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Un tempo c’erano i gol che arrivavano fino a Tonga – ne sa qualcosa Mascara, autore di una perla ormai storica e raccontata da un Compagnoni a dir poco entusiasta -, ma difficilmente gli stessi gol fanno i giri inversi.

Cioè: se un gol viene segnato a Tonga, o magari in Madagascar, come fa a finire in Italia, tra le pagine di un giornale o addirittura nel bel mezzo di un notiziario non necessariamente sportivo? Ecco, è accaduto proprio questo. Ed è accaduto quasi vent’anni fa, in quel magico mondo che era il 2002.

Ricordate la storia di Antananarivo – non ci sono refusi! -, proprio in Madagascar? Piccoli indizi e un enorme spoiler: è la gara in cui sono state segnate 149 reti. Tutte da una squadra. E sì, è finito nel Guinness World Record, pure giustamente. Se non la ricordate, potete leggerla ed emozionarvi, o magari indignarvi (c’è pur sempre il libero arbitrio) qui in basso.

La partita consegnata alla storia

Un volo diretto verso il Madagascar, la quarta isola più estesa del mondo. Lì dove il sole picchia forte, lì dove le spiagge sono paradisiache, lì dove anni di turismo europeo e americano hanno portato benessere, ma anche sfruttamento della natura.

L’isola è sempre stata famosa per la sua biodiversità: ci sono animali che non vedi altrove, è poi la terra della vaniglia, dolcissima, e il simbolo è il boabab, l’albero grasso e tozzo, un gioiellino d’inclusione per certi versi.

Comunque, sportivamente parlando e ragionando, ad Antananarivo si gioca a cricket. È diventato lo sport nazionale poiché traslato dalle conquiste britanniche: ci sono campionati nazionali, lo insegnano a scuola, ne parlano al bar. C’è anche il calcio, sì, ma è stato un processo lento e sicuramente più lento del previsto.

Esiste una Nazionale ed esiste persino un torneo delle squadre locali. Al momento, la selezione nazionale è al numero 101 del ranking Fifa. Prima ci sono Vietnam e Trinidad and Tobago, dietro Kenya e Mauritiana. Dà decisamente la dimensione.

Eppure, com’è diventata una grande storia calcistica? Chiedere per credere agli autori di una storia che definire pazzesca è altamente riduttivo.

Scenario: campionato e lega nazionale. Data: 31 ottobre 2002, un Halloween sui generis. Giocano AS Adema e SO de l’Emyrne. È una partita senza storia, lo sanno tutti e lo sa soprattutto il pubblico arrivato sugli spalti. Non perché tra le due squadre ci fosse questa grande differenza, ma perché qualche giorno prima erano state gettate strane luci (o meglio: parecchie ombre) sulla regolarità di quel campionato.

Di fatto, la sfida, tra prima e seconda classificata, non contava più nulla.

L’antefatto e il fatto della partita con maggior scarto di sempre

Allo stadio di Antananarivo, il Mahamasima Municipal Stadium (il più grande che ci sia in Madagascar), c’era pertanto un’atmosfera tetra, difficile da decifrare, di sicuro parecchio complicata da digerire.

Cos’era successo? L’AS Adema aveva già vinto il titolo nazionale, e con una giornata di anticipo. Ci era riuscita dopo aver assistito allo psicodramma della SO de l’Emyrne, che nella giornata precedente aveva pareggiato per 2-2 contro la DSA Antananarivo. Direte voi: succede! È il calcio! E invece, complotto ci cova: tutta colpa del signor Benjamina Razafintsalama, arbitro della sfida e “autore” del pari. Negli ultimissimi minuti di recupero, aveva infatti fischiato un rigore parecchio dubbio per la DSA, causando sostanzialmente il pari e regalando il titolo all’AS Adema.

Apriti cielo. E apriti polemiche. Giorni e giorni di lotte e proteste – sì, accade anche in Madagascar -, poi l’infelice decisione di designare proprio Razafintsalama per la partita tra l’Adema e l’Emeryne.

Emeryne che non ci sta, ancora rabbiosa per quanto accaduto: ma cosa fare davanti a una decisione già presa? Si può protestare. Presentarsi al campo, sì, ma fare una specie di sit-in, però attivo. L’Emeryne decide allora di fare il maggior numero di autogol possibili. Arrivando fino a 149.

Oh, nessuno si oppone. Non lo fa l’arbitro, ancor meno gli avversari. Poi i primi mugugni dagli spalti si trasformano in vera e propria protesta: e chi ha pagato il biglietto?

I tifosi si precipitano a bordocampo per chiedere il risarcimento del prezzo del biglietto, seminando il caos. Razafintsalama, orgoglioso, continua ad arbitrare come se nulla fosse. Al minuto novanta, triplice fischio e tabellino aggiornato: 149-0.

Non senza conseguenze: al termine della partita, la Federazione del Madagascar squalificò per tre anni Zaka Be, allenatore dell’Emyrne e ideatore della protesta. Anche alcuni giocatori furono allontanati dal campionato per un po’.

Comunque, il World Guinnes Record guadagnò una storia senza pari.