Vai al contenuto

Il Roland Garros 2025 si prepara a una giornata storica, quella della migliore finale che ci si potesse aspettare e che, per una ragione o per un’altra, non avevamo ancora visto in un torneo del Grande Slam: Sinner-Alcaraz.

Quella tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz è una rivalità che ci porteremo dietro ancora per molti anni, con tutto il suo corredo di tifoserie, gusti, preferenze e dibattiti correlati.

Cerchiamo allora di contestualizzare questa partita, per capire perché è così importante. Quindi, entriamo anche nel dibattito più spinoso: quello sul talento.

Tutti i record e le curiosità della finale Sinner-Alcaraz

Nel caso vi foste persi qualcosa, ecco una serie di ragioni per cui questa del Roland Garros 2025 non potrebbe mai essere una finale come le altre.

  • Per la prima volta nella storia del tennis, si affrontano in una finale di un torneo del Grande Slam due giocatori nati negli anni 2000.
  • Per la prima volta negli ultimi 41 anni, e in generale per la seconda volta nell’Era Open, arrivano alla finale di entrambi i singolari del Roland Garros le prime due teste di serie. L’unica altra volta era stata nel 1984, quando Martina Navratilova (1) prevalse su Chris Evert (2) e Ivan Lendl (2) trionfò su John McEnroe (1).
  • Un italiano arriva in finale al singolare maschile del Roland Garros per la prima volta dopo 49 anni, ovvero la vittoria di Adriano Panatta su Harold Solomon nel 1976.
  • Jannik Sinner (3) e Carlos Alcaraz (4) hanno finora sempre vinto le finali di tornei del Grande Slam che hanno disputato. Domenica, uno dei due perderà questo privilegio.
  • Il 23 maggio 2005, quando Novak Djokovic faceva il suo esordio al Roland Garros qualificandosi da n.153 ATP, Jannik Sinner doveva ancora compiere 4 anni, mentre Carlos Alcaraz aveva appena spento 2 candeline.
  • Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si affrontano per la dodicesima volta a livello ATP, ma solo per la prima volta in una finale Slam. E questa, tra due predestinati come loro, è in assoluto la cosa più bizzarra di tutte.

Sinner-Alcaraz: una lunga storia ancora tutta da scrivere

Il computo delle sfide tra i due predestinati del tennis contemporaneo arriverà domenica a 13, se si considerano solo gli incontri ufficiali del circuito ATP. 15, se includiamo anche il famoso Challenger di Alicante e la finale del “6 Kings Slam”, nonostante quest’ultima fosse solo un’esibizione e non compresa tra gli incontri ufficiali. Il bilancio, in ogni caso, è favorevole a Carlos Alcaraz, segno che in questa prima parte delle loro carriere lo spagnolo ha trovato più spesso le soluzioni giuste, rispetto all’italiano.

In uno sport che è troppo in divenire per regalare certezze granitiche, la finale del Foro Italico aveva confermato l’impressione che sì, Carlos Alcaraz ha qualcosa in più sulla terra battuta. Questo si sapeva, perché il mattone tritato dà all’iberico qualche micro-istante in più per inventare tennis, oltre a una migliore attitudine/abitudine di Carlitos alla scivolata tipica della superficie.

Quella stessa finale, però, ha detto anche altre cose. Jannik Sinner ha giocato un primo set totalmente alla pari nonostante la superficie, sprecando anche due set point in maniera abbastanza strana per lui. Il crollo del secondo set è sembrato dovuto più alla desuetudine agonistica che altro. Direte voi “e perché non è crollato nei turni precedenti?”… In questo caso, la risposta è abbastanza semplice ed è il refrain buono per tante altre risposte: Jannik e Carlos, oggi, giocano totalmente un altro sport rispetto a tutti gli altri. Dunque, se la carenza di match nelle gambe (e nella testa) si poteva dissimulare contro qualunque altro avversario, contro l’unica vera nemesi esistente non era possibile bluffare.

Da allora, però, sono passate settimane preziosissime per entrambi, ma soprattutto per Jannik. Il fatto di essere arrivato per la prima volta in carriera alla finale del Roland Garros è dovuto sì alla netta superiorità di cui si parlava prima, ma esserci arrivato senza perdere un set deve significare qualcosa, anche e soprattutto per l’ultimo avversario affrontato.

