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Dopo l’incredibile gioia della finale degli Europei 2020 che ha visto l’Italia alzare la coppa al cielo e aprire i festeggiamenti nelle case, nelle strade e nelle piazze di tutto lo stivale, possiamo a mente più fredda voltarci indietro e dare anche uno sguardo ai numeri altrettanto entusiasmanti della cavalcata azzurra nella manifestazione continentale.

Numeri e statistiche che consacrano la nazionale di Mancini come la migliore in assoluto, con anche strisce e record ancora aperti che consentono margini di speranza anche per l’immediato futuro.

L’Italia agli Europei: i record degli azzurri

Che la marcia degli azzurri agli Europei sia stata trionfale non lo dice solo quella scritta Italia incisa sulla Coppa, ma anche i numeri che rimangono impressi negli almanacchi del calcio a manifestazione finita.

Partiamo dal numero dei gol, che sono 13 per gli azzurri. Non solo sono la squadra che ha segnato di più (insieme alla Spagna), ma rappresenta anche il record assoluto tra Europei e Mondiali per l’Italia. Di più. Siamo stati anche capaci di andare a segno con ben sette giocatori diversi, cinque dei quali con 2 reti (Chiesi, Pessina, Insigne, Immobile e Locatelli), altro record assoluto per gli Europei (insieme alla Francia nel 2000).

Da record anche la striscia di imbattibilità italiana, arrivata ormai a quota 34 risultati utili consecutivi (tanto che alcuni giornali esteri hanno titolato “Invincibili” dopo la finale), così come quella di vittorie consecutive agli Europei: sono 15 ora, tra qualificazioni e fase finale (quindi al netto dei rigori finali).

E poi c’è il record del possesso palla, con un 65,6% ottenuto contro l’Inghilterra che rappresenta la miglior prestazione di sempre per quanto riguarda una finale degli Europei. Mai nessuna squadra aveva dominato così l’avversario. E anche questo la dice lunga sulla supremazia azzurra.

Infine, c’è la vittoria. Quella coppa alzata dopo 53 anni dalla prima volta (nel 1968), un gap che rappresenta anche in questo caso un record assoluto: è la distanza maggiore tra due trofei vinti da una stessa nazionale negli Europei.

Le statistiche azzurre a Euro 2020

Andando più nel dettaglio della manifestazione Europea, scopriamo invece alcuni numeri che danno un quadro piuttosto chiaro dei valori in campo.

Se è vero che l’Italia è la nazionale che ha subito meno gol dopo l’Inghilterra (tre per gli azzurri, due per gli inglesi), non si può certo dire che la nazionale italiana sia di quelle “difensiviste”. L’imprinting di Mancini ha rivoluzione l’approccio azzurro, tanto che siamo stati proprio noi i migliori in assoluto nella fase offensiva.

Maggior numero di gol abbiamo detto, ma anche la squadra che ha tirato di più in porta: 112 tiri in totale, davanti a Danimarca (91) e Spagna (86). I rivali inglesi della finale sono appena a quota 54.

Poi i passaggi, quella fitta rete di gioco che permetteva di prendere il possesso del campo e trovare buchi nella difesa avversaria. L’Italia è seconda in questo parametro con 3751 passaggi, dietro solo agli spagnoli che con 4688 sono stati in effetti i veri padroni del possesso palla (67,2% contro il 53,6 dell’Italia, terza).

Quando però parliamo di “passaggi chiave” ecco che l’Italia torna in cattedra, nettamente prima con i suoi 94 contro i 70 della Danimarca e i 64 della Spagna (anche qua inglesi indietro a quota 43).

Ma ancora, ecco un altro dato molto interessante. Siamo stati la nazionale che ha perso più palloni (ben 105), ma al contempo anche quella che ne ha recuperati di più: 87 palloni intercettati, davanti alla Danimarca con 64. Come dire, puoi anche sbagliare una palla, ma poi sulla seconda arriviamo prima noi e siamo comunque ben messi in campo, senza mollare mai.

Dato fuori scala anche quello dei fuorigioco, con l’Italia nettamente avanti anche qua con ben 28 segnalazioni (gli inglesi secondi sono solo a 14). Le verticalizzazioni del resto sono forse mancate in questo torneo, ne sa qualcosa Immobile, spesso in grande affanno proprio a trovare lo spunto giusto tra le linee.

L’ennesima dimostrazione di come tutti gli azzurri fossero costantemente al centro dell’azione, sono i falli. Italia prima sia in quelli subiti che in quelli commessi e anche questo non può essere un caso. 83 falli subiti dagli azzurri (in vetta insieme alla Spagna), perché per toglierli la palla spesso devi fermarli con le cattive. Ma anche 79 falli fatti (primi davanti alla Danimarca con 69), perché quando c’è da recuperare in un modo o nell’altro l’azione la devi fermare.

Infine i dribbling, dove anche in questo caso l’Italia è là in cima, insieme all’Inghilterra questa volta (che ha questo unico dato a favore del resto). 121 a testa, ma per noi vale anche l’assenza di Spinazzola che resta il nostro migliore nel parametro (4,3 a partita) e un Insigne non al meglio (solo 2,2 a partita per lui, gli stessi di Federico Chiesa).

Insomma una vittoria arrivata solo ai rigori, ma che onestamente parte da molto più lontano, sul campo di gioco, dove gli azzurri hanno dimostrato di essere ampiamente la migliore squadre del lotto in questa competizione.

E la strada può ancora proseguire.