Vai al contenuto

Uno dei club più in crescita in Italia negli ultimi anni è senza dubbio il Bologna. La società emiliana, sapientemente gestita da Saputo (statunitense) e Sartori (uno dei migliori dirigenti italiani in circolazione), ma anche da Di Vaio (ex bandiera del club e dirigente di livello), lo scorso anno ha vinto il primo titolo della sua storia, una Coppa Italia che ha messo un punto esclamativo sulle due passate stagioni, condite dalla qualificazione alla Champions League (23/24) e, lo scorso anno, da quella all’Europa League, passando appunto per la vittoria in coppa nazionale.

I tifosi, da sempre vicini alle sorti del club rossoblu, a prescindere dalla categoria e dai risultati, hanno quasi le gambe che tremano. Di gioia e meraviglia, s’intende. In città ci si chiede legittimamente dove potrà arrivare il Bologna il prossimo anno. Una cosa è sicura: la strategia di mercato è molto chiara.

La questione economica

Reduce da una stagione da 40-50 milioni di introiti per la Champions, da sommare ai 56 di diritti tv per il campionato, il Bologna ha aggiunto al tesoretto di cui sopra altri 30-35 milioni derivanti dalla vittoria in Coppa e dalla conseguente qualificazione in Europa League. Inoltre, vincendo il titolo nazionale, i rossoblu si sono qualificati alla prossima Supercoppa, da cui potrebbe derivare un ulteriore tesoretto di circa dieci milioni.

Eppure, la linea della società rimane prudente. Almeno alla voce ingaggi. L’intenzione del club è di mantenere, almeno per la prossima stagione, l’equilibrio attuale: tetto monte ingaggi fissato a 1,8-2milioni, attualmente raggiunti solo da Orsolini. Se poi sarà ritoccato verso l’alto il tetto ingaggi complessivo dipenderà dalla partita del rinnovo di Beukema, che il Bologna vorrebbe blindare con proposta di prolungamento fino al 2029 e adeguamento (attualmente percepisce 700mila euro netti), da eventuali altri rinnovi o cessioni.

Strategia in entrata: allungare la rosa

Ciò non significa, naturalmente, che la società di Saputo rinunci al mercato in entrata, tutt’altro. Riscattato Casale dalla Lazio per 7 mln (in virtù della qualificazione europea, come da accordi con la società biancoceleste), l’intenzione di Sartori & co. è quella di regalare a Vincenzo Italiano una terza punta che vada a migliorare l’attacco formato attualmente da Castro e Dallinga.

I due sopracitati offrono discrete garanzie. Ecco allora che il Bologna andrà alla ricerca di un giovane di prospettiva, dalla classe 2002 (massimo) alla 2007 (minima), a prescindere dal costo del cartellino – ciò che conta maggiormente è la voce stipendiale.

Occhio poi ai possibili colpi in entrata conseguenti a cessioni onerose. È il caso, su tutti, di Lucumi – lo vuole la Roma, ma anche il Bournemouth – e Ndoye. Per lui il Bologna chiede almeno 50-55 mln, 25 per il primo. Ecco allora che per sostituire due giocatori di questo calibro il Bologna potrebbe anche spendere cifre importanti: 15-18 milioni per Bijol, che ha annunciato all’Udinese che gradirebbe fare uno step in avanti in carriera (l’Europa League con il Bologna senz’altro lo sarebbe) e che guadagna 750mila euro netti – rientrerebbe dunque nel range stipendiale di cui sopra. Ma nel mirino ci sono pure Idzes (24) e Hilgers (24) di Venezia e Twente.

L’unico “ostacolo” al mercato in entrata riguarda dunque la base stipendiale e – da quest’anno – i 21 giocatori, di cui 4 italiani e 17 stranieri, imposti dalla regola lista UEFA. A questi, in chiave lista Italia, si potrà aggiungere Under per allungare la rosa. Anche per questo si sta scandagliando il mercato dei giovani, come Ruben Van Bommel (20), esterno d’attacco dell’Az, Suslov (22) del Verona e Mbangula (21) della Juventus.