Vai al contenuto

Si è chiusa la terza giornata di Serie A e c’è giusto il tempo per fare qualche riflessione prima di tornare in campo con il turno infrasettimanale, tra la latitanza dei bomber azzurri, le brutte scene di Firenze e la bruttissima figura della Sampdoria di Giampaolo.

AAA: Gol azzurri cercasi

La classifica marcatori parla chiaro: 3 gol per Vlahovic e Kvaratshkelia, 2 per Osimhen, Lautaro, Nzola, Arnautovic, Henry e Rebic. Per la prima volta nella storia della Serie A in classifica marcatori non c’è nessun giocatore italiano che abbia segnato più di un gol.

In 370 minuti tra gli attaccanti della nazionale di Mancini sono andati in rete Ciro Immobile, Domenico Berardi e Andrea Pinamonti (il quale deve ancora esordire in azzurro, per la verità).

Gli azzurri non parteciperanno ai Mondiali, questo è vero, ma alle porte ci sono le sfide di Nations League contro Inghilterra e Ungheria e non arrivano segnali troppo incoraggianti nemmeno dai giovani dell’Under 21 (Colombo e Pellegri regolarmente in panchina) o dall’estero, con Sebastiano Esposito ancora a secco con l’Anderlecht, Lorenzo Lucca poco utilizzato nell’Ajax (ma in gol in Coppa d’Olanda), Wilfred Gnonto che deve ancora sbloccarsi nel campionato svizzero (una rete nelle qualificazioni per l’Europa League) e Gianluca Scamacca che ha lasciato la sua firma nelle qualificazioni per la Conference League ma che deve ancora ritagliarsi un ruolo in Premier con il West Ham.

Gli insulti a Spalletti e la desolante scena in tribuna a Firenze

Firenze è una piazza splendida per quanto riguarda il supporto dato dalla città alla propria squadra, ma troppo spesso si supera il limite tra il tifo e le offese gratuite.

Quello che è successo in Fiorentina-Napoli, con Luciano Spalletti aggredito verbalmente per tutta la partita (e quasi anche fisicamente a fine gara) non può essere accettato passivamente.

Lo sfottò va bene, l’insulto estemporaneo si può anche comprendere (ma sarebbe sempre buona norma evitare) nel contesto dell’adrenalina del match, ma ripetere epiteti offensivi per tutta la gara a pochi passi dalla panchina dell’avversario porta ad interrogarsi sulla salute mentale di chi frequenta la tribuna.

Gli stadi non possono essere luoghi in cui le comuni regole della decenza e del vivere civile magicamente si sospendono. Se una persona vomita insulti personali per un’ora mezza nella “vita reale” si prende quantomeno una querela, prima di interrogarsi sulle sue facoltà mentali. Un biglietto per lo stadio (per giunta in un settore “prestigioso”) non è un lasciapassare per sfogare i propri istinti belluini contro un avversario sportivo.

Giampaolo, lezione al Maestro

Marco Giampaolo ha nomea, tra i suoi colleghi, di grande conoscitore di calcio e fine teorico tattico. Salito alla ribalta nell’Empoli del dopo-Sarri, fu ad un passo dalla Juventus prima di essere protagonista di un buon ciclo alla Sampdoria tra il 2016 e il 2019. Negli ultimi anni però i risultati ottenuti dalle sue squadre sono stati a dir poco sconfortanti: dapprima la disastrosa esperienza al Milan, dove al di là di alcuni oggettivi problemi a livello di organico l’atteggiamento tattico della squadra era completamente sconcertante al punto che fu esonerato dopo 7 partite con i rossoneri in zona retrocessione, poi l’esperienza al Torino chiusa con un ulteriore esonero a gennaio con una squadra totalmente incapace di esprimere gioco e un’evidente difficoltà a reggere le pressioni ambientali.

Il ritorno alla Sampdoria sembrava poter essere un ritorno ai fasti passati per il “Maestro” di Bellinzona, ma nella scorsa stagione si è evitata la retrocessione per il rotto della cuffia, grazie ad una vittoria nel derby della Lanterna a dir poco rocambolesca e ai continui passaggi a vuoto delle altre concorrenti per la salvezza.

Quest’anno è arrivata subito una sconfitta contro un’Atalanta in piena costruzione, anche un po’ sfortunata a dire il vero (con il gol annullato a Caputo che avrebbe messo la gara su altri binari, quantomeno). Contro una Juventus fin troppo brutta per essere vera i blucerchiati avevano agguantato uno 0-0 che aveva illuso quantomeno sulla compattezza della squadra, ma la disastrosa sconfitta per 4-0 rimediata a Salerno ha messo in luce limiti preoccupanti della squadra ligure.

La Salernitana di Davide Nicola è una squadra organizzata ma nemmeno il più sfegatato tifoso granata poteva aspettarsi un tale spettacolo, decisamente favorito però dai demeriti dei liguri.

Sulla trequarti la squadra di Giampaolo riesce anche a creare occasioni, vanificate però da scarsa precisione e anche sfortuna (ma essere l’unica squadra a quota 0 gol dopo 3 partite è comunque un campanello d’allarme), ma tutto questo è a discapito della copertura difensiva. La difesa è costantemente in balia delle folate offensive degli avversari, le distanze tra i reparti concedono ampie praterie alle incursioni nemiche e raddoppi di marcature e scalate difensive non sembrano essere previste dal programma didattico della squadra.

Per la Samp, che ha già seri problemi a livello societario, è opportuno correre rapidamente ai ripari per evitare che questa stagioni si trasformi in un incubo fin da subito, e sarebbe anche d’uopo interrogarsi se Giampaolo sia ancora un allenatore adatto a questi livelli.