittando tempestivamente delle vicissitudini intorno all’impianto sportivo non a norma. Il problema, semmai, è che lo stesso Perugia è oggetto di una indagine per illecito sportivo.

Tale indagine è partita a seguito del gol segnato dal centrocampista ivoriano Christian Kouan al 94′ nell’ultimo match di campionato, vinto dal Perugia per 3-2 sul Benevento già retrocesso. Quel gol, in caso di vittoria del Palermo contro il Brescia, avrebbe consentito alla squadra umbra l’accesso al playout. Si trattava peraltro di un gol molto contestato, con tutta la difesa del Benevento colta da improvvisa sonnolenza e Kouan lasciato praticamente libero di concludere a rete.

Dopo due mesi di indagine (la partita è del 25 maggio, ndr) l’inchiesta non è ancora ufficialmente terminata, ma ciò che trapela è una molto probabile archiviazione. Dunque, il Perugia dovrebbe rimanere in seconda posizione tra le possibili ripescate, dietro al Brescia.

Situazione SPAL

Il sodalizio ferrarese è a sua volta retrocesso, e l’unica remota speranza di riammissione risiederebbe nell’eventuale squalifica del Perugia per illecito sportivo, che automaticamente promuoverebbe la SPAL come seconda possibile ripescata in Serie B, dietro al Brescia. La molto probabile archiviazione dell’indagine, tuttavia, sembra mettere la parola fine alle speranze dei tifosi estensi.

Caos Serie B: le date chiave e le possibili date del campionato

In teoria, i calendari della Serie B sarebbero già stati creati, con prima giornata il 19 agosto.

Allo stato attuale, è praticamente da escludere che il campionato inizi davvero in quella data. Il 2 agosto è infatti prevista la sentenza del TAR per i ricorsi di Lecco e Reggina. Ma la data ultima è il 29 agosto, quando sia i calabresi che i lombardi potrebbero appellarsi al Consiglio di Stato.

Le date più probabili, se così può dirsi in una situazione così surreale, per la partenza del campionato sono il weekend del 2 o del 9 settembre. Ma si potrebbe anche andare più in là, soprattutto se la Lega venisse forzata a organizzare un campionato a 21 squadre.

Nessuno ha finora mai parlato della possibilità di un campionato a 22, ma ormai non sembra uno scenario così remoto, soprattutto considerando il precedente del 2003.

In quel caso, i ricorsi vincenti del Catania provocarono l’annullamento delle retrocessioni e una Serie B a 24 squadre, situazione che diede il “la” a quel disastro che ci portiamo ancora dietro, e che si chiama “Serie A a 20 squadre”.