Vai al contenuto

La stagione dell’Inter fino a questo momento è stato un continuo susseguirsi di alti e bassi, ottime prestazioni seguite da inaspettati rovesci, in particolare negli scontri diretti.

L’Inter ha iniziato il 2023 con due risultati decisamente contraddittori: l’ottima vittoria contro la capolista Napoli per 1-0 a San Siro e il pareggio per 2-2 allo stadio Brianteo contro il Monza, arrivato al 93° dopo essere stati in vantaggio dal 22° del primo tempo. Al di là delle polemiche arbitrali per il gol regolare del 3-1 annullato senza alcun motivo, ha decisamente sconcertato la fragilità di un’Inter incapace di difendere il risultato acquisito negli ultimi minuti.

Uno degli elementi che hanno contribuito sicuramente al recupero da parte del Monza è stato l’uscita dal campo per infortunio di Nicolò Barella, fino ad allora uomo ovunque del centrocampo nerazzurro. È forse il giocatore sardo la chiave del rendimento della squadra nerazzurra? Proviamo ad analizzare le sue prestazioni nei big match di questa stagione.

Le heatmap di Barella nei big match dell’Inter

Partiamo dalla vittoria nerazzurra contro il Napoli. Possiamo vedere come oltre ai suoi consueti raddoppi sulla fascia destra, Barella abbia svariato per tutto il campo, andando costantemente in pressione sugli avversari e fornendo supporto a tutti i compagni, ma senza mai “pestargli i piedi”: è da notare infatti come abbia sempre girato attorno alla zona centrale del campo, presidiata da Calhanoglu, toccando palloni tutto intorno.

Questo perché il turco ha ormai assimilato il ruolo di regista basso della squadra, smistando palla con i tempi giusti per favorire proprio il movimento dei compagni attorno a lui.

In misura minore, possiamo vedere la stessa tendenza anche nella partita vinta dall’Inter a Bergamo contro l’Atalanta, partita in cui Barella è stato chiamato a maggiori compiti di copertura, dovendo contrastare i tentativi orobici sulla propria trequarti. Ma anche in quel caso si nota come la sua capacità di svariare lungo tutto il campo sia stato un fattore nella vittoria dell’Inter.

Dall’analisi della heatmap di Barella nella sconfitta contro la Juventus di Torino, notiamo che non sono tanto i suoi tocchi di palla ad essere importanti quanto il suo movimento. Contro i bianconeri il centrocampista ha infatti toccato un grandissimo numero di palloni nella zona nevralgica del campo, ma è rimasto spesso limitato alla sua zona di competenza.

Al grande numero di contrasti effettuati non sono infatti seguiti quei tagli di campo che normalmente vanno a creare superiorità numerica per i nerazzurri.

Ma è nella sconfitta contro il Milan che vediamo come l’apporto di Barella sia stato decisamente deficitario: pochi tocchi di palla, quasi tutti in contrasto alla letale catena di sinistra rossonera, e incapacità di riuscire a ricevere palla in zona avanzata del campo. Con Leao che ha costretto sulla difensiva Dumfries per tutta la partita Barella ha giocato una partita più attenta a contenere Theo Hernandez e Tonali che altro, ed ogni tocco di palla non è mai corrisposto ad una successiva azione offensiva.

Cosa ci dice l’analisi delle heatmap di Barella

In definitiva, non sembra che la quantità di palloni toccati o meno da Barella abbia inciso particolarmente sui risultati dell’Inter. Più che altro sembra che ai successi interisti sia coincisa una maggior mobilità di Barella lungo il campo. Quando ha la possibilità di svariare maggiormente sul campo riesce a creare superiorità numerica e a giocare il pallone in maniera più determinante. Questo può succedere quando i compagni ne supportano a loro volta i movimenti.

La condizione generale di tutta la squadra quindi sembra essere ciò che porta il centrocampista nerazzurro a sfruttare al meglio le sue doti di corsa. L’apporto di polmoni e contrasti non manca mai, ma quando ha la possibilità di scambiare la palla con i compagni in più zone del campo è quando l’Inter riesce a costruire maggiori occasioni da gol e a fare risultato.

Quando sulla fascia sinistra gioca Dimarco, più bravo ad avanzare palla al piede rispetto a Gosens o Darmian, il centrocampo dell’Inter ha maggiori opportunità di fare movimento scambiandosi le posizioni, e spesso Barella in questi frangenti sceglie di tagliare il campo andando incontro al compagno, creando superiorità numerica e offrendo sponde preziose per i compagni attorno a lui, se non addirittura trovando lo spazio per la conclusione personale.