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A inizio stagione c’erano due squadroni che sembravano destinati a dominare le rispettive conference per poi giocarsi tutto in una finale da sogno.

Bene, qualche mese dopo quelle due stesse corazzate o presunte tali rischiano di non qualificarsi neanche per i playoff. Parliamo ovviamente dei Los Angeles Lakers che se possibile hanno addirittura peggiorato il loro rendimento dopo l’All Star Game mettendo a rischio anche il pass per i play-in ma anche dei Brooklyn Nets.

La trade che ha portato più che altro Ben Simmons al posto di James Harden nella Grande Mela non sta portando per ora i risultati sperati, anche perché era stata messa in piedi per allungare una panchina in difficoltà e che finora non sta dando il contributo sperato.

Ovviamente l’assenza di Kevin Durant rimane un’ottima scusante ma anche stanotte contro i Toronto Raptors non c’è stata partita. Ad Est c’è più margine di errore in ottica post season rispetto a quanto non si possa fare ad Ovest del fiume Mississippi ma Kyrie Irving e compagni stanno scherzando col fuoco, per la gioia delle concorrenti.

Va anche detto che stanotte i Nets si sono trovati sul più bello senza allenatore: Steve Nash dopo aver presentato serenamente in conferenza stampa l’incontro è risultato positivo ad un tampone rapido ed è scattato ovviamente subito il protocollo che l’ha messo in isolamento.

Dicevamo nelle pretendenti, i Milwaukee Bucks campioni in carica non si stanno più nascondendo e grazie al solito dominante Giannis Antetokounmpo hanno allungato la loro striscia positiva. Contro gli Charlotte Hornets è stato relativamente facile fare la voce grossa ma ormai la rimonta è iniziata, anche se forse è tardi per arrivare in vetta, dove si sono issati i Miami Heat.

La finale persa contro i Los Angeles Lakers nella bolla di Orlando due anni fa sembrava poter essere un episodio isolato ma zitti zitti Jimmy Buttler e soci si stanno confermando e con il successo di stanotte hanno superato i Chicago Bulls, in flessione ora che DeMar DeRozan sta rifiatando.

Più omogenea e in divenire la situazione a Ovest dove il grande protagonista della notte è stato Ja Morant. L’astro nascente (anche se ormai è già una solida realtà) dei Memphis Grizzlies ha ritoccato il suo massimo in carriera con 52 punti, un bottino mai realizzato da un giocatore della franchigia del Tennessee.

Il tutto in faccia ai San Antonio Spurs di Gregg Popovich che ha dovuto rimandare l’appuntamento col record all time di vittorie da allenatore nella storia della regular season. Ormai solo una tacca lo separa dal mitico Don Nelson e a meno di crisi clamorose entro la fine dell’anno ce la farà.

Una piccola grande soddisfazione in un’annata in cui ormai il treno dei playoff è andato. Discorso simile per i Sacramento Kings che hanno portato a casa un successo utile solo per il morale in casa degli Oklahoma City Thunder per 110-131: 37 punti e 10 assist di Shai Gilgeous-Alexander non sono bastati ai padroni di casa per raddrizzare una partita nata male e proseguita peggio.