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Dopo aver riscritto la storia del calcio inglese negli ultimi anni, il Manchester City apre la stagione 2025/26 con una certezza granitica: ogni trofeo sarà ancora una volta un obiettivo concreto. Ma stavolta Pep Guardiola, in quello che potrebbe essere il suo ultimo anno, si prepara a reinventare la squadra con scelte più sottili, meno appariscenti ma potenzialmente decisive.

La rivoluzione silenziosa potrebbe partire da un cambio di pelle che tocca il cuore del gioco: via Ederson, dentro Chevalier; più mobilità e tecnica a centrocampo, e un attacco che continua a ruotare attorno ad Haaland ma con interpreti sempre meno prevedibili. A sorpresa, però, il City sta già progettando il post-Pep, con giovani come Nypan e Khusanov pronti a raccogliere l’eredità tecnica e mentale del sistema Guardiola.

La formazione del Manchester City 2025/26

MANCHESTER CITY – 4-3-2-1 – All. Guardiola

Manchester City 2025-26

Pep Guardiola ha già iniziato a plasmare un nuovo volto per il Manchester City, abbandonando in parte i riferimenti fissi del passato recente. Il classico 4-3-3, che si ibridava spesso in fase di possesso, lascia spazio a un 4-3-2-1 più dinamico, con due trequartisti larghi (Savinho e Doku) che si accentrano alle spalle di Haaland. Una configurazione pensata per garantire più libertà creativa e meno prevedibilità nelle rotazioni offensive.

Il nodo della porta deve essere sciolto: Lucas Chevalier, uno dei portieri più promettenti d’Europa, può raccogliere i gradi di titolare. La richiesta del Lille è di una cifra vicina ai 30 milioni, il francese classe 2001 può così sostituire Ederson, destinato alla cessione. La sua abilità con i piedi e i riflessi da reattore fanno di lui un portiere ideale per le idee di Pep. Il secondo sarà Ortega, mentre Bettinelli, arrivato dal Chelsea per 2,4 milioni, coprirà da terzo.

In difesa, Guardiola ha rinunciato a Kyle Walker e si è affidato a laterali più creativi. A sinistra c’è Rayan Ait-Nouri, 23 anni, talento arrivato dai Wolves per 36,8 milioni. A destra, occhio all’arrivo di Denzel Dumfries, grazie alla clausola da 25 milioni con l’Inter: offre un profilo più diretto e fisico, alternativo al più tecnico Matheus Nunes.

La linea centrale cambia volto: Tijjani Reijnders, acquistato dal Milan per 55 milioni, è il vero colpo estivo. Mezzala moderna, intelligente, veloce nel pensiero e nei movimenti. Insieme a Bernardo Silva e a un ritrovato Gundogan, tornato per dare esperienza, comporrà un centrocampo fluido ma solido. Rodri sarà ancora importante ma gestito con più attenzione per evitare sovraccarichi.

L’attacco resta nelle mani di Erling Haaland, ovviamente. Ma accanto a lui, in posizione più arretrata e creativa, spiccano due nomi nuovi: Savinho, rientrato dal Girona e pronto a esplodere anche in Premier, e Jeremy Doku, che ha ormai superato Grealish nelle gerarchie. Il giovane talento Rayan Cherki, acquistato dal Lione per 36,5 milioni, sarà il jolly creativo, pronto a incantare con dribbling e visione.

Acquisti ufficiali: un mercato di cesello

A differenza del passato, il Manchester City ha optato per innesti chirurgici piuttosto che rivoluzioni fragorose. Guardiola non vuole un gruppo troppo numeroso, ma altamente versatile.

Il primo colpo è stato Tijjani Reijnders. Guardiola lo seguiva da tempo e ha trovato in lui un interprete ideale per il suo centrocampo fluido. Al Milan, l’olandese è stato uno dei pochi a salvarsi nella scorsa stagione, distinguendosi per costanza e tecnica pulita. Con lui, il City aumenta qualità e soluzioni nella zona nevralgica del campo.

A sinistra arriva Rayan Ait-Nouri, terzino moderno e aggressivo, già rodatissimo in Premier. Una scelta precisa per dare respiro a Gvardiol e al contempo migliorare l’ampiezza della manovra.

In avanti, Rayan Cherki rappresenta un investimento ad alto tasso di rischio e rendimento. Il talento del Lione è stato spesso criticato per la discontinuità, ma sotto Guardiola potrebbe trovare finalmente disciplina tattica e continuità di rendimento. A 36,5 milioni è un colpo ambizioso e futuribile.

Gli obiettivi ancora in fase di definizione

Tra i nomi ancora non ufficializzati ma ormai prossimi alla chiusura, il Manchester City lavora su altri due colpi, molto diversi tra loro per età e funzione.

Il primo è Denzel Dumfries, che può arrivare dall’Inter grazie alla clausola da 25 milioni valida per l’estero. Guardiola lo apprezza per l’intensità e la capacità di attaccare lo spazio: una variante meno raffinata rispetto a Nunes, ma utile contro avversari chiusi.

Poi c’è il baby fenomeno Sverre Nypan, classe 2006 del Rosenborg. Osservato a lungo da Manchester United e Real Madrid, ha impressionato nella partita contro il Lillestrom. Alla fine, però, è stato il City ad affondare il colpo, forte del progetto pluriclub con il Girona: è lì infatti che il norvegese dovrebbe crescere, senza pressioni eccessive, per poi tornare a Manchester quando sarà pronto. Un’operazione intelligente, memore degli errori commessi da altri club con i talenti troppo presto catapultati nel grande calcio.

Infine, il portiere Lucas Chevalier si candida a essere l’erede di Ederson, garantendo un mix tra gioventù e affidabilità. L’acquisto di Bettinelli completa il reparto.

I punti di forza e le possibili incognite

Il Manchester City ha uno dei migliori allenatori della storia del calcio, una rosa di altissima qualità e la forza di una mentalità vincente ormai radicata. Anche in questa versione rinnovata, il City resta favorito in ogni competizione.

I punti di forza principali sono la varietà di opzioni a centrocampo, la crescita dei giovani (come Savinho e Khusanov) e la presenza di Haaland, che garantisce sempre almeno 30 gol stagionali. Inoltre, l’inserimento di Reijnders e Cherki può dare nuova linfa creativa, fondamentale soprattutto nelle notti di Champions.

Tuttavia, non mancano le incognite. L’addio di Ederson può aprire un interrogativo su Chevalier: è pronto per i riflettori europei? Anche il ritorno di Gundogan, seppur prezioso, va gestito con attenzione fisica. Dumfries, se confermato, porterà spinta ma non ha l’affidabilità tecnica che Guardiola predilige. Infine, il continuo ricambio può costare qualcosa in termini di automatismi, soprattutto nei primi mesi.