La trentottesima e ultima giornata della Serie A 2024/2025 ha chiuso un campionato intenso e combattuto fino all’ultimo respiro. Il verdetto più atteso è arrivato già venerdì sera, quando il Napoli ha battuto il Genoa per 2-0 e ha festeggiato uno Scudetto storico: il secondo in tre anni, il primo con Antonio Conte in panchina. Decisivi i gol di due giocatori simbolo della stagione azzurra, Scott McTominay e Romelu Lukaku, colonne di una squadra solida e affamata.
L’Inter ha fatto il suo dovere nell’ultima trasferta di Como ma ha chiuso con un punto in meno, pagando il pareggio dello scontro diretto al “Maradona”. Emozioni anche in zona Europa, con la Juventus che si è guadagnata un posto in Champions League, la Roma che ha blindato l’Europa League e la Fiorentina che ha centrato l’accesso alla prossima Conference League. In coda, il Venezia non è riuscito nell’impresa, nonostante una prestazione generosa contro la stessa Juve.
Tra certezze e sorprese, ecco la nostra Top 11 della giornata 38.
Falcone (Lecce)
È l’eroe silenzioso di una salvezza che sembrava complicata per il Lecce, ma che alla fine è arrivata anche grazie ai suoi miracoli. Contro la Lazio, in una gara cruciale per le ambizioni europee dei biancocelesti, Falcone si è opposto a ogni conclusione, frustrando gli attaccanti avversari con una serie di interventi spettacolari. Ironia della sorte, lo ha fatto da tifoso romanista, fermando proprio i rivali cittadini. Le sue parate hanno avuto un peso specifico enorme: il Lecce resta in A, la Lazio resta fuori dall’Europa. E lui si prende, meritatamente, la copertina.
Matteo Gabbia (Milan)
Nel disastroso finale di stagione del Milan, tra infortuni, polemiche e addii, c’è un nome che emerge con dignità: Matteo Gabbia. Il centrale cresciuto in casa rossonera ha mostrato orgoglio e senso di appartenenza, sbloccando anche il match contro il Monza con un colpo di testa da vero leader. Il gol è solo il coronamento di una prestazione solida: forse il Milan 2025/2026 dovrebbe ripartire proprio da chi ha dimostrato attaccamento alla maglia.
Diego Coppola (Verona)
Ventuno anni e già una certezza nel cuore della difesa dell’Hellas. A Empoli si comporta da veterano, chiudendo con puntualità ogni spazio e gestendo con ordine le uscite dalla difesa. Il Verona si salva e lui diventa uno dei prospetti più interessanti del nostro calcio: nel suo futuro potrebbe esserci una big. Magari il Milan, magari la Nazionale: comunque vada, il suo nome va tenuto d’occhio.
Pietro Comuzzo (Fiorentina)
Un colpo di tacco che vale oro. Dopo mesi complicati, in cui le voci di mercato lo avevano messo sotto pressione, Comuzzo risponde con classe e talento, regalando alla Fiorentina il vantaggio sul campo dell’Udinese e trascinando i viola verso la Conference League. Un gol da highlights e una prestazione che lascia ben sperare per il futuro: la ripartenza è servita.
Alexis Saelemaekers (Roma)
Arrivato tra l’entusiasmo generale in prestito dal Milan per quanto fatto al Bologna, chiude la stagione da protagonista. A Torino firma il gol del raddoppio che regala alla Roma l’Europa League, dimostrandosi un esterno affidabile e continuo. Più incisivo dei suoi ex compagni al Milan, ha convinto tutti nella Capitale. Il belga ha ritrovato fiducia e centralità: chissà che non possa diventare un punto fermo anche per la prossima stagione.
Nicolò Fagioli (Fiorentina)
Una storia di riscatto, e in tutti i sensi. Ceduto in prestito con diritto di acquisto dalla Juventus, Fagioli ha trovato a Firenze un ambiente ideale per esprimere il suo talento. A Udine va in gol, completando la rimonta e sigillando la qualificazione alla Conference. La Fiorentina lo riscatterà, la Juventus forse si mangerà le mani. Tecnica, visione di gioco e personalità: l’ennesimo prodotto di qualità del vivaio bianconero.
Scott McTominay (Napoli)
Il simbolo dello Scudetto. Contro il Genoa sblocca la partita con una rovesciata da campione, che spezza l’equilibrio e lancia il Napoli verso il tricolore. In tutta la stagione è stato ovunque: interditore, incursore, regista, leader. Conte lo ha voluto fortemente e lui ha ripagato con prestazioni da MVP. L’uomo in più, il cuore del centrocampo: la Serie A ha trovato una nuova stella.
Ridgeciano Haps (Venezia)
Quando una squadra retrocede, difficilmente qualcuno entra nella Top 11. Ma non è il caso di Haps. Contro la Juventus sfodera una prova commovente: prima serve l’assist del vantaggio, poi segna il momentaneo pareggio. Corre per quattro, non si arrende mai. Alla fine, non basta per restare in Serie A, ma la sua prestazione resterà impressa come esempio di dignità e professionalità fino all’ultimo secondo.
Lorenzo Venturino (Genoa)
Classe 2006, esordio da titolare in Serie A, doppietta a Bologna. Sembra la trama di un film, ma è la realtà vissuta da Lorenzo Venturino. Un pomeriggio da sogno, in cui tutto quello che tocca diventa oro. Due gol da attaccante navigato, festeggiati con l’incredulità di chi non ha ancora realizzato l’impresa. Il Genoa ha trovato un altro talento puro.
Daniel Maldini (Atalanta)
Chiude con tre gol nelle ultime due gare. Nella vittoria dell’Atalanta lascia ancora il segno, confermando di aver finalmente trovato continuità e maturità. Dopo anni di attesa e confronti pesanti col padre Paolo, ora Daniel vuole scrivere il suo capitolo. Se continuerà su questa strada, la prossima stagione potrebbe essere quella della consacrazione. L’Atalanta ci crede. E anche noi.
Romelu Lukaku (Napoli)
Il gigante buono si è ripreso tutto. Criticato, discusso, dato per finito. E invece, al “Maradona”, firma il 2-0 che chiude il discorso Scudetto. Una zampata da bomber vero, che fa esplodere uno stadio già colmo d’amore. Lukaku è stato fondamentale nella corsa al titolo: i suoi gol, la sua fisicità, la sua esperienza hanno fatto la differenza. Antonio Conte lo ha riportato al centro della scena. Missione compiuta.


