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La maledizione dell’Olimpia Milano si chiama Virtus Bologna, almeno in questa fase storica.

A giugno, la formazione virtussina si era imposta nella finale scudetto con un roboante e imprevedibile 4-0, contro una Milano, favoritissima alla vigilia, giunta all’appuntamento completamente prosciugata di ogni energia dopo la splendida cavalcata in Eurolega.

E ieri la Virtus ha concesso il bis, superando con pieno merito, ben oltre il punteggio di 90-84, un’Olimpia che ha inseguito praticamente per tutti il match, trovandosi sotto anche di 17 punti, e portandosi così a casa la seconda Supercoppa italiana della sua storia, la prima dal 1995 in avanti.

Super Pajola

Grande protagonista del match Alessandro Pajola, che dopo un’estate da urlo con la nazionale si conferma come uno dei migliori giocatori italiani (e non solo) del nostro campionato.

Ma la Virtus non è solo Pajola: la formazione guidata dal nuovo tecnico Sergio Scariolo (tornato in Italia dopo l’esperienza in NBA) è più squadra, c’è una maggiore amalgama, elemento che manca invece alle scarpette rosse che trovano l’unico barlume di luce nel solito Sergio Rodriguez.

L’Olimpia parte senza Daniels con fuori Tarczewski e Grant con la Virtus che ha invece out Nico Mannion e Udoh, non esattamente due qualsiasi. 

L’inizio non è a favore dei lombardi che vanno subito sotto 10 a 2 per poi recuperare con Mitoglou, uno dei nuovi innesti, e con Hall che regge da solo la fase difensiva. La formazione di Scariolo, oltre a Pajola, può contare su Belinelli ma anche Teodosic e l’ex del mach Abass. All’intervallo è la Segafredo avanti 44 a 35.

La rimonta mancata di Milano

Alla ripresa, Messina, dopo aver subito il + 13, toglie Delaney, incappato in una delle sue serate imperscrutabili, e si affida a Rodriguez, Hall e alle giocate individuali di uno Shavon Shields da 19 punti.

Peccato non basti contro una straripante Virtus e contro un indomabile Pajola. Il play, non a caso, a fine match viene infatti premiato come MVP della competizione, in una serata in cui mette a referto 14 punti, 2/2 da 2, 2/2 da 3, 4/6 ai liberi, 3 rimbalzi, 7 assist e 24 di valutazione.

Milano riesce a ricucire fino al -6, ma è troppo tardi per invertire la rotta di un match iniziato male e proseguito peggio. La vittoria di Bologna è cristallina, la Virtus torna a mettere in bacheca un trofeo che mancava dal 1995, quando su questo stesso parquet superò la Benetton Treviso di Mike D’Antoni. 

Se la Virtus è apparsa già in ottima forma (e ha interrotto anche la striscia consecutiva di 8 k.o in finale) lo stesso non si può dire dei milanesi che sono, per stessa ammissione di Ettore Messina, ancora un po’ indietro nella preparazione.

La formazione di Milano deve ora cancellare questa piccola delusione concentrarsi sull’inizio di stagione. Sabato parte il campionato, con la neopromossa Napoli, mentre settimana prossima sarà già tempo di Eurolega: il 30 settembre al Forum di Assago è atteso il CSKA Mosca.