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Ci sono due falsi miti sull’Allianz Arena: ancor prima di presentarla, vanno sfatati per capire la grandezza e l’importanza di un meraviglioso impianto. Numero uno: non è soltanto la casa del Bayern Monaco, anzi. Numero due: non è tutta bianca. E non è nemmeno tutta rossa. Semplicemente, varia, a seconda di chi, come, cosa, quando ci gioca.

Che per uno stadio costruito dall’ottobre del 2002, con i lavori conclusi solo nell’aprile del 2005, era un’innovazione pazzesca e degna di un cuore di consigli pure per gli stadi che sarebbero sorti da lì a poco dopo.

Del resto, parliamo della Germania degli inizi del Duemila. Ingegneristicamente un passo avanti a tutti, i più solidi e i più attenti, costantemente proiettati nel proprio futuro prossimo – quante indicazioni, pure oggi, il nostro Paese potrebbe seguire.

Ancor prima che gli stadi tedeschi diventassero vecchi, tristi e obsoleti, da Berlino a Monaco ragionarono sui mondiali da ospitare, fornendo immediatamente una candidatura fortissima poiché basata su questa volontà netta di innovazione.

E la Germania, che progettava non solo stadi ma anche un nuovo approccio all’insegnamento del pallone, riuscì a migliorare strutture e centri, di riflesso le squadre, in generale un movimento da “troppo” tempo senza una svolta futuristica.

Uno stadio particolarissimo

E allora, eccoci qui: Mondiali del 2006 – ricordate, no? – e la prima pietra dei lavori nell’ottobre del 2002, quando il Bayern decise materialmente di lasciare l’Olympiastadion, costruito per le Olimpiadi del 1972, e di abbandonarsi all’idea di avere un’arena solo per le partite di calcio. L’obiettivo iniziale era quello di avere un’arena propria, con i colori e lo stemma del Bayern ma ‘omaggiata’ dalla città di Monaco.

Presto, tutti realizzarono: c’era bisogno anche dell’okay del TS 1860 Munchen. Uno dei club più antichi del mondo. Un pezzo enorme di tradizione, che in un percorso di costante innovazione ogni tanto si rischia di perdere.

Dopo settimane di voci, arriva l’ufficializzazione: lo stadio si sarebbe fatto e sarebbe stato addirittura sponsorizzato dal gruppo Allianz, una delle aziende più grandi al mondo nel settore dei servizi finanziari. Non solo Allianz ha contribuito alla realizzazione dell’impianto: ha comprato i diritti per il nome dello stadio per trent’anni.

Per capirci: siamo appena a metà del suo investimento. E fu un investimento niente male, perché se oggi possiamo definire ‘innovativa’ l’Arena, quindici anni fa era qualcosa di enorme e quasi impensabile. La particolarità: le pareti dell’impianto furono composte da 2874 cuscini pneumatici composti da un materiale speciale.

Il gioco dei cuscini è una caratteristica unica per l’Arena e per quel pezzo di Germania così legato ai colori e alla tradizione: le morbide pareti permettono infatti di cambiare colore all’arena.

Ecco, vi state chiedendo di che colore sia? Dipende dalla partita a cui avete assistito: i cuscini si fanno rossi se gioca il Bayern, azzurri per il Monaco 1860, bianchi per le partite della nazionale di calcio tedesca. Spettacolo vero.

I numeri e le grandi partite

E se da fuori vi sembrerà qualcosa d’irreale, aspettate di entrare all’interno. Il canotto dell’Arena, così come viene chiamato affettuosamente dai cittadini bavaresi, è un cuore pulsante e una culla di emozioni fortissime. Il Bayern, del resto, qualche motivo per sorridere ultimamente l’ha dato, anche per questo l’attesa per tornare a pieno ritmo negli stadi è spasmodica e la richiesta non è mai stata così alta.

Chi va all’Allianz Arena trova poi una cittadella per settantamila spettatori – capienza massima -: ha bar e ristoranti, negozi e il Museo ufficiale del Bayern Munchen. Addirittura, c’è un asilo interno per i dipendenti dei dintorni, insieme al parcheggio coperto più grande d’Europa, che può ospitare fino a quasi 10mila automobili. Sì, sappiamo che vi state domandando se è mai stato completamente pieno. E sì, la risposta è affermativa. Anche se Monaco è una città a misura d’uomo e per raggiungere l’impianto c’è una linea metro comodissima.

Comunque: da quel 30 maggio del 2005, quando il Monaco 1860 e il Norimberga inaugurarono il nuovo impianto (3-2 per i padroni di casa), il calcio a Monaco di Baviera è cambiato drasticamente.

L’Allianz ha infatti ospitato la cerimonia di apertura dei Mondiali del 2006, altre sei partite e tra queste la semifinale vinta dalla Francia (l’Italia giocò a Dortmund, come se ci fosse bisogno di ricordarlo).

Oltre a queste, è arrivata anche la prima finale di Champions League nel 2012. Chi giocò? Preparatevi a un’imbarcata del destino: il Bayern Monaco, trionfante, contro un Chelsea a pezzi. Finì alla Davide e Golia: la fionda era Drogba.