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Il senno del poi rende tutto semplice. Ma stavolta è il “senno del prima” ad essere celebrato. Alzi la mano chi conosceva Khvicha Kvarastkhelia alla vigilia di questa stagione. Qualcuno? Ecco: alzi la mano allora chi si aspettava un impatto così netto, importante, devastante. Beh, proprio nessuno.

Eppure, prima del Napoli, c’era chi ci aveva pensato, fermandosi esattamente a quella roba lì, all’immaginazione che culla lo stesso pensiero: oggi, a cambiare le sorti della Serie A, poteva esserci sempre Kvarastkhelia. Ma non in maglia azzurra.

Sì, perché Kvicha è stato promesso sposo di mille, ma lo è stato soprattutto della Juventus, la squadra forse più vicina a prelevarlo prima che De Laurentiis e Giuntoli chiudessero il colpo, anche per la Champions League conquistata velocemente nella scorsa stagione. Del resto, serviva un atto di coraggio da parte dei dirigenti napoletani: prima toccava dare il benservito a Insigne e Mertens, giocatori che hanno fatto la storia, poi occorreva accogliere in squadra con investitura importantissima un giocatore di fatto sconosciuto ai più, arrivato dalla Georgia, con poca conoscenza del nostro calcio e di quello ad alti livelli in generale. Lo stesso coraggio che la Juve non ha avuto.

Il retroscena su Kvaratskhelia alla Juve

La storia “ufficiale” risale a due anni fa. Gli osservatori della Juventus stanno visionando Kvicha in giro per il mondo: al seguito del georgiano ce ne sono tante, di big europee. C’era il Liverpool, c’era l’Arsenal, c’era naturalmente il Napoli, ai tempi allenato da Carlo Ancelotti. Gli scout azzurri avevano immediatamente segnalato a Carletto e al suo staff la prepotenza palla al piede dell’esterno, corteggiato subito anche da Fabio Paratici, allora capo dell’area tecnica juventina. Era giovane e acerbo, Kvara; giocava nella Dinamo Tbilisi, club con il quale Paratici prese subito contatti, promettendo collaborazione e naturalmente un ricco assegno.

Kvaratskhelia ha aspettato a lungo la chiamata definitiva della Juventus: non è mai arrivata. E non di certo per sue mancanze, caratteriali o tecniche. Kvicha è rimasto indirettamente implicato nel cambio della guardia alla guida della direzione sportiva bianconera: nelle settimane in cui l’esterno si vedeva sempre più a Torino, Fabio Paratici chiudeva il suo rapporto con la squadra creata, modellata e allestita per anni. Al suo posto, Federico Cherubini, con l’obiettivo di contenere le spese e di dare a Pirlo prima e Allegri poi una squadra in grado di lottare in ogni competizione, dove per Kvara non c’era posto. Anche per la scelta – forte – di puntare tutto su Federico Chiesa.

Il Napoli no, ha tenuto fede alla propria visione, arrivando a sacrificare anche pezzi da novanta. Del passato e del presente. A raccontarlo a Radio Punto Nuovo, Vladimer Dvalishvili, il direttore sportivo della Dinamo Batumi: “Giuntoli è stato il primo a credere nel talento di Kvara e alla fine ha avuto ragione. Insieme a Spalletti, ha fatto la scelta giusta e Kvara li sta ripagando in campo. L’exploit di Khvicha è anche il loro successo, che lo hanno voluto ad ogni costo e hanno creduto nelle sue abilità dal primo minuto. Gli altri club che hanno inseguito Kvara, sono poi finiti con dire tante cose: ‘Non sa fare questo, non può fare quell’altro…’. Invece il Napoli non ha mai esitato, è venuto qui per comprarlo e puntare su Kvara senza timori, facendo la scelta giusta. Ora si godono uno dei migliori giocatori al mondo”.

Chi ha scoperto Kvaratskhelia?

Una domanda però perseguita tanti: chi ha scoperto Kvara? Oppure: com’è piombato nel calcio italiano? A raccontarlo è stato Gennaro di Nardo, agente di Kvicha, a Radio Kiss Kiss: “Parte tutto da Cristian Zaccardo, è stato il primo a conoscerlo e l’abbiamo seguito in questi anni: il Napoli lo conosceva, poi ci siamo incontrati ed il lavoro l’hanno fatto Giuntoli e Micheli. Già al Rubin Kazan si stava mettendo in mostra, in Europa già qualcuno lo conosceva ma il Napoli è stato il più veloce a bloccarlo, avendo già la qualificazione in Champions League”.

Dunque, la storia inizia da un campione del mondo, prosegue con il lavoro di Giuntoli, ma il tassello definitivo l’ha posto Luciano Spalletti: “Ha parlato col ragazzo in fase di trattativa, quando il mister ti parla e crede in te, la situazione cambia – ha proseguito Di Nardo -: è stata una fase importante della trattativa, anche adesso vediamo il mister contento di Kvara e ci sono i presupposti per fare bene partita dopo partita”. E la Juve? Una “trattativa avanzata” non andata a buon fine. Come ce ne sono tante, del resto, soprattutto nei grandi club. “Ma è per lui che sia venuto a Napoli”, sorride il procuratore. Pure al destino.

Lo stesso destino che è sembrato beffardo e che si è ripreso tutto con gli interessi, come in un grande gioco del karma. Anzi: come nel grande gioco del calcio. Kvicha Kvaratskhelia è pronto a entrare nell’olimpo del calcio: gli è bastato fare la storia, lì dove la storia non l’ha mai dimenticata nessuno.