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Lo scorso 10 maggio si è conclusa ufficialmente la carriera di Bruno Cerella, uno dei più forti difensori visti su un campo italiano della Serie di pallacanestro. Ufficializzato diversi mesi fa il suo ritiro, dopo gara 3 dei playoff di A2 contro la Fortitudo Bologna tutto è diventato realtà.

Cerella, che in carriera ha indossato, onorandole a pieno, le maglie di Teramo, Varese, Milano, Venezia e appunto Treviglio, viene e verrà ricordato per la sua incredibile attitudine difensiva e per l’uomo che ha dimostrato di essere sempre, dentro e fuori dal campo, con compagni, dirigenti, allenatori e tifosi, che lo hanno sempre amato, in ogni piazza.

38 anni il prossimo luglio, Bruno ha giocato le ultime due stagioni, come detto, al Blu Basket Treviglio, dove quest’anno ha viaggiato a 2.9 punti di media, raggiungendo i playoff come settima classificata nel girone verde e, per l’appunto, uscendo al primo turno playoff con la Fortitudo Bologna, una delle candidate alla promozione. Bruno ha chiuso al meglio la sua ultima prova: 14 punti, 9 rimbalzi e 4/5 da tre punti, compresa una tripla da metà campo sulla sirena dell’overtime, inutile ai fini del risultato ma sicuramente suggestiva e, a suo modo, memorabile.

Una tripla che deve essere rimasta anche nel cuore dello stesso Cerella, che l’ha presa come momento da ricordare in uno dei suoi ultimi post sui social:

“Dal momento che ho preso quel rimbalzo ed ho fatto 3 palleggi per arrestarmi da metà campo e mettere quel tiro mi sono passati vent’anni di carriera. Vent’anno dove dall’ultima categoria sono riuscito a scalare fino ai massimi livelli vincendo, divertendomi e creando una vita attraverso una passione. Costanza, dedizione e capacità di comprendere il ruolo all’interno di una squadra sono state caratteristiche per raggiungere tutti i traguardi che sono arrivati lungo il percorso. Vado via col cuore felice…”.

Con queste parole Bruno ha inquadrato, decisamente bene, un pensiero condiviso che andrebbe solo a ripetere quanto da lui già ampiamente espresso. Cerella è stato, oltre che un gran giocatore di sistema, uno che non ha mai fatto mancare il proprio apporto sia in campo che al bordo di esso, il primo a sostenere i compagni sventolando gli asciugamani quando ce n’era bisogno o andando in campo a marcare il più forte giocatore avversario, spesso non facendolo rendere al meglio.

Si è costruito una posizione da giocatore tale da poter performare ai massimi livelli in Italia e in Europa, vincendo 3 scudetti, 3 coppe Italia, una Supercoppa italiana e una Fiba Europe Cup e dimostrando che un giocatore dal talento normale in attacco, può risultare utile, se non fondamentale, anche grazie alla propria attitudine difensiva. Inoltre, con la sua dedizione a livello di cura del proprio corpo con alimentazione sana e mentalità da gran lavoratore, riusciva sempre ad essere atleticamente tra i giocatori più pronti dal punto di vista fisico, il che non guasta quando vuoi restare ad alti livelli fino a quasi 40 anni.

Cerella non starà troppo lontano dal basket

Bruno lascia così la sua amata pallacanestro, ma solo da giocatore, perché con il suo progetto sociale, Slums Dunk, continuerà a far parlare il basket di sé, perché l’obiettivo della Onlus – creata con l’amico e collega Tommaso Marino – è quello di dare possibilità di una vita migliore, proprio attraverso la palla a spicchi, a ragazzi che vivono in realtà complesse come quelle africane o del Sud America.

Non solo le società per cui ha giocato ricorderanno Bruno e il suo modo di vivere lo sport, ma tutti gli appassionati di basket che hanno seguito la Serie A negli ultimi 20 anni avranno probabilmente un ricordo positivo di Cerella, per sempre ministro della difesa del basket italiano.