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Nel vasto panorama della NBA, spesso si affacciano personaggi e storie che vanno ben oltre la semplice competizione sul campo. Una di queste è quella di Jeremy Lin, un giocatore il cui nome è diventato sinonimo di resilienza, determinazione e capacità di superare le aspettative: l’apoteosi del riscatto sociale, quello che comunemente viene definito “il sogno americano”. La sua improvvisa ascesa nell’olimpo del basket professionistico americano è stata una delle più incredibili e sorprendenti della storia moderna della lega, tanto quanto la velocità della sua scomparsa dai radar del basket “che conta”.

Harvard, le doti indiscusse ma non riconosciute e il divano del fratello

La storia di Lin comincia a Palo Alto, in California, dove è nato il 23 agosto 1988 da genitori immigrati taiwanesi. Crescendo, Lin sviluppò una passione per il basket, giocando per la sua scuola superiore locale prima di intraprendere una carriera universitaria alla Harvard University. Nonostante le sue abilità evidenti, Lin non fu scelto nel draft NBA del 2010, diventando così un free agent.

I suoi primi anni nella NBA furono un susseguirsi di contratti non garantiti e brevi esperienze in diverse squadre, comprese situazioni scomode – nel vero senso della parola – che ne hanno reso la storia ancor più affascinante. L’esempio più calzante è il racconto dei giorni prima di approdare ai New York Knicks, quando dormiva sul divano di casa del fratello, prima di diventare una star.

2012: la svolta

Il 2012 fu l’anno della svolta, quando Lin si unì ai New York Knicks, una squadra e una città che sarebbero diventate il palcoscenico della sua ascesa. Con una compagine devastata dagli infortuni dei giocatori chiave, Lin ebbe l’opportunità di dimostrare il proprio valore.

Fu durante questo periodo che a NY e in tutta la NBA esplose la “Linsanity”. Benché sottovalutato e spesso ignorato, Lin prese in mano le redini della franchigia e iniziò a produrre prestazioni straordinarie. Le sue giocate nel traffico, i suoi tiri impossibili e la sua leadership contagiosa lo trasformarono in una figura amata non solo dai tifosi dei Knicks, ma anche da un pubblico internazionale che seguiva con attenzione la sua evoluzione straordinaria.

In soli pochi giorni, Lin passò dall’essere una riserva poco noto a una star di fama mondiale. I suoi 38 punti contro i Los Angeles Lakers e la sua capacità di guidare i Knicks verso vittorie improbabili lo resero un fenomeno mediatico. Il suo nome era ovunque, dalle prime pagine dei giornali agli articoli online, dai talk show sportivi alle conversazioni quotidiane.

Dopo i Knicks… è diventato un modello per i giovani

Ma la storia di Lin non fu solo quella di un breve periodo di gloria. Dopo la sua esperienza con i Knicks, continuò a giocare nella NBA, passando attraverso diverse squadre (Rockets, Lakers, Hornets, Nets, Hawks e Raptors) e affrontando alti e bassi. Tuttavia, il suo impatto sulla lega fu abbastanza duraturo (8 anni più o meno). Dimostrò che anche i giocatori sottovalutati e non selezionati al draft possono emergere e lasciare un’impronta indelebile nel vasto mondo della lega cestistica americana.

Il suo nome viene ricordato anche oltre al suo successo in campo. Lin infatti è noto per il suo impegno nel promuovere la diversità e l’inclusione nel mondo dello sport. Ha usato i propri canali per affrontare temi importanti come il razzismo e l’odio anti-asiatico, diventando una voce autorevole per la comunità asiatica americana e oltre.

Oggi, mentre scriviamo, la storia di Jeremy Lin continua. Dopo la NBA, ha trovato successo anche in altre leghe, inclusa la CBA cinese, diventando un modello per i giovani atleti di tutto il mondo, dimostrando che con lavoro duro, dedizione e fiducia in se stessi, è possibile superare ogni ostacolo.

Quello su Jeremy Lin è un racconto di speranza, perseveranza e il potere di trasformare i sogni in realtà. Anche se non per le giocate in campo – o perlomeno non solo -, il suo nome rimarrà nei cuori e nelle menti dei fan di basket di tutto il mondo, che ancora oggi da lui vengono ispirati.