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Troppo facile inserire questo Europeo2020 tra i più belli che si siano visti. La lunga attesa per il rinvio causato dalla pandemia e la vittoria italiana arrivata dopo 53 anni, possono certamente influenzare il giudizio in merito alla manifestazione.

Ma c’è un dato numerico che fa capire se non altro quanto davvero sia stato spettacolare per tutti gli appassionati: il record di Gol.

Mai così tanti Gol

Con 142 marcature totali, questo Europeo si piazza largamente al primo posto come numero di gol segnati. Certo, l’unico paragone identico è quello del 2016, quando anche in quel caso fu giocato con la stessa formula e 51 partite, ma la differenza è abissale visto che in quella occasione le reti furono solo 108.

Per confrontare anche i tornei precedenti, possiamo però prendere in esame il dato delle reti a partita e anche in questo caso troviamo un record dal 1980 a oggi.

La media di questo Euro2020 è stata di 2.78 gol a partita, contro per esempio i 2.12 del 2016 o i 2.45 del 2012 (su 31 partite però). Per trovare una media gol così alta, bisogna risalire fino al 2000 quando comunque si fermò a 2.74, o più indietro, al 1984 quando si attestò a quota 2.73 (su 15 partite in quell’occasione).

Insomma una cosa è certa: si è segnato tantissimo. Ora resta da vedere il perchè e il per come.

Italia: cooperativa del gol

L’Italia è Campione d’Europa. È bene ribadirlo. Ma pur lasciando ai tattici spiegare i motivi di questa impresa, c’è un dato che può già di per se fornire un indizio pesante. Gli azzurri infatti non solo sono, insieme alla Spagna, la squadra che ha segnato di più (13 reti), ma anche quella che in assoluto ha portato più giocatori al gol (al pari della Danimarca).

Nessuno infatti ha segnato più di 2 gol, ma in totale sono ben sette i giocatori entrati nel tabellino marcatori. Per 8 volte hanno tirato di destro, per 4 volte invece di sinistro (Pessina, Locatelli, Chiesa e Bonucci). In una cooperativa del gol che rende bene l’idea di “squadra” vincente a prescindere dai singoli in gioco e dall’avere una punta che catalizza le azioni offensive.

Nella classifica dei gol (e del numero di giocatori a rete), gli inglesi sono invece gli ultimi del quartetto delle semifinali, visto che sia Spagna che Danimarca hanno fatto meglio dei Tre Leoni (che però, viceversa, sono quelli che ne hanno subiti meno di tutti (soltanto 2 reti al passivo).

Gli arieti inglesi

Quando invece la palla comincia ad alzarsi, ecco che gli inglesi salgono in cattedra. Già guardando il dato dei “duelli aerei” si vede come lo strapotere fisico dei Tre Leoni sia stato secondo solo a quello dei danesi (che sono primi con 124 duelli aerei vinti contro i 108 dell’Inghilterra). E non a caso proprio la semifinale contro la Danimarca è risultata tanto combattuta.

Per quanto riguarda i Gol di testa invece, nessuno ha segnato come gli inglesi: sono ben 5 le marcature ottenute incornando verso la porta. 2 reti per Kane, 1 per Maguire (non a caso uno dei difensori con la più alta media favorevole per i duelli aerei), 1 per Henderson e 1 per Sterling.

Tra le quattro finaliste la Spagna ne ha segnati due di testa (Laporte e Azpilicueta), la Danimarca 1 (Delaney) e per l’Italia invece nessun gol è arrivato in questa maniera (con zero cross e Immobile davanti diventava del resto piuttosto difficile, anche se è mancata probabilmente qualche occasione almeno da angolo o calcio da fermo).

Harakiri Europeo: record di Autogol

Ma c’è un dato che risulta stranamente anomalo in questo Euro2020, quello degli autogol. Parliamo di un record che si stacca nettamente dalla media di tutte le altre occasioni precedenti.

Sono stati 11 infatti alla fine del torneo, contro appena i 3 di tutta l’edizione del 2016 (o prima ancora 1 solo nel 2012 e nessuno addirittura nel 2008). Troppi per poter pensare a una semplice coincidenza.

Uno dei motivi per cui questo dato risulta così anomalo, potrebbe essere da ricercare proprio in questo difficile passaggio tra l’assenza e la presenza di pubblico sugli spalti. Sappiamo bene infatti quanto sia decisamente differente soprattutto per i giocatori concentrarsi sui rumori di gioco quando lo stadio è vuoto, e quanto invece sia diverso quando è presente anche solo una piccola parte del pubblico (come durante questi Europei).

Possibile quindi qualche errore di concentrazione in più, una piccola distrazione in una fase decisiva di gioco che porta all’errore.

Se a questo aggiungiamo alcuni tatticismi esasperati (vedi la costruzione dal basso ma anche qualche partita dei gironi giocata in maniera fin troppo difensivista), oltre alla pressione di un evento così importante dopo un periodo particolarmente difficile per tutti, ecco che forse questa discrepanza potrebbe essere spiegata così.

Errori… di rigore!

Tralasciando le gioie (per noi questa volta) e i dolori (per gli altri) che la lotteria dei rigori ci ha riservato, questo è stato anche un torneo molto particolare per i tiratori dal dischetto.

Intanto il dato complessivo, con 16 rigori concessi in questo Euro2020 (record anche in questo caso, a più quattro dall’edizione 2016 e più tre da Euro 2000 che però aveva ovviamente molte meno partite).

A stupire piuttosto è il numero altissimo di errori: solo 9 infatti sono andati a segno, 5 sono stati parati e 2 sbagliati direttamente dal tiratore (parliamo sempre e solo di quelli nei novanta minuti).

Ne sa qualcosa in particolare la Spagna, che si è vista respingere prima il rigore di Gerard Moreno (contro la Polonia) e poi quello di Morata (contro la Slovacchia). Ma l’errore più decisivo poteva essere quello di Riccardo Rodriguez, che si fa parare da Lloris il penalty che poteva valere il 2-0 svizzero (anche se poi sappiamo com’è andata a finire).

Qua però è facile individuare proprio nella pressione del momento il primo indiziato per gli errori (in aggiunta magari proprio alle rinnovate presenze sugli spalti che amplificano ulteriormente). Non è un caso infatti se, viceversa, uno dal sangue freddo come Cristiano Ronaldo proprio in questo torneo ha fatto un 3 su 3 esemplare dagli undici metri (record anche questo per una singola edizione).