Dare tre set a zero a un Novak Djokovic centratissimo e per molti versi eroico è parso a tutti il completamento di un processo di passaggio di consegne. Un processo iniziato con i tre match point salvati nella famosa semifinale di Coppa Davis e terminato ieri con una crudele, chirurgica e spietata superiorità.

Jannik ha vinto contro Nole come Nole ha vinto contro quasi tutti per anni e anni, raccogliendone il testimone di una certa ingiocabilità.

Sinner, Alcaraz e il malinteso sul talento

La finale del Roland Garros 2025 sarà imperdibile per millemila ragioni. Tra queste c’è anche una sorta di substrato invisibile – ma neanche troppo – che accompagna le carriere di questi due giovani fenomeni fin dall’inizio. Il continuo confronto con Alcaraz, a cui si accompagna anche quello tutto italiano con Lorenzo Musetti, fa tornare continuamente a galla il dibattito sul talento, un concetto che credo sia interpretato in maniera totalmente errata da moltissimi, compresi alcuni addetti ai lavori.

Il dibattito è latente fin dall’era dei big 3 e si è semplicemente trasferito sui big di oggi, che al momento sono 2 ma potrebbero presto crescere in numero (Fonseca? Mensik? E perché non Musetti?).

Tagliamo corto e andiamo al dunque: è giusto dire che Alcaraz ha più talento di Sinner? La mia risposta è no.

O meglio, è corretto dire che Alcaraz ha un tipo di tennis più gradevole e OGGI (stampatello d’obbligo) più completo come varietà di colpi. Ma basta questo a definire il talento? Se il tennis fosse solamente uno spettacolo mirato a raccogliere applausi, sì.

Ma il tennis – e lo sport in generale – è innanzitutto competizione ai massimi livelli, è lavoro per migliorarsi, è continua ricerca del dettaglio per sorprendere l’avversario la prossima volta, è capacità di rimanere concentrati per 4 ore e di elevare il proprio rendimento ogni qualvolta si renda necessario.

Il grande problema di oggi è la confusione tra bellezza estetica e talento. La verità ce l’aveva rivelata un signore londinese…

Beauty is Truth, Truth Beauty

John Keats

Sembra un beffardo controsenso, ricorrere alla poesia per spiegare come sia un errore operare l’equazione poesia = talento.

Si può dire che Roger Federer fosse esteticamente più gradevole ed elegante di Nadal e Djokovic, ma davvero qualcuno potrebbe affermare che gli altri due fossero meno talentuosi di Re Roger?

Certamente no, anche perché si suole commettere un altro errore: quello di considerare il talento come entità astratta, mentre – e qui entra in gioco il buon John Keats – va declinato nella realtà. Che è fatica, lavoro, continua tensione al miglioramento.

Chi pensa che Sinner non abbia abbastanza talento, ha iniziato a seguire il tennis 2 anni fa oppure, più semplicemente, non ha capito nulla di questo sport. Fare quello che fa lui, alla velocità (di esecuzione e di pensiero) con cui lo fa lui, è talento puro. Anzi, è un mix talento-lavoro che risulta letale per tutti. E il campo non fa che confermarlo.

Il programma della Finale Roland Garros 2025

GIOCATOREGIOCATOREORARIO
Jannik SinnerCarlos AlcarazDomenica 8 giugno, ore 15

Dove vedere Sinner-Alcaraz in TV

Le partite del Roland Garros, sia maschili che femminili, vengono trasmesse da Eurosport 1 e 2 sui canali 210 e 211, presenti sia sul pacchetto Sky che su quello DAZN. I diritti appartengono tuttavia a Discovery+, unica piattaforma a offrire ai suoi abbonati tutte le partite del torneo, ovviamente via app da Smart TV o mobile. Lo streaming è ovviamente disponibile anche su SkyGo, NowTv e DAZN, per quanto riguarda i soli due canali Eurosport.

Tuttavia, per la finale, Discovery+ ha deciso di regalare la possibilità a tutti di godere lo spettacolo di questo Sinner-Alcaraz, che verrà trasmessa in diretta e in chiaro anche sul canale NOVE.