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Nono solo di bellezza vivono i campionati più interessanti del mondo che fanno capo ad ogni sport sulla faccia della terra. Qualche ciambella non esce col buco e può capitare che le stagioni partano male e finiscano, per qualcuno, peggio.

Così è stato per quei giocatori che non hanno risposto alle aspettative di inizio anno, cosa che è capitata per quelle squadre che hanno pagato per questi passi falsi, così come per le prime della classe.

Cominciamo con Selden della Scaligera Verona.

Wayne Selden, un’entrata da leone non è bastata

Dopo la firma del contratto al termine della scorsa stagione, Wayne Selder aveva dato l’impressione di poter diventare un elemento importante per la Tezenis Verona, in quel momento appena tornata nell’Olimpo del basket italiano e tenuto in grande considerazione dalla dirigenza e dai tifosi scaligeri.

Alla resa dei conti, quando il campionato è iniziato, sono fugati tutti i dubbi sulla possibilità che lo statunitense potesse mettersi in luce fin da subito, anche perché c’erano dei dubbi in capo al suo infortunio di inizio stagione. L’ala piccola di Roxbury, Massachusetts, ha giocato le prime due partite contro Brindisi e Dinamo all’esordio in campionato, per poi risolvere il contratto stesso con Verona nonostante l’ottima impressione fornita a società e pubblico.

Selden ha infatti segnato il canestro della vittoria e un totale di 25 punti, contro Brindisi e 15 punti a Sassari, per poi lasciare Verona e accasarsi al Masina, la squadra di Magnesia, in Turchia, dove, anche in quella occasione, ha salutato molto presto. Risorse e tempo sprecato.

Luca Campogrande, promessa non mantenuta

Parliamo di un’altra ala piccola, quest’anno utilizzato anche da Guardia da Legovich, che ha giocato una stagione altalenante, nonostante fosse atteso alla prova del nove in quel di Trieste dove ha dovuto subire lo smacco della retrocessione in Serie A2 e da dove, in caso di conferma, ripartirà insieme a tutta la squadra per provare a tornare presto nel massimo campionato.

A 27 anni e nel pieno della sua maturità cestistica, Campogrande ha già fatto dei giri immensi per la sua carriera di giocatore, partendo dalle giovanili della Sam Basket Roma, per poi passare ancora giovanissimo alla Fortitudo, per poi solcare i lidi di Montegranaro, Avellino, Brindisi, Virtus Roma e Reyer Venezia.

Dato come uno dei possibili crack di stagione, la guardia di Trieste ha giocato quasi tutte le partite appena conclusa con un minutaggio probabilmente fin troppo basso, che lo ha visto protagonista marginale di un’annata fin troppo negativa per i friulani. Spesso poco coinvolto anche in campo, il romano ha chiuso la sua stagione con 3,4 punti a partita e 13 minuti di media giocati.

Nathan Reuvers, ciao Reggio, è stato bello

Era in scadenza a fine 2024 il contratto di NathanNateReuvers, in forza alla pallacanestro Reggiana fino a pochi giorni fa e liberato dalla società emiliana lo scorso 24 giugno.

Reggio Emilia era partita con un roster che sembrava non dover soffrire durante la stagione appena terminata, ma il responso è stato completamente diverso, alla luce della salvezza acciuffata proprio all’ultima giornata. Reuvers era giunto a Reggio Emilia dopo la breve militanza al Cibona di Zagabria, dove lo statunitense di Lakeville, aveva inanellato tutta una serie di buone prestazioni che avevano convinto Claudio Coldebella a contattare il talentuoso statunitense.

Per lui discorso leggermente diverso rispetto ai due analizzati nei precedenti paragrafi, visto che la tecnica e le caratteristiche offensive di Reuvers, non possono essere messe in discussione, ma è apparso netto il gap in termini caratteriali e di prestazioni difensive che non sempre sono state all’altezza. Ma quì c’è anche da fare un discorso a parte che riguarda Dragan Sakota, probabilmente poco convinto nell’orchestrare un attacco che mettesse Reuvers al centro del progetto. C’è tanta curiosità di rivedere, in Italia o all’estero, le grandi potenzialità di Reuvers.

Nico Mannion, rosso ma non troppo

Non sono pochi i tifosi virtussini che avrebbero preferito un trattamento diverso nei confronti di un giocatore che ha risposto, da qualsiasi parte la si voglia leggere, sempre presente nei frangenti in cui è stato chiamato in causa, soprattutto dopo una stagione, quella del 2022, alla fine della quale tra problemi di varia natura, Mannion riuscì a giocare poco e niente.

Il problema maggiore è stato probabilmente il suo ruolo, coperto in un roster come quello della Segafredo Bologna, che presentava come prime scelte due viandanti del calibro di Daniel Hackett e Milos Teodosic.

L’accordo raggiunto con gli spagnoli del Baskonia, che hanno accontentato e non di poco l’italo-americano, arriva dopo due stagioni da 10 punti circa di media e 3 assist a partita per un minutaggio fin troppo risicato, sia in LBA che in Eurolega.

In un roster come quello del Baskonia, in procinto di giocare anche la prossima Eurolega, la carriera di Mannion potrebbe cambiare totalmente.

Billy Baron, gli infortuni che non hanno aiutato

Sponda Milano Emporio Armani EA7, è difficile trovare un nome deludente se non si torna indietro di qualche mese, quando l’Olimpia ha passato un clamoroso e lunghissimo periodo di siccità che ha precluso agli uomini di Ettore Messina di centrare i quarti di finale di Eurolega e rischiare di non trovare la prima piazza al termine della regular season in campionato, primo posto, col senno di poi importantissimo, vista la predominanza del fattore campo nella serie playoff contro la Virtus.

Tra i giocatori che scegliamo in capo a quel periodo fin troppo negativo, scegliamo Billy Baron, campione che non ha avuto molto fortuna in stagione soprattutto a causa degli infortuni, ultimo dei quali scoperto a fine season dalla gran parte degli osservatori, a confermare l’impressione che il tiro dello statunitense non andava come lui avrebbe voluto, proprio per un fastidio al gomito, che dovrebbe essere stato risolto dall’operazione dello staff medico di Pofessor Pederzini. Nulla da eccepire, quindi, su quella che è l’effettiva fiducia che si può porre su un talento come Baron, chiamato però a Milano per fare quel salto di categoria che una competizione importante come l’Eurolega necessita.

Baron si è fatto male praticamente subito, a inizio novembre, dopo un inizio seppur non indimenticabile che aveva comunque fatto pensare ad un momento di ambientamento che lo avrebbe in seguito proiettato tra i top dell’intero campionato. Lo statunitense di Altoona, Pennsylvania, ha tirato un po’ il fiato al suo rientro, soprattutto a inizio anno, quando Milano ha cominciato a imbroccare un momento poco favorevole soprattutto in Eurolega, quando arrivò addirittura a toccare l’ultimo posto in classifica, per poi avere un rigurgito di orgoglio e tornare ai massimi livelli in concomitanza con la chiusura della stagione.

Un Baron più efficace e continuo nella prossima stagione, darà a Milano una mano importante per provare a conquistare la vittoria della Coppa più importante.